Capitolo 26

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Ethan si diresse verso il garage di casa sua, seguito da Alesha. Premette un pulsante sul suo telecomando e la serranda iniziò ad aprirsi.
Lui passò abbassandosi mentre il meccanismo era ancora in funzione.
Alesha invece aspettò e dovette rincorrerlo per raggiungerlo.

"Dove stiamo andando?"

"Dove io stavo andando prima che tu arrivassi e mandassi in fumo i miei piani... in un posto davvero speciale per me"

"Il tuo garage?" domandò lei in preda alla curiosità.

"Puoi stare zitta? Mi fai venire mal di testa"

A quel punto Alesha si fermò e di punto in bianco disse: "non sono venuta qui per farmi insultare da te"
Non sapeva cosa stesse dicendo, stava dando voce ai suoi pensieri.
Le venne il batticuore, sapeva che stava tirando la corda ma sperava che Ethan non la cacciasse.

"Allora perché sei venuta?"

"Per parlarti, te l'ho già detto" Alesha incrociò le braccia al petto.

"Sembra che tu sia arrabbiata con me" il pensiero fece ridere Ethan.

"Hai capito bene, ed è di questo che ti voglio parlare. Vedi, Ethan, io..."

Il tono di Ethan si fece incredibilmente serio quando disse:
"Non qui, ne parleremo quando nessuno potrà sentirci"

Fece segno di seguirla.

Arrivarono in fondo al garage, superando due belle e costose automobili.
Ethan estrasse una piccola chiave dalla tasca posteriore dei pantaloni e aprì una porticina nascosta, che rivelò una stanzetta semibuia illuminata dalla fioca luce di una lampadina.

Appeso in mezzo alla stanza c'era un enorme sacco da boxe.

"E quello cos'è?" pensò Alesha in preda al panico.

"Ok" esordì Ethan battendo le mani. "Beh devi sapere che questo è il posto dove mi alleno tutti i giorni e dove sfogo tutta la mia rabbia e la mia frustrazione."
"Ora però ho un favore da chiederti" Ethan addolcì leggermente il tono e Alesha se ne accorse.

"Quale?"

"Mio padre non sa che vengo qui quindi non dovresti dirlo a nessuno"

La rabbia di Alesha accantonata qualche minuto prima tornò prepotente.
"Ah come il fatto che noi due non possiamo parlarci a scuola? Perché tanti segreti, Ethan? Ti vergogni che si sappia in giro che ci frequentiamo? Perché basta che tu me lo dica ed esco dalla tua vita..."

Ethan la fermò con un gesto della mano.

"Cos'è? Hai visto un film strappalacrime di recente?
Punto primo: frequentazione non è il termine adatto. Punto secondo: non è quello il motivo"

"E allora qual è?"

"Non posso dirlo, però dovresti sentirti fortunata, non ho mai condiviso questo posto con nessuno"

Realizzò anche a se stesso.

Il cuore di Alesha che era tanto fragile fece una capovolta e per un attimo si sentì speciale.

"Mi sembri arrabbiata" rivelò Ethan sorpreso.

"Non ti sbagli"

"Sei nella sindrome premestruale?"

"Cosa?! Ethan, cosa dici?!"

"Sfogati"

"E come?" chiese lei ingenuamente.

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