"Ash, hai bisogno di uscire e di divertirti" le disse Michael, guardandola gravemente.
"Dici questo perché ho un brutto aspetto?" rispose, guardandosi allo specchio ancora una volta e cercando di sistemare i capelli con una pinza.
"No, ma mi sembri tesa. Vorrei tanto portarti a fare un giro per Londra"
"E non puoi farlo?"
Ashley gli andò vicino, acccarezzandogli la guancia.
Michael le prese la mano e se la portò alle labbra.
"Dobbiamo fare attenzione, piccola. I paparazzi mi seguono ovunque"
"Ti prego"
Non poteva resisterle. L'avrebbe accontentata anche se gli avesse chiesto di morire.
"E va bene"Michael si coprì dalla testa ai piedi, si potevano scorgere solo gli occhi nascosti dall'ombra della tesa di un cappello nero.
Nadim scoppiò a ridere quando lo vide: "Dì un po', da dove viene tutto questo stile?"
"Chiudi il becco. Piuttosto, come sta Samir?"
Il tono di voce di Nadim si rabbuiò: "Meglio, grazie al cielo. Mi chiedo solo come il veleno possa essere entrato per magia nel bicchiere" disse, in modo allusivo. Ashley alzò le sopracciglia, come per dargli ragione.
Michael sbuffò: "Sentite, lei non lo conosce nemmeno. A che scopo cercare di ucciderlo?"
"L'unica cosa che so è che le altre persone che hanno bevuto quel succo non sono all'ospedale e sono vive e vegete"
"Nessun altro ha bevuto quel succo Nad, le cameriere lo avevano appena messo a tavola, l'ho visto coi miei occhi, e poi nessuno l'ha più toccato. Jessica non lo avrebbe mai fatto"
Michael sentì due mani di donna poggiarsi sulle sue spalle: "Che cosa non avrei mai fatto?" disse una voce melliflua.
"Jessica! Oh...io...dov'é Jane?"
"Le cameriere la stanno coccolando un po'"
Ashley prese Michael per mano e lo spinse verso l'uscita: "Ora dobbiamo andare. Ciao Nad"
"Dove andate?" chiese lei, con un fastidioso tono lamentoso.
'Lontano da te' pensò Ashley.
"Andiamo a fare un giro per Londra" rispose Michael,emozionato.
Jessica arricciò gli angoli della bocca: "Che carini, un'uscita romantica sotto la pioggia?"
"Esattamente. Ora se vuoi scusarci..." disse Ashley, scocciata per la sua intromissione.
Si chiusero il portone alle spalle, finalmente soli, lasciandosi dietro ogni preoccupazione.
"Oggi siete particolarmente avvenente signorina Ayara", Michael le porse il braccio e scesero le scale come due aristocratici, per poi ridere.
"Oggi siete particolarmente spiritoso signor Jackson"
"Spero solo che siate lieta di trascorrere questa mattinata co me signorina"
"Ne sono immensamente lieta"
Michael la portò a fare un giro in carrozza per le strade di Londra. Passarono sotto il Big Ben, che si stagliava in tutta la sua imponenza sul cielo grigio, battendo i secondi che passavano inesorabilmente.
Ashley poggiò la testa sulla spalla di Michael e chiuse gli occhi: il rumore degli zoccoli del cavallo che battevano ritmicamente sul marciapiede bagnato non le permetteva di sentire il rumore dei suoi pensieri.
"Mi piace guardare la gente. Ci sono così tante persone diverse tra loro. Vorrei conoscerle tutte" disse Michael, con una nota velata di malinconia: "E pensare che tutti conoscono me"
Ashley gli prese la mano e la baciò: "É meraviglioso il fatto che tutti ti conoscano, amore mio. Puoi fare tanto bene a questo mondo, puoi rendere felice la gente"
Michael strinse le labbra e le baciò la fronte: "Vorrei solo poter rendere felice te"
"Mi hai reso felice dal primo momento in cui ti ho incontrato. Da quando mi hai aiutato a nascondermi da Colin, quandi ancora non sapevi nemmeno il mio nome. Tu sei l'unica persona al mondo che mi rende felice"
Il viaggio in carrozza durò abbastanza da permettere ai due di confessarsi tutti i propri pensieri, le proprie paure e preoccupazioni.
"Pensi che staremo insieme per sempre Ash?"
Lei sospirò tristemente e deglutì, come se quello che stava per dire le facesse paura: "So che io ti amerò per sempre. E questo mi rassicura"
Michael annuì, guardandola tristemente. Il pensiero che potesse essere ancora una volta diviso da lei lo tormentava.
Trascorsero insieme gran parte del pomeriggio.
Michael la portò in uno dei negozi più chic di Londra: voleva comprarle a tutti i costi un vestito. Entrò anche lui, sotto gli sguardi sospettosi delle commesse, che guardavano con disappunto il suo abbigliamento stravagante.
"Coraggio Ash, scegli un vestito"
"Sono costosissimi Mike..."
"Fortunatamente ho un conto in banca piuttosto ben fornito. Non fare tante storie"
Ashley era incredula. Tutti quei meravigliosi abiti le facevano girare la testa. Guardò ammirata uno di essi, con gli stessi occhi che i bambini hanno quando si fermano ad osservare il loro giocattolo preferito.
A Michael non era sfuggito nulla e immaginando che Ashley non avesse il coraggio di chiedere, disse: "Prova quello rosso".
Non se lo fece ripetere due volte ed entrò in uno spazioso camerino.
Quando ne uscì, Michael rimase senza fiato per quanto era bella ed elegante.
"Lo prendiamo" disse, senza nemmeno far passare un secondo.
Finirono per uscire dal negozio con ben tre vestiti, uno più bello dell'altro.
"Dio... non dovevi farlo, mi sento così in colpa. Sei pazzo"
"Lo sono, senza dubbio" rispose lui, prendendola per mano per poi avvolgerle il braccio attorno al collo.
"Da quanto tempo non mi sentivo così felice" sussurrò, con la bocca incollata ai capelli di Ashley.
***
"L'hai portata a fare compere?"
Nadim aspettava Ashley insieme a Michael nella hall: avrebbero mangiato insieme, Nadim aveva bisogno di distrarsi da quanto era accaduto al fratello, così come Michael.
"Tre vestiti. Era splendida Nad"
L'amico sorrise, dandogli un leggero colpo sulla gamba.
"Eccome se lo é, fratello. Il fatto che ora tu sia circondato di bombe sexy mentre io me ne sto tutto solo in una stanza di hotel mi fa rodere un po' il culo, devo ammetterlo. Ne sono cambiate di cose da quando eri un verginello timido e brufoloso"
"Non ero affatto brufoloso" lo rimbeccò Michael, fingendo di arrabbiarsi.
"Si che lo eri amico. Un enorme cazzone con dei capelli assurdi, ecco cosa eri"
"E tu un immenso deficiente che vendeva cestini di vimini per le vecchiette. Molto virile."
Nadim aprì la bocca per ribattere,ma la richiuse subito ridendo: "Colpito e affondato. Uno a zero per te"
Sentirono il pianto di una bimba provenire dall'ascensore.
Jessica era davvero stupenda quella sera. I folti capelli rossastri sparsi sulla schiena e due occhi verdi lasciarono tutti i presenti, donne e uomini, sbalorditi.
"Ciao Jessica!"
Nadim si era affrettato a salutarla, sfogfiando il suo sorriso migliore, ma lei lo degno di un sorrisetto gelido. Il sorriso che regalò a Michael, invece, fu di tutt'altra specie. Gli andò contro, sensuale e maliziosa.
"Come stai Michael?" gli disse, dandogli due baci sulle guance.
"Mai stato meglio" rispose, freddamente. Era bella, negarlo sarebbe stato da ipocriti, ma il suo fascino non lo distoglieva di una virgola dalla sua unica fonte di ammirazione, che non era di certo quella donna.
La sua impassibilitá infastidì non poco Jessica e la sua stizza fu evidente. Era sicura che Michael fosse come tutti gli altri uomini: deboli. E prima o poi avrebbe ceduto anche lui.
L'interesse di Michael, invece, fu tutto per la piccola Jane, che prese subito dopo in braccio.
"Ma come sei bella con questo vestitino... sei una principessa?" le diceva, portandola verso l'alto con le braccia e facendola volare. Gli piaceva sentire la risata cristallina e sincera di quella bambina.
Sentiva che si stava affezionando a lei ogni giorno di più e quell'inaspettato sentimento gli faveva paura.
"Posso parlarti un secondo Michael?"
li interruppe Jessica. Prese la bambina dalle sue braccia, per affidarla a quelle di Nadim.
"Ti dispiace tenerla d'occhio? Torno subito" gli disse, anche se a Nadim parve più un ordine che una richiesta. Riluttante, Michael la seguì poco più un lá, nella stanzetta con le porte a vetro.
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Make A Wish.
FanfictionCerti incontri ti cambiano la vita. Michael Jackson, un giovanissimo cantante di successo in cerca della felicitá, si troverá costretto ad intrecciare la sua vita con quella di Ashley, una misteriosa ragazza mulatta che scappa da un destino che le é...