Michael si svegliò con un fortissimo mal di testa. Aveva dimenticato quanto fosse liberatorio ubriacarsi con Nadim, lui sapeva sempre come farti distrarre. Samir di solito rideva come un matto mentre li vedeva perdere il controllo e fare i cretini, ma non amava l'alcool e il suo compito era quello di controllare che non oltrepassassero troppo il limite.
Michael si passò una mano sulla faccia, si sentiva una pezza. Il sole stava appena sorgendo e il cielo era striato di rosa e di azzurro.
Che meraviglioso buongiorno. Tutto andava come doveva andare.
Si voltò e soffocò una risatina: Nadim si era addormentato abbracciato a una bottiglia, con una gamba sullo schienale del divanetto e una poggiata al pavimento, russava sonoramente.
Samir invece dormiva con la testa sul braccio posato sopra il davanzale: Michael era sicuro che avesse trascorso molto tempo a rimirare le stelle, come suo solito.
Decise di non svegliarli subito, ma mentre si godeva l'arietta fresca dell'alba, sentì qualcuno bussare alla porta. Nessuno conosceva quel posto a parte loro. Chi poteva essere?
"Nad! Sam! C'é qualcuno alla porta" disse, strattonandoli.
Samir balzò subito in piedi, mentre Nadim si girò dall'altra parte borbottando qualcosa e continuando a russare.
"Vai tu Mike, io sto sulle scale"
"Se é la polizia siamo nei guai, stiamo occupando una casa che non é nostra"
Michael era visibilmente preoccupato e avrebbe preferito non aprire, ma quel toc toc non accennava ad andarsene.
"Siamo qui quasi tutti i giorni Mike, nessuno ha mai fatto caso a noi, evidentemente questa casa non é più di nessuno. Vai"
Michael scese le scale e poggiò l'orecchio al portone.
"Chi é?" disse.
La risposta non arrivò subito, ma dopo poco Michael ebbe un tuffo al cuore.
"Ho bisogno di aiuto, per favore, fammi entrare".
Samir sollevó un sopracciglio.
"Non aprire, nessun altro deve scoprire questo posto"
"Lo ha giá scoperto" rispose Michael, e aprì.
Lei era lì. Lei, la ragazza misteriosa.
Si intrufolò subito in casa e chiuse la porta alle sue spalle.
Michael e Samir erano sbalorditi e spaventati.
"Ma chi diavolo sei tu?" disse Samir, palesemente irritato dal comportamento della ragazza.
Lei non lo degnó di uno sguardo e si rivolse completamente a Michael.
"Non avere paura, per favore. Io sono Ashley e ti sono immensamente grata per avermi aiutato ieri sera. Senza di te ora sarei nelle mani di quell'uomo".
Samir era sempre più scioccato.
"La conosci?" disse a Michael, che guardava la ragazza come se fosse un'apparizione.
"S-si... ci siamo conosciuti ieri"
Il modo in cui Ashley parlava era incantevole. Era chiaro che il suo paese d'origine non era la California, il suo accento non lasciava dubbi. Parlava con un'andatura dolcissima e il suono della sua voce era molto gradevole.
Prese la mano di Michael tra le sue.
"Ieri ti ho seguito, ho visto che entravi in questa casa. Ho trascorso tutta la notte per strada, non sapevo dove andare, ti chiedo scusa per la mia intromissione".
Michael scosse la testa: "Hai fatto bene a venire qui. Queste strade di notte non sono proprio il massimo per una ragazza, avrai avuto paura".
Lei gli sorrise e forse solo allora Michael si accorse di quanto era bella. "Sei molto gentile"
Samir alzò gli occhi al cielo vedendo il rossore sulle guance dell'amico.
"Ho freddo e ho fame... aiutami per favore" disse la ragazza.
Michael le fece strada, conducendola alla terrazza. Samir era più che mai scandalizzato, ma si limitò a sbuffare e non si oppose.
Ashley sorrise divertita alla vista di Nadim.
"Oh...loro sono i miei amici, Samir e Nadim. Si beh...non vedi Nadim nel suo momento migliore" disse Michael, divertito.
"Non preoccuparti, sembra divertente. E tu chi sei?"
"Io sono Michael" le disse, porgendole la mano che lei strinse affettuosamente.
Michael prese di corsa una coperta e la avvolse attorno alla ragazza, che lo guardava come se fosse un angelo.
"Sam, dove tenete il cibo?"
L'amico in risposta gli mise un braccio attorno al collo e lo trascinò in disparte.
"Mi dici cosa hai intenzione di fare con quella lá? É una perfetta sconosciuta e ora vuoi che le dia le nostre provviste?" gli disse, in un sussurro nervoso.
"Sam, é una ragazza in difficoltá, domani se ne andrá via, vedrai. Coraggio dammi un panino"
Samir gli diede un colpo sulla testa e scese le scale a mala voglia.
Ashley sorrise: "Non penso di stare molto simpatica al tuo amico"
"Non preoccuparti, gli passerá"
Nadim aprì gli occhi e si voltò con una smorfia buffissima, causata dalla sbronza e dal lungo sonno.
"Ben svegliata principessa" disse Michael, ridendo.
Alla vista di Ashley, Nadim strabuzzò gli occhi e fece per tornare a dormire.
"No, sono ancora ubriaco. Svegliami più tardi"
"Non sei ubriaco, cretino. Lei é Ashley"
Nadim si voltò ancora, facendo vagare il suo sguardo da Ashley a Michael.
"Buongiorno!" gli disse lei, con un cenno della mano e un sorriso.
Nadim cambiò totalmente espressione "Puoi dirlo forte! Questo é proprio un buongiorno bellezza...Chi sei?" le disse, squadrandola soddisfatto dalla testa ai piedi. Ashley rise, sinceramente divertita e lusingata.
"É...un'amica, Nad" rispose Michael.
Samir arrivò con un panino, come gli era stato chiesto, e lo porse alla ragazza senza nemmeno guardarla.
"Ti ringrazio".
Michael lo fulminò con lo sguardo, non voleva che fosse così scortese con lei.
Nadim invece lo spinse scherzosamente: "Dì un po' fratello, stai passando nell'altra sponda? A noi lo puoi dire, non vergognarti di essere gay"
"Ma stai zitto tu!"
Michael scoppiò a ridere e portò Ashley lontano da quei due matti.
"Perdonali, loro sono così, gli piace scherzare. Puoi restare qui quanto vuoi, come vedi anche per Nadim sei la benvenuta"
"So di dovervi delle spiegazioni"
"Solo se hai voglia di parlarne"
A Michael non era sfuggito il modo in cui lei lo guardava. Sembrava rapita, tanto quanto lo era lui.
Annuì.
La voce di Nadim li interruppe: "Noi andiamo a farci un giro e poi a lavoro, speriamo di racimolare qualche dollaro. E tu non andare via dolcezza!"
Ashley rise: "Saró qui al vostro ritorno"
Samir non fu del tutto felice di quella affermazione, ma doveva rassegnarsi alla presenza di Ashley nella loro vita.
***
Michael e Ashley avevano passato tutto il giorno insieme sulla terazza. Lui le aveva raccontato un po' la sua vita. Le aveva spiegato che era un ballerino e un cantante molto famoso e lei sembrò colpita da questa affermazione.
"Allora canta qualcosa per me"
Lui scosse energicamente la testa.
"No no... io non canto davanti a una persona sola, mi vergogno"
"Beh, almeno insegnarmi a ballare qualcosa, io non so farlo".
Lui strinse le labbra, imbarazzato.
"Il mio stile é un po' particolare, ma potrei insegnarti a fare un piroetta"
Ashley si alzó da terra, entusiasta.
Michael gliene mostrò una, compiendo ben cinque giri su se stesso.
"Accidenti! Fammi provare".
Non riuscì a completare nemmeno un giro e Michael la trovò estremamente tenera.
"Beh...stai andando bene!"
Proprio in quel momento, i due fratelli furono di ritorno.
"Guardalo, ora si mette a scassare le palle a tutti facendo quelle strane mosse"
"Nad, vuoi una piroetta sul culo?" disse Michael, saltandogli addosso scherzosamente.
Samir sorrise, non poté farne a meno.
"Hai portato un po' di grana?" chiese Michael.
"Non molta oggi. La gente non spende soldi per comprare cestini di vimini e altre cagate".
Samir e Nadim allestivano delle piccole bancarelle, sperando di guadagnare quanto bastava per il cibo. Michael non poteva disporre del denaro di famiglia, ma ogni volta che poteva dava una mano.
Ashley gli prese la mano per attirare la sua attenzione. Le piaceva vederlo arrossire. Il sole era del tutto tramontato e comparivano le prime stelle, solo per loro.
"Avrei bisogno di parlarvi", gli disse all'orecchio.
Michael si schiarì la gola per attirare l'attenzione.
"Sediamoci ragazzi. Ashley vuole dirci qualcosa. Nad, prendi le coperte"
Si sedettero uno accanto all' altro sul pavimento, con la schiena poggiata al divano e gli occhi al cielo.
Ashley si era seduta tra Michael e Nadim, non era del tutto sicura che Samir la volesse vicino.
"Volevo solo spiegarvi la mia situazione, non é giusto che approfitti così della vostra gentilezza e disponibilitá".
Prese un respiro e nel buio della notte Michael credette di vedere i suoi occhi inumidirsi.
"Mi chiamo Ashley Ayara. Sono nata in Liberia, in Africa. La mia amata Africa..."
Guardó lontano e chiuse gli occhi.
Per un attimo immaginò di essere ancora lì, a godere del sole e dell'aria africana. Invece c'erano solo cemento e aria inquinata all'orizzonte.
"Sono cresciuta lì con mia madre. Mi ha concepita con un americano, uno di quegli studiosi delle culture del mondo che al tempo si trovava proprio in Liberia. Per questo la mia pelle é mulatta. Sono il frutto di un'avventura di una notte"
Pronunciò quest'ultima frase con evidente amarezza.
"Non dire così Ashley. Nessuno di noi può considerarsi uno sbaglio, ognuno si trova sulla Terra per un buon motivo" le disse Michael, cercando di rincuorarla.
"Mi chiedo quale possa essere il mio" rispose lei. Dopo un sospiro continuò:
"Ma non é questo il punto. Io e mia madre ci trasferimmo in Mauritania e lì fummo costrette a dichiararci schiave per i troppi debiti"
Nadim strabuzzò gli occhi: "Cosa?! Che vuol dire?"
"Quello che vuol dire Nad" gli disse Samir, dandogli una gomitata sul fianco.
"É normale che ne sia sorpreso. É una realtá molto lontana dalla vostra"
Michael era rimasto pietrificato. Di solito sapeva sempre come intervenire, ma questa volta ogni parola gli sembrava priva di significato.
"Sono stati...gli anni più duri della mia vita" la voce le morì in gola.
"Scusatemi. Non voglio parlare di questo"
Michael le mise un braccio attorno al collo. Non era solito dimostrare tante premure a una ragazza, era molto timido e impacciato, ma quella volta fu naturale. Come se fosse tutto quello che doveva fare.
Ashley poggiò la testa sulla sua spalla e un sincero sorriso le rasserenò il volto. Il profumo di Michael le piaceva, sapeva di buono. Desiderò in cuor suo di rimanere così per sempre.
Nadim guardò quella scena scambiandosi un'occhiatina col fratello. Michael non ci fece affatto caso, quel momento era solo suo e di nessun altro.
"Continua Ashley" la incitò Samir, che si era fatto curioso.
"Oh si". Fece per sollevarsi, ma Michael non le permise di muoversi e la tenne stretta a sé nella stessa posizione.
"Beh, mia madre soffriva molto nel vedermi in quello stato e avrebbe fatto di tutto pur di farmi andare via dall' Africa. Così un giorno arrivò in cittá un ricco signore. Diceva di provenire dall'America. Mamma conosceva bene quella terra, papá gliene aveva parlato come se fosse un paradiso terrestre e spesso mi faceva addormentare raccontandomi del Nuovo Mondo. Un nuovo mondo per una nuova vita. La mamma fece di tutto per entrare in contatto con quest'uomo. Gli raccontò la nostra situazione ed espresse la speranza di vedere sua figlia felice. L'unico modo possibile era quello di vendermi a lui"
Per la seconda volta Nadim non poté credere alle sue orecchie.
"Tua madre ti ha venduto a uno sconosciuto?"
Il suo stupore fu immediatamente arrestato dagli sguardi dei due ragazzi.
"E che cosa avresti fatto tu, Nad? Non aveva scelta, era l'unico modo. "Col consenso dei nostri padroni, l'uomo mi comprò e mi portò qui.
Tutto questo é accaduto tre anni fa"
"Solo tre anni fa? Parli molto bene la nostra lingua" ammise Samir.
"E poi? Cosa é successo? Perchè sei fuggita?" la incalzò Michael.
Michael sentì la testa di lei premere di più sulla sua spalla.
"Lui non era un uomo buono. Mia madre si era sbagliata. Mi ha comprato e come tale valgo quanto un oggetto per lui. Sono diventata la sua schiava, la sua maledetta serva"
Ashley faticò a trattenere le lacrime.
"Destinata a valere meno di un paio di scarpe, é questo il motivo per cui sono qui Michael?"
Lui le cinse il corpo con l'altro braccio.
"No. Tu vali più di quanto credi"
Ma lei scosse la testa.
"Per tre anni mi ha sfruttata, picchiata e umiliata. Non se ne fa una vergogna, io per lui non sono nemmeno una persona. Così due giorni fa sono scappata. Se mi trova mi ammazza, ha paura che racconti tutto. So che qui in America la schiavitù non esiste e lo arresterebbero. Ma io... io ho bisogno di vivere la mia vita da padrona. Non voglio più essere la serva di nessuno. Questo giorno passato con voi é stato il primo trascorso da ragazza libera e ve ne sarò immensamente grata per sempre. Mi avete messo le ali".
I tre ragazzi erano sconvolti.
Non dissero nulla per un po'. Il silenzio era solo interrotto dagli schiocchi dei baci che Michael le lasciava tra i capelli neri come la notte che li sovrastava. La notte che custodiva i loro segreti.
Samir fu l'ultimo a parlare, prima che tutti cadessero in un sonno profondo: "Senti Ashley...tu puoi stare qui quanto ti pare"
Sorrisero.*ANGOLO AUTRICE*
Piccola nota: i nomi dei due fratelli non sono scelti a caso. Infatti
"Nadim" in arabo significa "compagno di bevute", mentre "Samir" "compagno di una chiacchierata notturna", le stelle e la notte sono la vera passione di auesto personaggio,come scoprirete.
Un bacio! Lasciate un commentino e non fate i lettori silenziosi!
-Terry
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Make A Wish.
FanfictionCerti incontri ti cambiano la vita. Michael Jackson, un giovanissimo cantante di successo in cerca della felicitá, si troverá costretto ad intrecciare la sua vita con quella di Ashley, una misteriosa ragazza mulatta che scappa da un destino che le é...