15.

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La mattina seguente mi svegliai alle prime luci dell'alba. All'esterno tutto era immobile e creava un'atmosfera calma.
Niall dormiva beatamente, accovacciato su sé stesso, con le guance rosse rosse, forse gli era salita qualche linea di febbre. Feci le cose che ero solito fare ogni mattina, il più silenziosamente possibile per non svegliare Niall. Quando finii si erano fatte le 8:00. Andai a controllate la situazione in camera da letto: ancora era in sonno profondo.
Non sapevo cosa fare, allora mi misi a pulire un pó visto che avevo trascurato la mia casa e ora sembrava che in quell'appartamento vivessero dei maiali piuttosto che dei ragazzi.
Mente pulivo sentii un rumore provenire dalla cucina e lo collegai al suono del mio cellulare e infatti quando lo presi, vidi lampeggiare sullo schermo un nuovo messaggio. Di certo era inaspettato. Avevo tagliato i rapporti con tutti. Colui che mi aveva scritto non si voleva far riconoscere infatti apparivano una serie di numeri sconosciuti, cosa che mi faceva già accendere l'allarme dentro la mia testa. Ma comunque aprii il messaggio e lessi.
"Non chiudere subito il messaggio. Leggi e vedi cosa ho da dirti.
Ti conosco molto bene. So ogni cosa di te, non come uno stalker, ma in questi anni sono andato molto alla ricerca di tue informazioni. Un tempo eravamo una cosa sola, ricordi? Forse no, certo che no. Non ti immagineresti mai chi potrebbe essere il pazzo che ti sta cercando e vuole qualcosa da te. Ti dirò tutto, ma non certo per mezzo di un telefono. Fatti trovare nel vicolo in via Vincent e saprai quello che dovrai sapere. Ti aspetto. Non avere paura hahaha. Ti aspetto a mezzanote di oggi stesso. Non vedo l'ora."
Finii di leggere quello strano messaggio e tantissime domande inondarono la mia mente in un secondo. Chi era? Come faceva a sapere tutto della mia vita? Ma soprattutto, la domanda che mi spaventava di più: cosa voleva da me?
Dalle sue parole dedussi che non aveva buone intenzioni, l'incontro era nel vicolo più rinomato in campo di malviventi, là giravano ubriaconi, drogati, gente che non avendo niente da fare andava rubare nei quartieri vicini, persone che erano state tanto tempo in carcere, delinquenti nascosti. Non prometteva bene. E poi perché proprio a quell'ora? Forse pensava che di notte poteva agire più segretamente, senza che nessuno notasse niente. Mentre rileggevo ancora il messaggio, cercando di capire chi potesse essere, sentii i passi di Niall avvicinarsi sempre di più a me e di corsa spensi il telefono, girandomi verso la direzione dalla quale sentivo il rumore del l'avanzare lento di Niall.
"Buongiorno dormiglione" gli dissi cercando di addolcire il tutto con un sorriso, falso, che speravo nascondesse la mia preoccupazione.
"Buongiorno! Mi sono misurato la febbre con il termometro che avevi lasciato ieri sul comodino. Per fortuna la temperatura è stabile, ho solo un pó di raffreddore che passerà in fretta" annunciò sorridente e contento.
"Mi fa piacere. Vuoi che ti prepari qualcosa?" chiesi nella speranza di potermi distrarre dal quel messaggio.
"No tranquillo, se mi dai il permesso vedo cosa c'è nella dispensa e mangio qualcosa" replicò lui.
"Ma certo! Prendi quello che vuoi." dissi come se la cosa fosse più ovvia che mai.
"Grazie" disse con un sorrisono che andava da un orecchio all'altro.
"Niall...ti devo dire una cosa..." decisi di dirgli che tutto, ma nascondendo la maggior parte delle cose. Insomma, gli avrei mentito. Non dovevo, ma non potevo raccontargli la realtà, non mi avrebbe lasciato andare.
"Mi fai preoccupare se usi questo tono...dimmi...che succede?"
Presi un respiro profondo, alzai gli occhi al cielo per prendere coraggio e iniziai.
"Stamattina, mentre dormivi, ho fatto un pó di pulizie e ad un certo punto mi è arrivato un messaggio da uno dei più grandi tatuatori del paese a mezz'ora da qui, dicendomi che sta facendo una specie di mostra e vuole che io collabori con lui. Mi ha detto di andare sul posto verso le 18:00 fino alla fine della "mostra". Io ovviamente ho acconsentito, quindi ora verso le 17:30 massimo devo partire."dissi con la voce più calma possibile.
"Cavolo Zayn, mi hai fatto prendere un colpo per niente! È un'occasione bellissima, sono davvero felice per te, sul serio" accompagnò le sue parole con un caldo abbraccio rassicurante. Chiusi gli occhi mentre lui non poteva vedermi, per bloccare le lacrime che lottavano per uscire. Mi dispiaceva mentire a l'unica persona che nell'ultimo periodo era sempre al mio fianco. Ma non potevo fare altrimenti, era per il suo bene che avevo detto una bugia, che sapevo già avrebbe portato a molti casini.

