15-PRESENTE

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Nei giorni seguenti Daemon si premurò di rispettare la sua promessa: spesso si liberava dai suoi impegni solo per raggiungere Ivy ovunque fosse e rubarla per un po' di coccole del tutto innocue, talvolta invece la portava nel proprio studio e mentre lui lavorava lei, seduta sulle sue ginocchia, giocava con il cellulare o leggeva.

Cenarono insieme per la prima volta dopo anni e giocarono come dei bambini con il cibo, spalmandoselo in faccia o rubando i bocconi l'uno dal piatto dell'altra.

Daemon ce la stava mettendo davvero tutta ed Ivy aveva applicato il medicamento del dottor Shelley abbondantemente così che, tre giorni esatti dopo la visita ginecologica era completamente guarita e desiderosa di dimostrare a Daemon quanto apprezzasse quel suo sforzo.

La terza sera, infatti, prese in prestito dall'armadio di Veronica una canottiera ed una culotte di seta e si preparò nel bagno adiacente, depilandosi accuratamente ovunque e sciogliendo i capelli che le ricaddero lungo la schiena solleticandole i fianchi.

Si lavò i denti e si assicurò di avere un buon odore, poi si guardò allo specchio e riconobbe una sé estremamente eccitata e nervosa allo stesso tempo: sarebbe stata in grado di sedurre Daemon?

Ormai aveva capito che lui nutriva un interesse sincero nei suoi confronti che non era dettato dal marchio, ma riuscire a risvegliare il desiderio dentro di lui, spingendolo a mettere da parte i sensi di colpa per amarla, darle ciò di cui lei aveva bisogno in quel momento.

Il marchio sul collo le pulsava ed ogni volta che si sfioravano e baciavano sentiva il ventre e la vulva contrarsi riversando copiosamente fluidi tra le sue cosce.

Prese un respiro profondo e spense la luce del bagno, entrando nell'enorme camera da letto nella quale Daemon si trovava steso nel letto con solo i boxer, un braccio piegato dietro la testa e le lenzuola che lo coprivano solo parzialmente mentre guardava la televisione attaccata alla parete di fronte.

Appena Ivy uscì lui spostò lo sguardo su di lei che s'infuocò quando si rese conto di che cosa volesse da lui.

"Ivy." La voce di Daemon le avvolse i sensi, facendole battere forte il cuore. Immediatamente l'eccitazione palpitante che le scorreva in corpo si intensificò.

Lei si avvicinò al letto e vi salì con le ginocchia, avvicinandosi a lui a gattoni fino a raggiungere il suo viso e catturare le sue labbra con le proprie in un bacio lento e appassionato.

Daemon non la respinse e le sue braccia l'avvolsero, ma Ivy riuscì a sentire la rigidità dei suoi muscoli e la sua intenzione a non lasciarsi andare.

Ivy si staccò da lui, mettendosi in ginocchio, prese con le mani l'orlo della canottiera e si spogliò velocemente, rivelando i seni pieni ed i capezzoli già duri.

Daemon ruggì. Lei era sua. Dannazione a lui. Dannazione al dottor Shelley e alle sue paure.

Con gesti rapidi le afferrò i fianchi e la fece sedere a cavalcioni sopra di sé prima di catturarla in un bacio cauto ma carico di passione.

"Fanculo tutto." Le mani di lui corsero verso i boxer.

"Prendimi" lo implorò lei, aiutandolo a far scivolare il tessuto nero lungo le gambe.

"Ti prego." Una febbre le avvampava in corpo. Non voleva aspettare. Voleva che lui si unisse a lei, che la riempisse e la facesse gemere, donandole il piacere che ricordava e che ancora la tormentava.

Voleva placare le scintille vulcaniche di calore che la inondavano, voleva accarezzarlo e baciarlo. Ivy ansimò, reclinando la testa all'indietro quando lui si fiondò sul suo collo con le labbra, scendendo sul petto per succhiarle un capezzolo roseo, torturandolo leggermente con i denti.

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