23-PRESENTE

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"Angel, puoi prestarmi il tuo vecchio libro di cucina?" Ivy alzò lo sguardo dalla propria rivista per puntarlo su Angel che, dall'altra parte della stanza, stava giocando con il bambino seduta sul tappeto.

Quella alzò lo sguardo e annuì, con un sorriso. "Certo, è di sopra."

Ivy chiuse la rivista, fissandola intensamente, e quella capì. La sua espressione si fece consapevole e prese il bambino in braccio, lasciandolo a Veronica mentre la raggiungeva.

"Vieni, ti faccio vedere dove lo tengo."

Il cacciatore di guardia alla porta le guardò con aria dubbiosa, ma dopo poco si fece da parte lasciandole passare. Nessuna delle due fiatò finché non si trovarono al sicuro in camera di Angel con la porta chiusa.

"Che cos'è successo?" Chiese Angel con aria apprensiva, avvicinandosi ad Ivy. "È per il bambino? Qualcosa non va?"

Ivy scosse la testa, rassicurandola e facendole segno di abbassare la voce.

"Il bambino sta bene, Angel, rilassati." Le disse, prendendole le mani fra le sue. Angel annuì e la sua espressione divenne più rilassata mentre un leggero sorriso le si dipinse sulle labbra.

"La scorsa notte Steven mi ha mandata a chiamare. Voleva che preparassi le valigie entro domani e raggiungessi Daemon dagli Hale."

L'espressione sollevata sparì dal volto di Angel ed i suoi occhi parvero divenire di ghiaccio. "E se fosse una trappola? Se volessero portarti in uno dei loro rifugi per farti del male?"

"Ci ho già pensato" confessò lei in un sussurro preoccupato "ma non avrebbe senso: potrebbero farmi del male anche qui se volessero, inoltre..." Ivy s'interruppe quando sentì dei rumori provenire dal corridoio, preoccupata che qualche cacciatore fosse andato a cercarle, ma si rilassò quando sentì quel qualcuno tirare lo sciacquone di uno dei bagni e scendere nuovamente le scale.

"Daemon non mi vuole dagli Hale." Riprese Ivy, a voce ancora più bassa "ha paura che potrebbero violentarmi o uccidermi davanti ai suoi occhi. Se mi conducessero lì farebbero in modo che lui lo sappia per metterlo in agitazione, ma non penso che mi farebbero del male immediatamente."

Angel l'ascoltava con un'espressione grave e le spalle tese.

"Ma se parti domani..."
"Lo so, non ci sarò quando dovrete scappare."

Da un lato Ivy si sentiva colpevole: voleva esserci per guidare e aiutare le altre donne e i bambini a fuggire e a raggiungere le sentinelle per liberarle, ma dall'altro era conscia del fatto che quella era un'ottima opportunità per Angel e le altre.

"Ascolta, Angel, metà dei cacciatori sarà impegnata a scortarmi e qui resteranno solo una manciata di uomini. È l'occasione perfetta per fuggire." Ivy prese le mani ad Angel, sperando di trasmetterle il coraggio necessario a prendere le redini del progetto.

"Ti prego Angel, dipende tutto da te. Appena saremo partiti sarà un buon momento: Steven sarà con me e gli altri cacciatori si adageranno sugli allori, non dovete esitare. Stasera preparate uno zaino ciascuno e state pronte."

Angel annuì, preoccupata, ricambiando la stretta sulle sue mani prima di abbracciarla e tenerla stretta.

"Proteggi il tuo bambino a tutti i costi e cerca di vedere Daemon appena arrivi: è fondamentale che sappia che sei incinta."

"Lo farò." Le assicurò Ivy, sciogliendo suo malgrado la stretta. Doveva fare il possibile per aiutare Daemon e adesso che portava con sé il figlio che gli avrebbe permesso di eclissare Alan non si sentiva più inutile.

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