Capitolo 3

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Alesha era abituata a vedere il lato buono delle persone, credeva che tutti fossero gentili e di cuore come lei.
Tuttavia la conversazione con Ethan non la convinse del tutto. Era ingenua, non stupida, non le era chiaro il perché volesse aiutarla.
Lui continuava a guardarla con aria interrogativa.

Non aveva l'immagine di un cattivo ragazzo, di quelli che odiano il mondo intero e rispondono male per qualsiasi cosa. Il suo viso era pulito, sembrava intenzionale la sua espressione dura. Era così finta, così costruita...

"Non saprei, dovrei pensarci bene..."

"Ti capisco, ma non posso aspettare in eterno. Ti do tempo fino a stasera per rispondermi, prenditi il mio numero di cellulare"

Alesha prese coraggio e gli chiese: "posso farti una domanda?"

"Spara" rispose lui sicuro di sé, incrociando le dita dietro la nuca.

"Perché lo vuoi fare?"

Ethan ci pensò su, poi rispose:
"Voglio essere sincero con te, ti racconto la mia storia strappalacrime... Io e Matt eravamo molto amici, fino a quando lui non incontrò Valerie. Litigammo per colpa sua, pare che fosse gelosa del tempo che passavamo insieme, e gli disse che avevo una cattiva influenza su di lui, così lo costrinse a scegliere tra la mia amicizia e il suo amore. Ovviamente lui scelse lei, perché fu manipolato. Adesso vorrei aiutarlo a disincantarsi e a fargli capire che lei in realtà è una strega."

Alesha aveva ascoltato tutta la storia in silenzio e con gli occhi sbarrati. Non riusciva a concepire tanta cattiveria.
"Ho capito, tu vuoi ancora bene a Matt..."

"Esattamente, voglio solo aiutarlo. Tu saresti perfetta. Ti aiuterò a diventare la sua ragazza ideale"
Alesha ci pensò per alcuni minuti.

"Perché proprio io?"

Lo sguardo di Ethan si incupì. "Fai troppe domande per i miei gusti"

Alesha non rispose e attese educatamente che il ragazzo proseguisse.

"Non lo so... Tu hai qualcosa che colpisce. E poi, a te piace, no? Quindi perché non tentare?"

"Va bene allora, accetto"

"Perfetto" sorrise malignamente Ethan.

"Signorina White!" urlò la preside dal suo ufficio, mentre ne usciva Matt. Alesha lo salutò ed entrò in presidenza. Chiuse la porta e si sedette su una poltrona davanti alla scrivania.

Al lato opposto sedeva una donna formosa e dall'aria severa.

"Dunque, questa bella signorina si è cacciata nei guai oggi. Mi puoi dire cosa è successo esattamente? Mi hanno riferito che sei stata tu a far iniziare la rissa, gettando il tuo pranzo sulla schiena del signor Garcia."

Alesha iniziò ad andare nel panico.

"No, è stato un incidente. Non avevo motivo per farlo. Sono solo un po' maldestra. Non mi punisca, la prego" disse quasi piagnucolando.

"Ti credo, ma le regole sono le regole. Quindi prenderò un provvedimento per tutti e tre. Ora puoi andare."

Alesha uscì e tornò in sala d'attesa.

"Garcia!"

Alesha guardò Ethan che ricambiò lo sguardo con fare complice ed entrò nell'ufficio. Prima di vedere la porta chiudersi sentì dire con fare ruffiano: "Preside carissima, come sta questa mattina?"

Alesha faticò a trattenere una risata. Prese le sue cose e si avviò all'uscita.

La notte non riuscì a chiudere occhio, a causa dell'adrenalina che le circolava in corpo. Il giorno in cui avesse finalmente visto sé stessa con un fisico magro sembrava finalmente vicino. Sapeva che ci sarebbe voluto molto lavoro ma era comunque eccitata. Si alzò dal letto la mattina dopo con una gran voglia di vivere, finalmente.

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