Capitolo 1

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Quella mattina iniziò come una qualunque mattina...

La nostra Alesha si svegliò presto per andare a scuola, la sua routine quotidiana proseguì molto lentamente, con gesti automatici per via del sonno, sembrava uno zombie.

Ingurgitò una ciotola di latte e cereali al cioccolato, si riprese e fu subito pronta.

Come al solito venne accompagnata dalla madre in auto, anche se lei avrebbe preferito andare a piedi, poiché la scuola distava solo pochi isolati da casa sua.

Ma ogni mattina, nei dintorni c'erano sempre dei ragazzini idioti che si divertivano a prenderla in giro quando passava di lì. La insultavano in ogni modo, dai capelli scialbi alle scarpe fuorimoda. La povera Alesha si rattristava subito ad ascoltare certe cose sul suo aspetto, anche se non erano vere.

Non aveva neanche amiche con le quali parlare, era completamente sola. A volte tirava fuori una forza che neanche lei conosceva e si consolava da sola, ma altre volte prendeva il sopravvento la parte di sé più debole. Cominciava ad odiarsi per il suo aspetto e i suoi vani tentativi di dimagrire.

A casa sua, la madre aveva smesso di comprare le riviste di moda, perché inspiegabilmente mancavano sempre delle pagine. Tutti sapevano che Alesha aveva un'ossessione per quelle riviste, strappava le pagine che ritraevano le modelle super magre, ma non sapevano cosa ne facesse.

Ciò che faceva era prendere l'immagine del suo viso e incollarla sui corpi delle modelle per vedere che effetto le faceva guardare sé stessa con un fisico più asciutto, sperando che le desse la motivazione necessaria per andare avanti con la dieta.

Il suo sogno più grande era dimagrire per poter ballare. Amava danzare ma aveva sempre paura di risultare ridicola soprattutto per la sua fisicità, si limitava quindi alla sua stanza da letto, in cui il suo umile pubblico era composto da bambole e peluche.

Il cibo per lei era una consolazione, mangiava per difendersi dalla paura, facendola entrare così in un circolo vizioso senza via di uscita. L'unico con cui parlava e si sfogava era il suo cagnolino Tiramisù.

Quanto avrebbe voluto in quel momento avere il suo Tiramisù con sé, per affrontare un altro orribile giorno di scuola.

Mentre percorreva il corridoio per raggiungere il suo armadietto pensava "Non guardatemi, non guardatemi, non guardatemi!"

Desiderava essere invisibile pur di non essere ancora derisa, non poteva sopportarlo. Camminava a capo chino, ripetendosi mentalmente quelle parole come un mantra.

Evidentemente distratta non si accorse di star camminando troppo vicino agli armadietti, infatti sbatté la testa contro uno rimasto aperto, provocando un rumore sordo.

Molti ragazzi a vedere la scena risero, ma per fortuna Alesha aveva altro a cui pensare in quel momento...

"Oh merda! Ti sei fatta male?" chiese una voce alquanto preoccupata.

Alesha non era più nelle sue facoltà mentali. Era impegnata a nuotare nell'intenso blu che aveva di fronte a sé. Occhi così belli non ne aveva mai visti, pensò in estasi.

Erano circondati da un viso gentile e ansioso, che la guardava in attesa di una risposta.

"Co-come?" balbettò lei, suo malgrado.

"Ti sei fatta molto male? Mi dispiace, hai preso una bella botta!" rispose il ragazzo, e il suo sguardo cadde sulla fronte della ragazza, che lentamente acquisiva rossore.

Anche le gote si stavano colorando...
"N-no, non preoccuparti. Non mi sono fatta niente" terminò con un sorriso timido, massaggiandosi la fronte.

Il biondo si rilassò e ricambiò il sorriso, attratto anche lui da quel bel paio di occhi verde foglia che aveva davanti.

"Com'è che ti chiami?"

"Alesha. Alesha White... e tu?" chiese un po' in imbarazzo.

"Matt Evans" sorrise ancora mostrando una fila di denti perfetti.

Era il ragazzo più bello che Alesha avesse mai visto. Era di poco più alto di lei, aveva un bel fisico robusto. Il suo sguardo chiaro si sposava alla perfezione con il colore dei capelli. Alesha lo guardava intontita, pensando a qualcosa da dire.

Ma una voce squillante e alquanto fastidiosa interruppe la conversazione.

"Matt! Matt!"

Una bionda mozzafiato, a una decina di metri, lo stava chiamando, agitando la mano per attirare l'attenzione.

"Devo andare, ci vediamo in giro, Alesha! E fatti dare una controllata, mi raccomando!" sorrise alla bruna per poi correre verso la bionda che lo stava aspettando.

La afferrò per la vita e la baciò con passione prima di avviarsi insieme in aula.

"Anch'io vorrei qualcuno che mi baciasse così" pensò Alesha con aria sognante.

Peccato che fosse fidanzato, quel ragazzo aveva appena fatto breccia nel cuore di Alesha. Era il primo che non le parlava con uno sguardo di repulsione e questo le piaceva.

Il resto delle lezioni lo passò a pensare a lui. Arrivò poi il momento del pranzo. Si diresse in mensa e si mise in coda al bancone.

Prese un piatto di pasta, uno di carne arrostita, una porzione enorme di patatine fritte, una fetta di torta al cioccolato, e un bicchiere di latte.

Era ancora in fila quando venne distratta da qualcuno che agitava la mano e guardava nella sua direzione.

Era proprio Matt che la stava salutando, era seduto a un tavolo in compagnia della bionda e di altri ragazzi, forse voleva invitarla a mangiare con loro!

Alesha aveva il cuore che batteva a mille, presa dall'emozione non si accorse del guaio che stava per combinare.

Per rispondere al saluto sfilò la mano destra che manteneva il vassoio, ma lo urtò inconsapevolmente, rovesciando così il contenuto sulla schiena del ragazzo avanti a lei. A giudicare dalla felpa che indossava e dalla sua stazza doveva essere un giocatore di football. Non ne fu contento...

Si girò furioso verso Alesha e le urlò contro: "Che cazzo fai, brutta cicciona?!"

Amore & CioccolataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora