EPILOGO

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"Gavriel, stà fermo! Ti prego, tesoro, non ci vorrà molto. Abbiamo quasi finito..."

Qualcuno bussò alla porta della cucina, interrompendo Ivy mentre era in procinto di imboccare il bambino dai capelli neri seduto sul seggiolone che, per protesta, aveva fatto a pezzi il cucchiaio di plastica con i dentini affilati.

"Scusa per l'interruzione, Ivy, ma sei desiderata in ufficio." Cole stava appoggiato allo stipite con aria preoccupata, qualcosa al quale Ivy non era più abituata. Erano quattro anni che non succedeva niente di eclatante, e tutte le volte che veniva convocata nell'ufficio di Daemon era per ricevere coccole o portargli a vedere il loro bambino che cresceva più pestifero che mai.

"Devo portare Gavriel?" Chiese lei, cercando di capire che cosa stesse succedendo.

Cole scosse la testa, con aria severa, mentre le faceva cenno di alzarsi e seguirlo.

Un campanello di allarme le risuonò in testa mentre sospirava e prendeva in braccio il bambino, stando bene attenta a non farsi colpire dai suoi piccoli calci sul pancione. Sperava che almeno quel bambino sarebbe stato più tranquillo.

"Arrivo subito." Lo informò, dirigendosi in salotto dove Angel e Veronica aiutavano Jared a fare i compiti. Il figlio di Angel aveva da poco cominciato a studiare e le addizioni lo facevano già imbestialire.

Le due donne alzarono lo sguardo quando la videro entrare, rivolgendole un sorriso cordiale e birichino.

"Sei riuscita a farlo mangiare?" Chiese Veronica, sorridendo sotto i baffi. Ivy sbuffò, in risposta.

"Macché. Fin ora abbiamo solo mangiucchiato le posate e distrutto un piatto contro il muro."

Le altre due donne ridacchiarono, complici. "È proprio figlio di Daemon!" Commentò Angel, fra le risate.

"Non me lo ricordare. Ormai punto tutto su Hector." E si accarezzò il pancione, rimpiangendo di non poter avere una femminuccia. I figli dei lupi erano esclusivamente maschi –una questione di genetica che le era stata spiegata dal dottor Shelley non appena aveva chiesto il sesso di Gavril, quattro anni prima- poiché solo loro erano in grado di trasmettere il gene nell'accoppiamento.

Un'altra selezione biologica che le faceva sembrare Madre Natura incredibilmente sessista.

"Io non ci spererei troppo." La prese in giro Veronica, dando di gomito ad Angel. Ivy alzò gli occhi al cielo, prima di avvicinarsi a loro e deporre Gavril sul tappeto, dove diverse costruzioni di lego erano sparse in mezzo ad altri giocattoli.

"Vi dispiacerebbe buttargli un occhio per un secondo? Daemon ha bisogno di me."

"Ma certo." Disse Angel, guardandola di sottecchi. "Salutacelo."

E ammiccò nella sua direzione, facendola arrossire. Sapeva che Angel pensava che stesse andando a distrarre Daemon, ma vista la faccia di Cole, non era affatto sicura che ciò che l'attendeva sarebbe stato abbastanza soddisfacente.

Salutò le due donne e si diresse verso lo studio di Daemon, bussando alla porta prima di entrare, senza aver davvero bisogno di un permesso.

Quando aprì la porta i suoi occhi trovarono subito Daemon che, seduto alla scrivania, con la sua solita aria di potenza e supremazia studiava con diffidenza un'altra figura in piedi in mezzo alla stanza.

"Ivy" la salutò Daemon, allungandole una mano. "Vieni qui, per favore."

Lei obbedì, raggiungendolo alla scrivania tenendo gli occhi puntati sul ragazzo in piedi davanti alla scrivania. Era alto probabilmente quanto Daemon ed i suoi muscoli erano sviluppati. La mascella era squadrata e tutto il corpo era composto da muscoli tonici e ben definiti, ben visibili anche sotto la maglietta nera ed il giubbotto di pelle.

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