ʻʻJimin, mi vuole morto,ʼʼ urlò Yoongi dal telefono. ʻʻNon voglio morire...ʼʼ
ʻʻNon succederà, Yoongi.ʼʼ Jimin ansimava mentre correva sul marciapiede, ottenne anche degli sguardi di disapprovazione da parte di sconosciuti che lo videro sfrecciare con addosso solo i boxer ed una maglietta.
ʻʻHo tantissima paura...ʼʼ singhiozzò, fissando Jin nellʼangolo della stanza. ʻʻÈ colpa della NASA.ʼʼ
ʻʻNASA?ʼʼ
ʻʻSì, Jimin... morirò nello spazio.ʼʼ
Il solo pensiero che Yoongi stesse vedendo Jin lo fece innervosire.
ʻʻTesoro, calmati.ʼʼ Gli disse con tono rassicurante, ma il telefono gli morì in mano.
ʻʻJimin?ʼʼ Lo chiamò. ʻʻNo, aiutami, ti prego.ʼʼ
ʻʻCazzo!ʼʼ Grugnì il minore, accelerò il passo, fece un sospiro di sollievo quando corse per la stradina privata di Yoongi.
ʻʻJimin!ʼʼ Si sfregò via le lacrime dal viso.
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𝑆𝑡𝑢𝑝𝑖𝑑𝑜.
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Alzò lo sguardo verso Jin, le lacrime scendevano, una per una, cadevano velocemente.
ʻʻSono stufo marcio di te!ʼʼ Gridò.
Jimin si precipitò su per le scale, facendo cadere il telefono per strada, non gli importava se si fosse rotto o meno. Aveva solo bisogno di andare da Yoongi e cercare di calmarlo.
