5-PRESENTE

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Ivy non dormì molto quella notte.

Continuava a girarsi da un lato all'altro senza riuscire ad impedire al proprio cuore di battere all'impazzata e al proprio cervello di rievocare il viso di Will, prima minaccioso, poi cordiale e di nuovo minaccioso.

Ormai era chiaro che sapeva chi fosse, perché non l'aveva già uccisa? Il fatto che non avesse messo da subito le carte in tavola le faceva una paura tremenda e più volte quella notte aveva pensato di preparare una valigia ed andarsene lontano, ma la sua vita era lì e fuori da Petersburg non aveva un altro posto dove andare.

Inoltre era a conoscenza dei rischi di affrontare un viaggio senza avere una destinazione precisa: quando se n'era andata da Washington le avevano rubato il portafogli ed il cellulare rompendo il vetro dell'auto e per poter mangiare aveva dovuto svolgere i lavori più umili e, talvolta, era stata costretta a dormire per strada.

La vita che aveva ora se l'era sudata e solo da poco aveva iniziato a godere di una certa normalità che l'aveva aiutata a placare il dolore del suo cuore; non voleva rinunciarvi per niente al mondo e fuggire quella stessa notte l'avrebbe solamente portata a rivivere gli ultimi tre anni una seconda volta e magari una terza se i cacciatori l'avessero scovata di nuovo.

Quando la sveglia suonò ci mise quasi dieci minuti per trovare il coraggio di uscire dal letto e affrontare la giornata, a cominciare da una doccia bollente che, però, servì ben poco a migliorare il suo umore.

Bevve un caffè in piedi in cucina e, senza avere più scuse per nascondersi, si avviò al lavoro come al solito.

La giornata si trascinò lentamente e per tutto il tempo Ivy non poté fare a meno di sentirsi osservata.

Alle cinque e mezza chiuse il negozio e si avviò verso la periferia con la sua Chevrolet mentre il cuore le batteva all'impazzata nel petto –e non certo per l'emozione.

Dopo quasi una mezz'ora riuscì a scorgere l'insegna del ristorante "Bella Notte" e parcheggiò non poco distante dall'entrata in caso avesse avuto bisogno di andarsene alla svelta.

Will l'aspettava davanti alla porta con indosso il solito completo elegante ed un sorriso cordiale stampato sul volto giovane, i capelli ben pettinati.

"Buonasera." La salutò, porgendole la mano e squadrandola da capo a piedi.

Ivy indossava un semplice paio di pantaloni neri ed una camicia bianca con il collo alto; fortunatamente aveva scelto un paio di scarpe basse perché con dei tacchi avrebbe certamente superato Will di qualche spanna.

"Spero di non essere in ritardo..." La voce di Ivy era più sicura del giorno prima, ma lei non aveva ancora abbassato la guardia e non aveva intenzione di farlo quella sera. Non aveva capito a quale gioco stesse giocando Will, ma era sempre meglio non fargli sapere che era a conoscenza del pericolo che rappresentava.

"Affatto, sono qui da poco."

Ivy sorrise, non sapendo bene come rispondere, rimanendo a debita distanza in piedi fuori dal ristorante mentre Will la fissava in un modo strano che lei non riusciva a decifrare.

"Vogliamo entrare?" Will le indicò l'entrata pochi istanti dopo ed Ivy accettò timidamente l'invito procedendo nel locale.

Il luogo era straordinariamente accogliente: tovaglie a scacchi rossi decoravano i tavoli rotondi e delle sedie in legno e vimini erano posizionate attorno a questi ultimi che esibivano un fiasco di vino, una candela ed un cestino con pane e grissini.

"Buonasera e benvenuti al Bella Notte, avete prenotato?" Una ragazza sulla ventina con capelli corvini corti ed occhi dello stesso colore si presentò davanti a loro tenendo una cartellina fra le mani. Will annuì.

"Sono Will, ho prenotato per due."
Ivy aspettò che la ragazza controllasse la cartellina e li guidasse fino ad uno dei tavoli al centro del locale. In un certo senso ne fu lieta: lì sarebbero stati sotto lo sguardo di tutti e Will non avrebbe potuto farle del male o minacciarla in alcun modo.

Si accomodarono ed ordinarono un piatto di spaghetti al pomodoro per due più una bottiglia di vino rosso e cominciarono a parlare del più e del meno.

Malgrado i dubbi, Will si rivelò essere davvero simpatico e si mantenne su toni leggeri e poco impegnativi così che Ivy sarebbe stata costretta a parlare.

Alla fine della serata Ivy era ebbra di cibo e di vino e quasi si era dimenticata perché non aveva reputato una buona idea uscire con Will. Almeno finché non furono all'esterno.

L'aria frizzantina della sera l'aiuto a rischiararsi un minimo le idee mentre Will l'accompagnava alla sua auto ed uno strano senso di nausea s'impadronì di lei quando lui le si avvicinò per salutarla.

"Spero che la serata sia stata di tuo gradimento." Le disse, un sorriso accennato sul volto.

Ivy annuì, frugando nella borsa per prendere le chiavi della macchina mentre rispondeva.

"Mi sono divertita molto, davvero. Ti ringrazio."

Will rimase in silenzio a fissarla prima di avanzare di un passo e sospirare mentre la bloccava con il proprio corpo contro la portiera. Il respiro di Ivy si arrestò, così come il suo cuore, mentre il suo corpo si ribellava alla vicinanza di quell'uomo.

Era il marchio, realizzò, che le rendeva sgradevole il contatto con qualunque altro essere di sesso maschile non fosse il suo compagno. Un modo per assicurarsi che le compagne non avessero figli da altri che dai lupi, una selezione naturale per garantire la sopravvivenza della specie.

"Sei molto bella, Ivy." Sussurrò ad un centimetro dalla sua bocca mentre lei cercava di evitare il contatto con lui a tutti i costi.

"Will, non credo che dovremmo..."

"Fammi finire di parlare." La interruppe, facendosi ancora più vicino. Ivy trattenne il respiro.

"Sei molto bella" riprese, guardandola negli occhi. Ivy sostenne il suo sguardo prima che lui si avvicinasse al suo orecchio.

"È un vero peccato che tu sia una puttana dei lupi."

Ivy si gelò, ma non ebbe tempo di reagire perché Will le appoggiò qualcosa sulla bocca –un pezzo di stoffa, forse?- e la testa cominciò a girarle.

In pochi minuti le sue palpebre si chiusero ed i suoi ultimi pensieri furono per la casa a Washington che non avrebbe mai voluto lasciare.




Eccomi qui!! 

Ormai non mi scuso più per l'ora, credo di aver preso d'abitudine il postare i nuovi capitoli a sera tarda. 

Grazie mille per tutte le visualizzazioni ed i voti (ed i commenti, oh, adoro i commenti!) e per aver fatto arrivare questa storia già fra le prime sessanta della sezione "lupi mannari."

Poi magari le storie sono 61

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