Lacrime di stelle

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La notte porta consiglio, dicono.
E quella notte non solo portò consiglio, ma anche una buona dose di lacrime. Quella notte fu lo scenario di tante domande senza risposta, di grande confusione, di incertezze e di paura.
Ma Ashley non lo sapeva. Non ancora. Aveva dormito per tutto il tempo, incurante di quello che accadeva attorno a sé.

Quando infine percepì il termine di quel lungo sonno ristoratore, strinse gli occhi più forte: avrebbe voluto impedire a se stessa di svegliarsi e a forza sarebbe tornata nel mondo dei sogni in cui niente di brutto e di vero può accadere. La veritá le faceva male, voleva rimandare il dolore ancora per qualche minuto. Con gli occhi serrati allungò una gamba verso il corpo di Michael. Si ritrovò col piede oltre il bordo del letto, raffreddato dal contatto col lenzuolo vuoto.

Michael non c'era.

D'istinto, Ashley aprì gli occhi. Il letto era stato rifatto per metá. La ragazza si mise a sedere, aspettandosi di trovare la porta del bagno socchiusa e Michael intento a lavarsi la faccia.
E invece vide tutt'altro. La valigia che aveva finito di riempire la sera prima, ora giaceva vuota sul pavimento. Ashley si portò una mano alla fronte: chissá, forse sognava ancora.
Si alzò lentamente: tutti i suoi vestiti erano stati riposti accuratamente nell'armadio. I trucchi, le spazzole, i prodotti di bellezza, erano stati tolti dalla valigia e rimessi nel bagno, al loro posto.
Tutto era stato sistemato di nuovo nella stanza , tutto, tranne le cose di Michael, che non c'erano più.
Ashley guardava tutto questo con l'espressione di un ubriaco che non ricorda nulla di ció che é accaduto la sera prima e come per incanto si ritrova in una casa che non é la sua.
La valigia di Michael non c'era, così come i suoi vestiti. 
Era talmente spaventata che uscì fuori ancora in camicia da notte.
Man mano che i secondi passavano, riacquistava tutta la razionalitá necessaria. Più tornava coi piedi per terra, più un' oscura intuizione si faceva largo nella sua testa.
Dov'era Michael? E perché aveva disfatto solo la sua valigia?
Ashley inizió a correre. Sentiva il cuore pulsarle violentemente nella gola.
Correndo a più non posso sul terreno arido raggiunse la capanna di Mwarabi. Entrò con poche cerimonie e senza aggiungere altro, chiese di lui.
"Dov'é?"
Mwarabi strinse le labbra e guardò in basso.
"Ci ha raccomandato di non svegliarti stamattina"
"Dov'é andato?!"
La voce di Ashley era impregnata di rabbia, ancora una volta la veritá più crudele diventava sempre più nitida.
"É partito"

Ecco il compimento di quel triste presagio che le attanagliava la gola. Ashley rimase paralizzata, con una mano a mezz'aria. Solo gli occhi vagavano da un punto all'altro della stanza.
"Stamattina, molto presto. Mi ha detto che non aveva chiuso occhio per tutta la notte e che aveva preso la decisione migliore per te" continuó Mwarabi.
Ashley batté il pugno su un piccolo tavolo di legno.
"E chi gli ha dato il diritto di decidere per me?!" la sua voce ora era straziata dalle lacrime che prepotentemente cercavano di risalirle dalla gola.
Mwarabi le andò vicino per accoglierla in un caldo abbraccio paterno.
Ashley scoppió in singhiozzi sulla sua spalla. Si fece pervadere dall'odore acre della sua pelle.
"É partito... così, senza dirmi nulla. Mi ha disfatto la valigia e se ne é andato Senza salutarmi" diceva, a scatti interrotti dai singhiozzi.
"Avevamo deciso che sarei partita con lui. Io lo avevo deciso e lui era così felice"
"E tu Ashley? Eri felice?"
Lei si svincoló da quell'abbraccio, sconvolta: "Io ero addolorata. Volevo restare qui per sempre. Ma volevo retarci con lui. Io avevo scelto lui, alla fine" disse, marcando quelle ultime parole.
Mwarabi scosse la testa leggermente: "Mia cara, Michael conosce il tuo cuore meglio di te stessa. Siamo stati a lungo a parlare, mentre il sole sorgeva. Ha sentito le parole che hai detto a tua madre ieri notte, mentre le dicevi addio. É rimasto talmente commosso da quel saluto, che non é riuscito ad obbligarti a partire. Si é accorto che il tuo era solo un sacrificio che compivi per la sua felicità, mentre sacrificavi la tua. Lui ti ama così tanto che non poteva permetterlo"
Ashley si strinse i lunghi capelli scuri tra le mani: "Ma io lo avrei fatto per lui. Avrei lasciato tutto"
"Ma lui non voleva che tu lo facessi. E ti assicuro Ashley, che ha sofferto tanto nel prendere questa decisione. Ti ha disfatto la valigia così che non avessi il tempo di rifarla nel caso ti fossi svegliata prima. É voluto partire molto presto perché non sopportava di vederti accanto a lui: più ti guardava più desiderava averti accanto"
"Dio..." sussurrò Ashley, addolorata.
"Mi ha spiegato di come si é reso conto di quanto tutti noi abbiamo bisogno di te. La morte del piccolo Farkas lo ha turbato e sperava che molti dei nostri bambini restassero in vita grazie a te"
Ashley gettò la testa all'indietro.
"Perché non mi ha lasciato un biglietto? Perché non me le ha dette lui queste cose?"
"Ci ha provato, ma non riusciva a trovare le parole e gli si straziava il cuore al pensiero delle tue lacrime quando avresti letto la veritá"
"Come se ora non soffrissi" disse, a denti stretti e quasi con tono sprezzante.
Mwarabi si guardò in torno, come se avesse paura di essere ascoltato da qualcuno. Poi si avvicinò alla ragazza e con tono complice le disse: "Eppure sono sicuro che gli farebbe piacere se andassi a salutarlo"
Un barlume di speranza illuminò gli occhi di Ashley.
"Come? Come posso salutarlo?"
"La jeep che lo ha accompagnato al suo aereo privato dovrebbe tornare a momenti. Anche se é un lungo viaggio credo che potrebbe fare in tempo ad accompagnare anche te prima che l'aereo parta"
"L'aereo parte tra due ore. Non credo di farcela"
"Se non provi non ce la farai di certo mia cara. Coraggio, vá!"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2016 ⏰

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