Capitolo 13

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"Ma tu guarda, che allegra combriccola!" Ethan faticava a trattenere la rabbia. Fu subito chiaro ad Alesha. 

Ma la ragazza proprio non capiva perché fosse di quell'umore così alterato. Lo fissò confusa e anche il biondo si girò a guardarla, per un attimo infinito, i loro sguardi si incatenarono, come attratti per mezzo di una calamita. Alesha in quegli stupendi occhi verdi vi lesse qualcosa di simile alla delusione.

"Per caso c'è una festa in corso alla quale non sono stato invitato?" chiese lui ironico, guardando tutti, uno per uno, con aria di sfida.

"Potresti anche risparmiarti queste battutine insensate, Ethan!"
Matt era incredulo, in tanti anni di amicizia, solo in un'occasione l'aveva visto in quel modo. E ricordava perfettamente quale fosse...

"Oh mio caro Matt, un senso ce l'hanno eccome. Come si suol dire, a buon intenditore poche parole!" ammiccò, prima di voltarsi ed allontanarsi di gran carriera.

Matt era pronto a ribattere. Peccato che Ethan non gli aveva dato l'occasione! Questo non fece altro che alimentare la sua rabbia.

"Ma chi si crede di essere questo qui?!" sbottò rivolto a Demetra. 

"Davvero, mi chiedo come ho fatto ad essere suo amico per tanto tempo... È scontroso, arrogante, un vero stupido..."

"Matt, non dargli retta. Anche io lo odio e l'unica cosa che avrei voglia di fare con lui è strozzarlo, ma rischierei la galera in questo Stato. Chissà se esiste un Paese dove è ritenuto legale" si chiese con aria assente e iniziò a giocare con il purè di patate che giaceva ancora intatto nel suo piatto.

L'unica che sembrava non essersi accorta di nulla era Valerie, che continuava a guardare sé stessa nel piccolo specchietto dotato e ad applicare l'ennesimo strato di rossetto. 

Alesha non sapeva che fare, moriva dalla voglia di sapere perché Ethan aveva parlato in quel modo. Lo aveva seguito con lo sguardo da quando si era allontanato dal loro tavolo. Non gli aveva tolto gli occhi di dosso neanche un attimo.

Lo vide mentre a grandi passi si dirigeva fuori sbattendo le porte della mensa.

La ragazza decise di raggiungerlo.

"Io davvero non..." stava dicendo Matt, "Alesha dove vai?" continuò vedendo la ragazza alzarsi.

Il cuore di Alesha prese il volo.
"Ehm... Mi è venuta fa-fame. Vado a prendere qualcosa da mangiare. Torno subito."

Si diresse verso il bancone, e si nascose abilmente dietro un gruppo di ragazzi che stavano lì in piedi, a parlare.
Non appena fu sicura di non essere vista sgattaiolò fuori dalla mensa, all'inseguimento del biondo rabbioso.

La ragazza percorse tutto il corridoio, guardando in viso i pochi ragazzi che incrociava, sperando di scorgere quegli occhi familiari.
Ma li rivide in nessuno di loro.

Dove poteva essere finito, si chiedeva insistentemente.
Stava per tornare indietro e provare nelle aule del secondo piano, quando le venne in mente che lì, alla fine del corridoio c'era una scala antincendio.

Decise di tentare a cercarlo anche lì. Sperava proprio che nessuno la vedesse. Era proibito aprire la porta dell'uscita di sicurezza, se non in casi di emergenza.

Quando il corridoio alle sue spalle fu vuoto, fece un lungo respiro e con coraggio spinse la maniglia della porta.

Ethan era proprio di fronte a lei, appoggiato alla ringhiera della scala, intento a fumare una sigaretta. Il ciuffo biondo era leggermente scompigliato, in balia del vento. Il suo sguardo era assorto e pensieroso.
Non si era accorto dell'arrivo di Alesha.

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