Nuove conoscenze

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Tutti gli ospiti del' Egerton House Hotel non presero sonno facilmente quella notte. Donne avvolte in camicie da notte di velluto gironzolavano innocentemente per i corridoi dell'hotel, solo per sentire meglio il trambusto del piano superiore. Alcune bisbigliavano con le vicine, altre si fingevano scandalizzate. La scena a cui avevano assistito era più che mai esilarante e sarebbe certamente stata al centro dei loro pettegolezzi per molto tempo.
Una ragazza all'apparenza tanto elegante e raffinata che rivela un passato oscuro e torbido nel bel mezzo di una cena... da non credere.
I mariti incitavano le loro mogli a tornare a letto, ma con la scusa di quattro chiacchiere, quelle non ne volevano sapere. Così gli uomini, divertiti da quella situazione bizzarra, con nonchalance ne approfittavano per allungare l'orecchio e percepire qualche frase sconnessa proveniente dal piano superiore, dove alloggiavano Clyton Harris e la sua fidanzata misteriosa, che in quel momento si trovavano nel bel mezzo di una lite furiosa, noncuranti delle orecchie che li avrebbero potuti ascoltare.

Clyton passeggiava nervosamente da una parte all'altra dell'enorme suite che Michael si era gentilmente offerto di pagare. Se qualcuno lo avesse visto da lontano, avrebbe pensato che fosse un folle: gesticolava, sbatteva pugni alle pareti e, rosso in viso, urlava contro la ragazza che stava invece immobile al centro del tappeto, con la testa bassa. Era ancora troppo scossa per spiegare la verità, ma ci provava tra le lacrime.
"Clyt... devi credermi, é un malinteso"
"Si? Un malinteso ben strutturato devo dire. Stranamente quell' uomo sapeva il tuo nome e la tua città" ringhiò Clyton, scuotendola per un braccio.
"Lasciami spiegare, per favore. Calmati"
"Non dirmi di stare calmo o ti butto fuori da questa camera"
Ashley cercava in tutti i modi di far cessare il pianto che le scuoteva tutto il corpo e le impediva di parlare senza singhiozzare.
"Quell'uomo parlava di mia sorella, la mia sorella gemella"
A quelle parole Clyton scoppiò in una terribile risata che fece morire Ashley di paura.
"Vuoi prendermi anche in giro? Beh io non mi faccio prendere in giro dalle puttane. Sei penosa"
Ashley congiunse le mani come se stesse pregando e continuò a insistere: "E' la verità! Si chiamava Jen Ayara e..." il suo discorso fu interrotto da un fortissimo schiaffo che le fece girare la testa.
"Ora basta" sibilò Clyton.
Agli occhi di Ashley, quell'uomo che tanto aveva amato e che tanto le era parso bello, ora le sembrava un mostro. Il suo viso era trasfigurato dalla rabbia e le faceva paura.
"Non posso credere di aver passato degli anni accanto a una troia di questa specie. Mi vergogno profondamente della figura che mi hai fatto fare davanti a quelle persone che ora non mi guardedanno più in faccia. Il mio lavoro fallirà per colpa tua. Mi fa schifo pensare di averti portata nel mio letto"
Quelle parole ferivano Ashley in un modo orrendo. Ma lei non era una femminuccia piagnucolona, non era una donnetta senza carattere. Non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e tantomeno insultare così.
Le montò un'incredibile rabbia in corpo e presa dal coraggio lo spinse con furia contro il muro.
"Non ti permetto di parlarmi così. Mi hai sentita?"
"E a chi devo portare rispetto? A una puttana?"
A quel punto Ashley non ci vide più: "MICHAEL HA SALVATO ME E MIA SORELLA DALLA STRADA"
Clyton non capiva: "Che cosa c'entra Jackson?"
"Io e lui eravamo fidanzati ed é stato grazie a lui se ora sono quello che sono. Vivevo con Samir, Nadim e mia sorella in una casa abbandonata di Encino e Michael era il mio ragazzo. I due bravi benefattori che mi hanno aiutato a sopravvivere non esistono, lui é il mio unico salvatore" confessò.
Clyton era senza parole. Il volto già trasformato dalla rabbia, ora era realmente spaventoso.
"Mia sorella era una prostituta e Michael l'ha aiutata. L'uomo di stasera si confonde con lei"
Ashley pensava che dopo la sua spiegazione l'ira di Clyton si sarebbe placata, ma accadde esattamente l'opposto. Il ragazzo la prese per i capelli, stringendoli talmente forte nella mano che Ashley temeva che non gliene sarebbero più rimasti. A niente servivano le sue suppliche, Clyton non la ascoltava più.
"Sai quello che credo io? Credo che tu e Jackson siate stati davvero insieme e che lui e i suoi sporchi soldi abbiano aiutato te a fare a meno di battere la strada. Quindi non solo sei una schifosa puttana, ma anche una perfetta bugiarda"
Non c'era rimedio. Non le avrebbe mai creduto. Tanto valeva rassegnarsi.
"Credi a quello che vuoi. Ora lasciami andare"
Clyton le strinse più forte ancora i capelli e senza mollare la presa la gettò in ginocchio sul pavimento, davanti a lui.
"Non andrai da nessuna parte se non lo dico io"
Si slacciò i pantaloni e si tolse i boxer, senza liberarle i capelli. Ashley era terrorizzata.
"Non ti ho mai chiesto di fare qualcosa che non volevi, ma dato che mi trovo davanti a una prostituta posso chiedere quello che voglio, no?"
Ashley non ci poteva credere.
"Tu sei pazzo"
"Sbrigati"
"Sono sempre io, l'Ashley che amavi fino a qualche ora fa. Sono sempre io..."
"Hai detto bene, fino a qualche ora fa. Ora non sei più nessuno per me e se non fai quello che ti sto chiedendo te ne pentirai davvero. Lo hai fatto con tutti ora tocca a me"

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