Capitolo 7

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Alesha il lunedì arrivò a scuola puntuale come sempre, grazie al passaggio della madre.

Ancora assonnata cercò nell'armadietto i libri che le sarebbero serviti per la prima ora.

A un tratto però si sentì una voce provenire dagli altoparlanti della scuola. Tutti gli studenti rimasero immobili ad ascoltare, sperando di non essere loro i poveri sfortunati ad essere richiamati.

"I signori: Ethan Garcia, Alesha White e Mattew Evans sono attesi in presidenza!"

Si udì un suono metallico e poi il corridoio ritornò ad essere popolato dalle voci degli studenti.

Alesha iniziò a sudare freddo...

La punizione che tanto temeva era finalmente giunta.

Si diresse titubante verso la tanto temuta aula, in fondo al corridoio.

Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, bussò alla porta ed entrò.

La prima cosa che scorse fu Matt. Il suo cuore perse un battito a quella visione angelica. Lui aveva già preso posto su una delle tre poltroncine, di fronte alla scrivania. Il suo viso era teso quando si girò a guardarla entrare.

La cosa non rasserenò la ragazza.

"Buongiorno preside" salutò nervosamente.

"Siediti White" replicò la donna in tono freddo.

Alesha fece come le era stato ordinato e si sedette di fianco a Matt. Lo guardò con aria interrogativa, ma lui scrollò le spalle.

"Quanto ancora dobbiamo aspettare il signor Garcia?!" chiese la donnona puntando il suo sguardo di ghiaccio negli occhi terrorizzati che aveva davanti.

I due non avevano la benché minima idea di dove potesse essersi cacciato Ethan. Alesha non lo conosceva così bene da poterlo immaginare.

'Forse Matt lo sa, ma non lo dice per non cacciarlo nei guai... Che dolce che è...' pensò.

"Non lo sappiamo" rispose lui.

La preside afferrò la cornetta del telefono e digitò un numero. Attese solo qualche secondo.

"Garcia, dove sei? Ti aspetto in presidenza" disse e attaccò.

"Gli ho telefonato così tante volte da ricordare il numero a memoria" disse poi ai due studenti, come a volersi giustificare.

Poi la stanza piombò in un imbarazzante silenzio che ad Alesha sembrava durare un'eternità.

Iniziò a giocherellare nervosamente con l'elastico che aveva al polso mentre pensava a quale tortura la preside avrebbe potuto farle fare. La sua mente percorse ogni periodo storico, dalla fustigazione alla ghigliottina.

L'interminabile attesa durò 10 minuti, dopodiché i ragazzi sentirono qualcuno aprire la porta con irruenza.

Era Ethan, che fece capolino nella stanza senza neanche bussare.

"Preside cara, che bello vederla di prima mattina, mi rallegra la giornata. Ah le ho portato uno di quei muffin al cioccolato che a lei piacciono tanto" disse e posò un sacchetto di carta sulla scrivania.

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