18-PRESENTE

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GUARDATE BENE L'IMMAGINE DEL CAPITOLO E FATE ATTENZIONE ALLE NOTE D'AUTORE.


"Ti prego, fa attenzione." Ivy strinse forte Daemon in un abbraccio davanti alla porta di casa, con il cuore che batteva forte nel petto ed un senso di nausea sempre più intenso. Era il momento.

Dopo due settimane dalla convocazione di Alan era tutto pronto –guardie e sistemi di sicurezza- e per Daemon e ad altri membri del branco era arrivato il momento di partire per la periferia, dove il destino dei branchi di Washington li attendeva.

Il branco dei James non era l'unico a detestare Alan e i suoi – a dire il vero quest'ultimo era in netta inferiorità numerica, nonostante i cacciatori- ma la situazione era comunque critica e Ivy era estremamente preoccupata per la vita del suo compagno.

Alan non sembrava il tipo che giocava pulito e certamente aveva un piano ben congegnato in mente fine a prendere il posto di Daemon. La sua compagna era veramente incinta, ma questo non aveva intimorito nessuno: Daemon era un Alpha, mentre Alan un Beta qualunque che non avrebbe avuto speranze nemmeno se la sua compagna avesse avuto tre gemelli.

"Cerca di stare tranquilla." Le disse lui, baciandola dolcemente sulle labbra. Lei annuì, restia a lasciarlo andare, per poi sospirare quando lui si allontanò di un passo e afferrò la pesante sacca da viaggio rossa, caricandosela su una spalla.

"Ci proverò." Rispose lei, mentre una voragine le si apriva nel petto. Sentiva già la sua mancanza mentre lo guardava percorrere il vialetto fino all'auto nera parcheggiata in fondo e lo vedeva uscire dall'enorme cancello di metallo.

Erano stati divisi per tre dannatissimi anni e solo da poco si erano ritrovati e avevano raggiunto quel livello di complicità che gli aveva permesso di vivere in armonia e scoprire di più riguardo agli altri. E Alan aveva rovinato tutto.

Se solo avesse potuto fare qualcosa, se Ivy avesse avuto la possibilità di ucciderlo con le sue stesse mani, l'avrebbe fatto e si sarebbe assicurata che lui soffrisse.

Invece era bloccata in quella tenuta, con le altre compagne ed un gruppo di sentinelle ad assicurarsi che nessuno si intrufolasse in casa per ammazzarle con la speranza di essere rimasta incinta.

Nei giorni precedenti aveva fatto l'amore con Daemon anche due volte nell'arco di poche ore e, sempre, si era assicurata che lui raggiungesse l'orgasmo dentro di lei. Non lo aveva lasciato uscire dal suo corpo se non quando lo aveva sentito più morbido e aveva perfino scaricato un'applicazione per il telefono che calcolasse i suoi giorni fertili.

Doveva essere rimasta incinta. Non si sarebbe mai perdonata se non fosse accaduto.

"Ivy" Angel le si avvicinò con il bambino fra le braccia, gli occhi lucidi come i suoi ed uno sguardo teso e preoccupato ben evidente nonostante cercasse di nasconderlo.

"Io e le altre andiamo in giardino a fare colazione, ci farebbe piacere se ti unissi a noi."

Ivy sospirò ed abbassò la testa, fissando il terreno di ciottoli sotto i suoi piedi, prima di annuire. "Ho solo bisogno di un minuto" disse, rivolgendole un sorriso stanco.

Angel annuì e si voltò, sparendo all'interno della casa, seguita da una scia di profumo di rose che le fece attorcigliare le budella.

Prese un'ultima boccata d'aria prima di entrare in casa e andare in cucina. Sembrava che il tavolo nel mezzo della stanza fosse ormai diventato il loro punto di ritrovo mattutino –e non solo- e ad Ivy quella routine genuina e familiare stava iniziando a piacere.

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