Capitolo 8

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Qualche ora dopo i tre si ritrovarono di nuovo insieme per soddisfare la richiesta della preside di pulire il giardino.

Le ore di lezione erano passate in un lampo ed erano già tutti molto stanchi.
Alesha non aveva idea di cosa aspettarsi, attraversò titubante il corridoio, alla cui fine ad aspettarla c'erano due bellissimi occhi azzurri.
Il battito accelerò come sempre alla vista del ragazzo.

"Ci rincontriamo, eh?" Matt sorrise.

C'era anche Ethan, appoggiato al muro, nella sua posa da figo annoiato.
Indossava gli occhiali da sole, nonostante fossero al chiuso e masticava rumorosamente una gomma. Alesha fu distratta dal palloncino verde che di tanto in tanto si formava sulla sua bocca e che poi scoppiava sonoramente.

"Andiamo, prima iniziamo prima finiamo" esordì lui, scostandosi dal muro e avviandosi alla porta della mensa.
Ad Alesha e Matt non rimase che seguirlo.

"Sei pronta?" chiese Matt mentre camminavano. La ragazza per mantenere il passo svelto di lui doveva quasi correre.

"Beh non saprei" rise nervosamente.

"Non hai mai pranzato nel giardino?"

"Avrei voluto farlo, ma non è il posto adatto a me."

Infatti quello era il posto adatto ai tipi come Matt e Ethan, i così detti 'vip' della scuola: cheerleaders, giocatori di basket, football...

"Ci vado spesso e non è messo molto bene... ti ci porto un giorno, così ti faccio conoscere Valerie" sorrise e si passò distrattamente una mano tra i capelli color paglia.
Alesha fu presa alla sprovvista. Si ricordò che Matt non le aveva mai parlato di lei, era stato Ethan. Quindi fece la finta tonta e le venne piuttosto bene...

"Chi scusa?" si stupì della sicurezza nella sua voce.

"Ma che stupido! Di sicuro non te l'ho detto... Valerie è la mia ragazza, credo tu l'abbia vista..."

"Hey se la finite di parlare tanto magari iniziamo con le pulizie!" li interruppe Ethan.

Erano arrivati ad una portafinestra, il ragazzo la aprì con fare sicuro.
Quello che Alesha vide oltre essa era indescrivibile.
Il giardino era enorme, tappezzato da tavoli e sedie, ma non era curato. L'erba era ingiallita e piena di rifiuti. Aveva di sicuro del potenziale, nascosto da cumuli di immondizia.
Alesha si stupì di tanta negligenza.

"Ma è bellissimo..." Le uscì spontaneo.
Ethan la fissò ad occhi spalancati, come se fosse impazzita.

"Bellissimo?! Ma ci vedi? È un vero schifo"

"Solo perché è trascurato non è detto che non sia bello. Dovresti guardare le cose sotto una luce diversa, Ethan" rispose lei con la sua caratteristica semplicità.

"Secondo me invece dovresti andare da un oculista"

"Ethan smettila!" disse Matt. "Direi di iniziare, che ne pensi se iniziassimo col raccogliere tutte quelle cartacce e buttarle?" chiese poi ad Alesha.

"Sono d'accordo" sorrise al ragazzo e le si mozzò il respiro.

"Mettiamoci a lavoro!"

I tre passarono un'ora a raccogliere spazzatura, in ogni angolo del posto, quasi in totale silenzio. Ogni tanto la ragazza lanciava delle occhiatine a Matt, nella speranza che lui non la vedesse.

"Alesha, che anno frequenti?" Le chiese a un certo punto Matt, mentre rastrellava il prato.

"Il terzo. Tu invece?"

"Ah sembri più grande. Io il quarto. Come Ethan" rispose indicandolo. Il ragazzo stava controllando qualcosa al cellulare, non sembrò neanche sentirli.

"bene, ora direi di spostare i tavoli e le sedie in modo che si possa passare il rastrello anche lì e raccogliere le foglie secche. Vado a prendere altri attrezzi, voi iniziate a spazzare."

"Agli ordini capo" rispose Matt ridendo e facendo il saluto da soldato.
La ragazza si allontanò ridendo e andò a prendere ciò che le serviva e tornò dai ragazzi.
Stava per varcare la soglia della portafinestra quando sentì le voci dei suoi compagni in toni poco cordiali. Si fermò incuriosita, ad ascoltare.

"Mi spieghi perché ce l'hai con il mondo intero, Ethan? Da quando mi sono messo con Valerie sei cambiato, non sei più lo stesso..."

"Bla bla bla. Matt, ma non ti sei stancato di dire sempre le solite cose? Non riesci a inscenare la parte del bravo ragazzo. Mi dispiace"

"E tu non riesci nella parte di quello cattivo. Potresti almeno essere più carino con chi invece si comporta bene con te... "

"Non capisco a chi ti riferisci. In realtà neanche mi interessa."

"Hai capito benissimo a chi mi riferisco, Ethan. È una bravissima ragazza e non merita il tuo trattamento"

Per un attimo il cuore di Alesha prese il volo a sentire quelle parole da Matt, sperò vivamente che si stesse riferendo a lei.
"Quella?! Quella è solo una lurida cicciona. Mi fa schifo guardarla e sentirla parlare, come potrei andarci d'accordo?!"

Quelle parole furono una doccia fredda per Alesha. Nessuno le aveva mai detto quelle cose. E il tono sprezzante con il quale le aveva accompagnate furono anche peggio. Si era davvero fidata di quel ragazzo, credeva che l'aria da duro fosse solo una facciata ben costruita. Ora tutte le speranze che aveva riposto in lui e la fiducia si erano spezzate, lasciando solo frantumi di un sogno che mai si sarebbe avverato. Iniziarono a scenderle delle calde lacrime sulle guance paffute. Seguirono singhiozzi e nel coprirsi gli occhi con le mani mollò la presa sugli oggetti che stava portando e caddero con un tonfo.

I ragazzi a quel suono smisero di parlare all'istante e si precipitarono dentro la mensa, ma non fecero in tempo. Alesha era già andata via.

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