Capitolo 5

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Alesha e Ethan arrivarono a una enorme pista di atletica. Il ragazzo le chiese di scendere dall'auto e di avviarsi, così che lui cercasse un posto in cui parcheggiare.

La ragazza si sedette su un muretto e lo attese, intanto si mise ad osservare l'ambiente.

Era un campo immenso, e a quell'ora era completamente vuoto, era tutto per loro. L'aria era fresca, e Alesha iniziò a sentire un po' di freddo alle gambe nude.

Si chiese cosa avesse intenzione di farle fare Ethan come primo esercizio.

"Sono tornato!" annunciò il biondo facendo sobbalzare la ragazza per lo spavento.

"Ethan, mi hai spaventato!"

"Lo, so, guarda cosa ti ho portato! Questo serve a calcolare il tempo che impieghi per gli esercizi" disse mostrando un piccolo aggeggio rotondo, sembrava un orologio da taschino.

Alesha si avvicinò per guardare meglio e si accorse che era un semplicissimo e normalissimo cronometro. La ragazza iniziò a ridere di gusto, sotto gli occhi di Ethan che invece appariva confuso.

"Mi spieghi perché ridi come un'oca?"

"Scusa... ma pensavi che non avessi mai visto un cronometro?" disse ancora ridendo Alesha.

"Ehi cala la cresta. Ho solo pensato che voi femmine non conosceste questa roba. Tutto qui." Rispose lui irritato dalla brutta figura che aveva appena fatto.

Aveva evidentemente un'alta considerazione delle donne...

"Non siamo stupide Ethan, se avessi parlato di motori ti avrei dato ragione. Io questo lo usavo per le gare di nuoto."

"Ah hai praticato nuoto? Quando?"

"Anni fa, però per poco tempo... Con cosa iniziamo?"

"Avevo pensato di cominciare da una cosa semplice: le flessioni." Anche Alesha lo riteneva un esercizio facile, quando era in forma. Ora non riusciva neanche a vedersi i piedi.

Non voleva contestare il suggerimento di Ethan, per cui tentò comunque.

Le prime cinque furono dure, quelle che seguirono furono anche peggio. Arrivò stremata e tutta sudata a dieci flessioni, ma si sentì soddisfatta di aver portato a termine la richiesta.

Cercò un segno di approvazione negli occhi di Ethan, che però non tradì alcuna emozione. Sarebbe stata dura renderlo contento per qualcosa.

"Sei lenta. Ora fai un giro intorno al campo. Voglio vedere quanto tempo ci metti." Alesha spalancò la bocca e diede un'altra occhiata al campo, come per avere una conferma alle sue paure.

Non seppe dire quanto lungo fosse il percorso, ma era certa che non sarebbe stato facile finirlo.

"Ethan, ma il campo è gigantesco!" Si lamentò lei.

"Alesha, cerca di non contestare ciò che ti dico di fare. Te lo dico per il tuo bene" la guardò con quei suoi occhi profondi e seri.

La ragazza annuì.

'Dài Alesha, ce la puoi fare' si disse, cercando di tirarsi su di morale.

Era forte. E lo sapeva.

Iniziò a correre e fece l'intero giro del campo, cercando di non fermarsi.

Immensamente fiera arrivò da Ethan, che era chino ad allacciarsi le scarpe. Non si accorse neanche che Alesha avesse finito il giro.

"Quanto ci ho messo?" chiese lei col fiato corto e le mani sulle ginocchia. Lui si girò come se fosse cascato da un albero.

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