25.

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Il mattino seguente dopo aver fatto una doccia, uscii di casa per iniziare ad indagare su quella persona che mi mandi il bigliettino.
Non sapevo da dove iniziare, non avevo nessun punto di riferimento che mi dicesse da dove partire, ma abbassando gli occhi vidi un altro bigliettino. Lo girai mille volte prima di leggerlo, per vedere se ci fosse scritta la via od altro, ma nulla.
Molto spaventato aprii il bigliettino, questa volta c'era scritto:
"Ti vedo, non provare ad avvicinarti all'ospedale, ti aspetterebbero grossi guai.
Se vuoi che non ti succeda nulla, dovrai fare tutto quello che ti dico in questi giorni."
Dopo aver letto il messaggio, con quel vento che mi sfiorava i capelli e con un altro solito pianto, rimasi immobile seduto su di una panchina, fissando il nulla.

Cazzo, ancora questa persona? Ma cosa voleva da me?
In lontananza vidi arrivare Louis, appena mi vide mi si avvicinò e mi disse "Hei Zayn che ti prende? Sembri strano."
Troppo incazzato ed impaurito per parlare, allora presi i due bigliettini e glieli feci leggere.
Mentre leggeva sbarrò gli occhi e sembrava che stesse entrando nel panico.
Mi alzai e gli dissi:
"Hei Lou, che ti prende? Va tutto bene?"
Non sapeva bene cosa dirmi allora rispose con un semplice:
"Cosa? Ah sisi, va tutto bene. Adesso però devo andare, ci vediamo."

***
La notte non riuscivo a prendere sonno per la troppa paura e curiosità che avevo per quei bigliettini e soprattutto per quella persona.
Visto che non potevo vedere più Niall, decisi di mandargli una lettere anonima dove spiegavo tutto ciò che stava succedendo e magari forse avrebbe risposto.
Non mi sentivo tanto sicuro nel fare tutto ciò, stavo andando incontro a dei rischi, ma per lui questo e molto altro.
Appena uscii di casa per mandare la lettera, incrociai la madre di Niall, che appena mi vide mi disse:
"Oh, ma buongiorno caro!"
Volevo evitarla, la odiavo troppo e non avevo assolutamente voglia di aprire una conversazione con lei.
Allora continuai a proseguire per la mia strada, ma mentre camminavo lei mi disse:
"Per chi è quella lettera?"
Io rimasi fermo per un po' senza dire una parola, ma lei insisti dicendo:
"Allora? Sai che non rispondere è maleducazione? Per chi è la lettera?"
Dovevo mantenere la calma, ma con una persona così proprio non ci riuscivo.
Allora le dissi:
"Fatti personali, stia tranquilla che non è per suo figlio. Arrivederci."
Odiavo così tanto quella donna, ma cosa voleva ancora da me? Ho fatto ciò che voleva ed ora dovrebbe lasciarmi in pace.
Con la testa piena di dubbi e pensieri, continuai a camminare per mandare questa lettera, ma appena arrivai lì vidi una cosa che non avrei dovuto vedere, e...

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