25- PRESENTE

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"Angel e le ragazze dovrebbero già essere fuori..." Disse Ivy, guardando lo schermo del cellulare di Daemon in attesa. Aveva appena mandato un messaggio alle ragazze e se fossero state fuori dalla tenuta sarebbero dovute essere in grado di riceverlo e rispondere, ma erano passati dieci minuti e non aveva ricevuto notizie.

"Dio mio, ti prego, fa che stia bene..." Alec continuava a fare avanti e indietro con le mani affondate tra le ciocche dei capelli, tirandole per non lasciarsi sopraffare dalla paura.

Ivy intrecciò le dita con quelle di Daemon, sotto al tavolo, cercando di farsi forza: se fosse successo qualcosa alle compagne e ai bambini sarebbe stata solo colpa sua.

"Angel è più forte di quanto tu creda, saprà guidare le altre con saggezza. Sicuramente non risponde per paura di essere rintracciata..."

Proprio in quel momento il telefono squillò ed Ivy si affrettò a premere il bottone verde e ad attivare il vivavoce.

"Pronto?"

"Ivy? Sono Angel. Siamo in salvo"

Ivy tirò un sospiro di sollievo, sapendo di dover chiudere in fretta la chiamata per non permettere a nessuno di rintracciarla.

"State tutti bene? E le sentinelle?"

"Sono riusciti a ribellarsi ai cacciatori, grazie al cielo. L'hai detto a Daemon?" Ivy sapeva a che cosa si riferisse Angel e annuì.

"Sì, sa tutto."
"Ottimo." Disse Angel "Le sentinelle hanno avvertito il cambiamento e..."

"Angel." La interruppe Ivy, sapendo che avrebbe potuto rivelare qualcosa senza volerlo. "C'è qualcuno che vuole salutarti." E disattivò il vivavoce passando il telefono ad Alec.

Daemon la strinse a sé, lasciandole un bacio sulla testa prima di sospirare.

"Sei stata bravissima." La elogiò, sfregandole il braccio con tenerezza. Lei si abbandonò a quella carezza, desiderando come non mai potersi mettere a letto per qualche minuto. Quella mattina si era svegliata all'alba e aveva viaggiato fino alla tenuta degli Hale per ben dieci ore prima di riuscire a rivedere Daemon e, anche allora, non aveva potuto abbassare la guardia, preoccupata com'era per la sua sanità mentale.

In più, si aggiungeva la preoccupazione e la responsabilità della vita di Angel e delle altre compagne, e la paura e lo stress causatole da quel periodo con i cacciatori alla tenuta.

Si prese la testa fra le mani, improvvisamente sopraffatta, mentre un respiro strozzato la lasciava senza fiato. Subito Daemon si chinò su di lei, preoccupato.

"Ivy, che c'è che non va?" Chiese.

Lei scosse la testa, sfregandosi i palmi sul viso prima di raddrizzarsi e guardarlo con gli occhi carichi di stanchezza.

"Scusa" gli rispose dolcemente "sono solo stanca."

Una strana emozione attraversò lo sguardo di Daemon ma lei non riuscì a capire di che cosa si trattasse perché lui spostò la seggiola alzandosi in piedi prima di afferrarla da sotto le ginocchia e sollevarla fra le braccia.

"Porto Ivy a riposare." Informò gli altri, ancora raccolti attorno al tavolo, che annuirono solamente, evidentemente esausti anche loro. "Dovreste cercare di dormire un po' anche voi."

Daemon abbassò lo sguardo, quasi colpevole, e Ivy poggiò la testa sulla sua spalla, sfregando teneramente la guancia contro il tessuto della sua maglietta.

Senza aggiungere altro si voltò ed attraversò la stanza, portando Ivy nella camera da letto che nel frattempo era stata sistemata in tutta fretta alla bell'e meglio e svuotata dei cocci. La appoggiò sul letto e si prodigò per spogliarla, lasciandola mezza nuda sul proprio letto solo il tempo necessario a recuperare il suo bagaglio e a porgerle un pigiama.

Caught by the AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora