Orione

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"Nad! Su, smettila di fare il bambino, apri la porta!"
"Coraggio Nad!"
Samir, Ashley e Michael bussavano insistentemente alla porta del bagno dentro il quale Nadim si nascondeva da giorni e giorni.
"Ormai esce solo per mangiare e per farmi andare al cesso, poi torna lì dentro. É stravolto" spiegò Samir.
Ashley si mangiucchiava le unghie, con un'aria persa e triste.
"Andate sulla terrazza voi due, ci parlo io con lui"disse.
Samir e Michael sbuffarono, ma fecero come aveva detto: quella ragazza aveva un grande ascendente su di loro.
Ashley si era accoccolata sul pavimento, con la testa poggiata alla porta.
"Nad...mi dispiace così tanto, così tanto" cominciò.
"Se solo potessi modificare il passato, sparirei dalle vostre vite per sempre. Vi ho fatto soltanto del male, a te prima di tutti Nad. Ma vorrei soltanto dirti una cosa: quella notte hai difeso il tuo migliore amico e la vita di Michael vale di più della vita di quel porco. Se tu non avessi agito in quel modo lui sarebbe morto e avresti un rimpianto ancora maggiore"
Nadim si ostinava a non rispondere, ma Ashley sapeva che era in ascolto.
"Tu non sei cattivo Nad, non sei un assassino. Mi hai salvata, mi hai restituito la serenità. Non ti basta questo per renderti felice? Esci da lì, non hai motivo di nasconderti come un ladro"
Aspettò un paio di minuti, finché Nadim non uscì dal bagno. Per la prima volta Ashley lo vide triste. Era magro, sciupato e spento.
Lui le offrì la sua mano per alzarsi da terra e Ashley lo abbracciò forte, ricambiata.
"Non mi pento di averti salvata Ashley, ma quello che ho fatto non riesco a perdonarmelo. Vado a confessare tutto alla polizia"
Michael e Samir stavano origliando in cima alle scale.
"Nad!! Come sarebbe? Vai a confessare?" Samir era scioccato e impaurito per la loro sorte
"Sam, non posso fare altrimenti. La polizia troverá comunque le mie impronte sul coltello, non lo abbiamo nemmeno estratto dal suo corpo. É solo questione di tempo. Dirò tutta la veritá e Ashley verrá con me"
Michael gli mise un braccio attorno al collo.
"Verremo anche noi. Non ho intenzione di lasciarti solo fratello, tu mi hai salvato la vita e io ci sarò"
I quattro ragazzi si misero in cammino verso la caserma. Un sole alto e caldo bruciava i marciapiedi desolati di Encino.
"E se non ci crederanno?" disse Samir.
"Vedranno le ferite sul corpo di Ashley e faranno le loro indagini Sam, smettila di preoccuparti" lo rimbeccò Michael.
Nadim non aveva più detto una parola. Guardava fisso i suoi piedi e sudava freddo nonostante il calore.
Quando entrarono nella caserma, si sedettero in attesa, ognuno immerso nei suoi burrascosi pensieri.
***
"É andata così capitano, dovete credermi" disse Nadim, dopo aver illustrato tutto l'accaduto per filo e per segno.
Il capitano lo scrutava attentamente dietro due spesse lenti trasparenti, arricciando di lato i baffetti a spazzola.
"Stai confessando di aver ucciso un uomo" sottolineò.
Nadim annuì: "Avrebbe ucciso il mio amico"
"Questo non puoi dimostrarlo o sbaglio?"
Samir si stava innervosendo: era suo fratello e quell' uomo stava mettendo in dubbio le sue parole.
"Ci sono tante cose che non si possono dimostrare capitano, ma non per questo sono irreali. Mio fratello ha fatto ciò che chiunque altro avrebbe fatto"
"Siamo entrati in quella casa per liberare la nostra amica dalle grinfie di un uomo spregevole. Guardi le sue ferite" disse Michael, indicando il viso di Ashley.
"Fate le vostre indagini e scoprirete che la storia che vi abbiamo raccontato é la pura veritá".
Nadim si era fatto piccolo piccolo, sembrava volesse sparire in quella sedia. Gli occhi severi del capitano lo impaurivano.
Questo si alzò, sostenendosi coi pugni sulla scrivania.
"Verificheremo. Per ora il ragazzo sará trattenuto in carcere, mentre voi altri dovrete rimanere a disposizione in cittá"
"Ma non potete!! Questo é ingiusto!" protestò Samir, alzando forse un po' troppo la voce.
Michael lo trascinò via a forza. Nadim fu condotto in carcere da due poliziotti e Ashley rimase trafitta dal suo sguardo terrorizzato: mai come allora sarebbe voluta sparire per sempre.
Samir era fuori di sé e per tutto il tragitto verso casa non fece che imprecare contro la polizia.
"Maledetti bastardi... non si preoccupano dei veri criminali e se la prendono con mio fratello. "Non lo puoi dimostrare". Brutto figlio di..."
"Sam, calmati, é il loro lavoro. Riusciranno a risalire ai documenti che Colin ha firmato, in cui c'é scritto chiaramente che da quel giorno in avanti io ero di sua proprietá" gli disse Ashley. Era sicura che non sarebbe accaduto niente a Nadim e la sua sicurezza li rasserenò un poco.
"Non voglio restare solo oggi. Impazzisco senza di lui" disse Samir.
Quello tra fratelli é l'amore più puro al mondo. Alle parole di Samir, Ashley cambiò totalmente espressione. Per un attimo sembrò addirittura commossa.
"Capisco quello che provi Sam. É dura senza il proprio fratello"
Michael la guardò corrugando la fronte.
"Resteremo con te tutto il giorno Sam" gli disse.
Trascorsero la giornata cercando di diatrarsi. Tutto era più triste e noioso senza Nadim e Michael ne percepiva davvero la mancanza.
Presto arrivò la notte, il momento che Samir amava di più. C'erano le stelle, le sue sentinelle dorate. Samir conosceva tutte le costellazioni e la loro storia e qundo ne parlava era incantevole.
Tutti e tre erano distesi a pancia in su sul pavimento, con la testa poggiata al materasso.
"Guardate lá" esclamò Samir, puntando il dito contro il cielo: "Vedete quelle tre stelle lá su? Sono la cintura di Orione"
Ashley si sistemò meglio, accoccolandosi sul petto di Michael che le massaggiava i capelli.
"Raccontaci la sua storia Sam" disse.
Samir non aspettava altro. Le stelle lo distraevano, o perlomeno lo rincuoravano: osservandole si rendeva conto della perfetta maestositá che circonda la nostra piccola e insignificante Terra e avere l'opportunitá di scorgere almeno uno spicchio di quella perfezione lo faceva stare bene.
"Orione era un cacciatore di rara bravura e bellezza. Andava a caccia sempre accompagnato da Sirio, il suo fedele cane. Invaghitosi di Merope, la figlia del re, la corteggiò. Ma purtroppo, il re accecò i suoi begli occhi azzurri, offeso per l'affronto subito. Così Orione si rifugiò sull'isola di Lemno, solo e affranto"
Ashley e Michael ascoltavano rapiti la voce di Samir che aveva acquisito un tono misterioso e imponente.
"Il dio Efesto si impietosì di lui. Gli affidò una guida che lo condusse proprio dove il sole sorgeva. Lì, inondata da raggi dorati, la dea Eos, l'aurora, gli restituì la vista. I due si innamorarono perdutamente e si sposarono"
Michael continuava ad accarezzare i capelli di Ashley. Anche lei lo aveva salvato infondo. Gli aveva restituito la vista perduta: da quando era entrata nella sua vita infatti, Michael riusciva a vedere ciò che prima sfuggiva al suo sguardo; i piccoli gesti delle persone, i miracoli silenziosi della natura... grazie a lei ora niente sfuggiva allo sguardo del suo cuore. Ashley era la sua eterna aurora...
"Per la gioia, Orione cacciò per molto tempo, sempre affiancato da Sirio. Artemide, la dea della caccia, sedotta dalla bellezza di Orione e dal suo valore, si innamorò di lui. Ma Orione era fedele a Eos e più volte declinò le richieste della dea. Artemide apprezzava la sua fedeltá, ma andò su tutte le furie quando si accorse che Orione aveva messo gli occhi su una delle Pleiadi, le sette figlie di Atlante" continuò Samir.
"Così inviò il suo servo, uno scorpione, che dopo aver atteso il ritorno del cacciatore e del suo fedele compagno nella loro capanna, sferrò un attacco mortale. Orione morì."
Samir fece una piccola pausa teatrale, poi indicò il cielo: "Zeus lo trasformò in una costellazione. Eccolo lì, mentre caccia. Indossa una cintura ed é sempre accompagnato dal cane Sirio che, dopo essere morto cercando di difendere il suo padrone, fu trasformato da Zeus nella costellazione del Cane. E guardate lá!" Samir spostò l'indice nel grande schermo del cielo notturno: "Quella é la costellazione dello Scorpione. É lontana da Orione, proprio perché lo Scopione non possa più fargli del male"

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