4-PRESENTE

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Tre anni dopo


Ivy respirò a pieni polmoni l'aria frizzantina del mattino di Petersburg stringendosi nel giubbotto per ripararsi dagli spifferi mentre si dirigeva verso la sua Chevrolet rossa per andare a lavoro.

In West Virigina il clima era piuttosto mite e la cittadina nella quale ora viveva era abbastanza isolata e tranquilla; con solo duemila abitanti il centro si sviluppava intorno ad un supermercato, una biblioteca comunale e una scuola e tutti i cittadini si conoscevano fra loro.

Erano ormai due anni che viveva da sola in quel paese e si era inserita bene nella routine quotidiana del posto; ogni mattina si alzava alle sei e mezza per andare ad aprire il negozio di bomboniere nel quale lavorava cinque giorni su sette per poi chiudere e tornare a casa alle cinque il pomeriggio.

Mancavano poche settimane al suo diciannovesimo compleanno e forse, questa volta, lo avrebbe festeggiato con i suoi nuovi amici andando a bere una birra nel Pub Irlandese del luogo, l'unico punto di ritrovo oltre allo Smoke Hole , il locale migliore per chi voleva mangiare un signor panino.

La voragine che le si era aperta nel petto tre anni prima era sempre presente, ma Ivy aveva imparato ad ignorare il dolore fino a farlo diventare quasi un fastidio leggero.

A volte era tentata di tornare a Washington, dal branco, per mettere fine a quel dolore, ma di fatto non aveva il diritto di ripresentarsi, non dopo tre anni durante i quali aveva cercato di dimenticare la sua vecchia vita che non si era più fatta viva.

Ricordava ancora con chiarezza quelle prime settimane da sola dopo aver lasciato Washington in seguito a ciò che era accaduto con Daemon.

Pensare al suo nome faceva ricominciare a sanguinare la ferita del suo cuore e le riportava alla mente il dolore dei denti del lupo nel suo collo e quello del bacio che aveva ricevuto.

Aveva sempre avuto una cotta per il suo migliore amico e avrebbe certamente gioito del fatto che lui l'avesse resa la sua compagna se solo non fosse stato un semplice modo per esercitare il proprio potere: Daemon era palesemente stufo di venire contraddetto e l'unico modo che aveva per renderla sua subordinata era renderla parte del suo branco in un modo o nell'altro.

Il marchio era stato solo un mezzo per sottometterla e tale consapevolezza la feriva profondamente, impedendole di tornare da lui e dagli altri nonostante le difficoltà.

Ne aveva passate di cotte e di crude in quei tre anni e spesso aveva rischiato di essere riconosciuta dai cacciatori: in qualche modo erano venuti a sapere che la compagna di un aspirante Alpha girovagava per gli stati senza protezione e si erano mobilitati mettendo a soqquadro intere città per trovarla.

Arrivò in cinque minuti al negozio e aprì come ogni mattina togliendosi il giubbotto e appendendolo nel sottoscala prima di raccogliere i capelli in una crocchia disordinata sulla nuca e munirsi di penna e cartellina, pronta per quella lunga giornata d'inventario.

Lavorò incessantemente tutta la mattina e per la pausa pranzo si concesse un salto allo Smoke Hole prima di tornare per sistemare le scatole con i nuovi arrivi per un matrimonio.

Preparò le confezioni con i confetti al cioccolato per un diploma e quando ebbe finito il sole era già tramontato da un pezzo ed erano quasi le sei.

Stava per mettersi il giubbotto e chiudere quando il campanello sopra la porta tintinnò mentre qualcuno faceva il suo ingresso nel negozio.

"Stiamo chiudendo!" Ivy si sporse da dietro al bancone in direzione dell'entrata ed il suo sguardo incontrò un uomo sulla trentina che indossava un elegante completo nero e si guardava intorno con interesse.

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