Il pomeggio passò in fretta, cucinó qualcosa per entrambi, era davvero un ottimo cuoco. Le 17:30 arrivarono in un battito di ciglia. Ero pronto, con indosso dei jeans, una maglietta, una felpa e un giubbotto di pelle nero, ero pronto per varcare la soglia della porta, per andare incontro al rischio. Presi le chiavi, salutai Niall e raggiunsi la macchina. Entrai, accesi il motore e partii verso un'avventura che mi faceva paura. All'affermazione di Niall "vai, fai vedere il tuo talento e divertiti", che mi aveva detto prima di lasciarmi andare, avevo risposto così: "certo, di sicuro", con sarcasmo che però lui non colse. Arrivai subito nel posto desiderato dall'uomo oscuro, ero partito troppo presto per far sembrare reale la mia finzione e ora non sapevo cosa fare, quindi andai a farmi un giro con la macchina. Ogni tanto mi fermavo da qualche parte, mettevo un pó di musica o leggevo qualche libro che tenevo sempre nel cofano: praticamente era come una seconda casa, tenevo l'impossibile lì dentro, per ogni evenienza.

Arrivò la mezzanotte. Ancora nessuna traccia di nessuno. Solo qualche gruppo di ragazzini ubriachi passava ogni tanto. Ad un certo punto, vidi avanzare verso di me una figura alta e imponente, vestito di nero, con il cappuccio in testa. Ebbi paura, ero solo, nessuno mi avrebbe aiutato in quel posto, ma decisi comunque di affrontarlo più per orgoglio che per altro. Non potevo arrendermi davanti ogni ostacolo che la vita mi metteva di fronte. Non l'avevo mai fatto e non lo farò mai. Appena fu davanti a me, si scoprì il volto e per me ci volle un attimo per riconoscerlo: Tony.
"Zayn, caro amico, sapevo saresti venuto. Non voglio perdere molto tempo e nemmeno voglio darti molte spiegazioni. Rivoglio indietro i miei soldi, ora oppure puoi dire "ciao" alla tua vita" mi intimó con le sue parole e io diventai piccolo come una formica davanti un gigante.
"Sei un verme, non ti devo niente io, mi avevi detto che non li volevi più i miei soldi e anche se li volessi ancora non te li potrei dare. Mi hanno licenziato e sono al verde!"

POV Niall
Ero rimasto tutto solo in un ambiente non mio. Ad un certo punto qualcosa attirò il mio sguardo: il cellulare di Zayn. Lo aveva dimenticato. Non volevo intrufolarmi nei suoi affari ma il suo discorso non mi aveva convinto. Lo presi e vidi un messaggio. Lo lessi e avevo ragione. Mi aveva mentito. Non potevo starmene fermo a non fare niente, l'aveva fatto per proteggermi ma avevo paura che potesse succedergli qualcosa. Quindi andai da mio fratello, mi feci prestare la sua macchina senza dare nessun tipo di spiegazioni e andai verso il luogo citato nel messaggio.
Arrivai. Non sapevo da che parte andare. Seguii il mio istinto e presi una traversa: ecco Zayn che stava litigando con un tizio alto e muscoloso che faceva venire i brividi.
Avevo i fari accessi, se ne accorsero della mia presenza, in particolare Zayn, che corse verso di me, aprii la portiera e mi disse di togliermi. Gli diedi ascolto, non volevo farlo alterare ancora di più. Iniziò a guidare a massima velocità.
"Cosa cazzo ti è passato in mente? Come mi hai trovato? Ora ci hai messo ancora più nei guai, ci sta inseguendo." disse, arrabbiato più che mai.
"Hai lasciato il telefono a casa, scusa Zayn volevo solo proteggerti, scusa, sono solo uno sciocco..." dissi con le lacrime agli occhi.
"Non fai mai niente di buono!! Rovini sempre le cose! Non sono affari tuoi questi!"
"Attento Zayn, frenaaaa..." il mio grido svaní in un colpo nell'aria.
Un burrone non visto. Una sbandata....

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