7-PRESENTE

35.5K 1.4K 79
                                    



Quando Ivy riaprì gli occhi la prima cosa che riuscì a distinguere fu lo scomodo materasso sul quale era stesa, più piccolo di quelli ad una sola piazza e addossato ad una parete sporca di umidità e chissà cos'altro.

Indossava ancora i suoi vestiti, quelli che aveva scelto per uscire a cena con Will... Mano a mano che si guardava intorno riacquistava lucidità e memoria e presto riuscì a ricostruire gli eventi della sua ultima serata.

Era stata una vera stupida ad abbassare la guardia sapendo chi era Will e di che cosa fosse capace: conosceva i suoi scopi e mossa dalla paura di rivivere il passato non era scappata quando ne aveva avuto l'occasione.

Poteva anche essersi risparmiata di spezzarsi il cuore nel rivivere, ma a che prezzo? Se aveva ragione il luogo in cui si trovava pullulava di cacciatori pronti a farle le cose più crudeli per ottenere informazioni riguardanti il suo compagno –che sapevano già essere un aspirante Alpha- forse erano disposti perfino ad ucciderla.

A fatica si mise a sedere ed osservò la minuscola cella che la ospitava: davanti al letto dove si trovava c'era un piccolo specchio sporco e nell'angolo lontano dalla porta c'era un lavandino macchiato di rosso –Ivy sperava vivamente non fosse sangue.

Qualcuno le aveva tolto le scarpe –e gliele aveva nascoste- quindi non c'era niente che dividesse i suoi piedi dal pavimento lurido della cella nella quale era confinata.

Un brivido la colse quando sentì l'eco di passi avvicinarsi alla porta ed un moto di rabbia la pervase quando questa si aprì e Will fece la sua entrata, stavolta vestito con una giacca di pelle nera e dei jeans scuri.

"Ivy" la salutò "sei sveglia, finalmente."

Ivy gli riservò l'occhiata più cattiva che riuscì a trovare sperando che tutto il suo disprezzo gli arrivasse forte e chiaro ma Will non si scompose, anzi, continuò a guardarla con quell'espressione sorniona che aveva sempre mantenuto con lei.

"Dove sono?"

"Sempre in West Virginia, per ora. Di sopra stanno decidendo se restituirti al tuo branco intera o un pezzo alla volta"

Ivy rabbrividì ma cercò di non far trasparire la propria paura, conscia del fatto che se fosse riuscita ad ingannare i cacciatori avrebbe potuto vivere abbastanza a lungo da pensare ad una fuga.

Di fatto erano anni che non sapeva niente del branco, per quanto ne sapeva i lupi potevano essersi trasferiti altrove in America, ma questo i cacciatori non dovevano necessariamente saperlo.

"Che cosa volete?"

Will rise di gusto alla sua domanda, avvicinandosi al letto con passo fermo mentre lei cercava con tutta sé stessa di non fuggire in un angolo.

"Perché non vieni di sopra a parlare con i miei superiori? Sono certo che loro sapranno spiegarti meglio perché ti convenga fare come diciamo noi." E, così detto, Will l'afferrò violentemente per un braccio tirandola in piedi bruscamente per trascinarla verso la porta.

Ivy non proferì parola mentre procedevano fuori dalla cella in un corridoio buio che percorsero per qualche minuto prima di salire delle scale scrostate e sbilenche che li condussero in un cortile delimitato da alte mura in cima alle quali vi si trovavano chilometri di filo spinato.

Ivy si sbucciò i piedi sui ciottoli appuntiti mentre Will la trascinava senza pietà verso un casotto a tre piani le quali finestre erano quasi tutte illuminate.

Non proferì parola mentre entravano e si dirigevano verso una delle stanze all'interno della quale vi erano diversi uomini vestiti elegantemente che conversavano mentre bevevano e fumavano comodamente seduti su poltroncine e divani o giocando a biliardo.

Caught by the AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora