Ti mancherò

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ASHLEY'S POV

Ero orgogliosa di poter dire che quello che avevo davanti agli occhi era il mio ragazzo, il mio stupendo piccolo uomo. Ero onorata di poter affermare che io e solo io appartenevo a lui anima e corpo.
Ogni suo bacio mi regalava un giorno di vita, il tocco delle sue mani un respiro di libertà.
Eravamo soli in quello scantinato scarsamente illuminato e forse un po' umidiccio, ma a me pareva di trovarmi in una radura verde circondata da angeli, tanto mi sentivo elettrizzata.

Michael si era spogliato in tutta fretta, mentre io lo stavo a guardare estasiata: il suo corpo perfetto, il carnato scuro, quella linea che gli atttaversava la schiena ferita... era bellissimo nella sua intatta innocenza.
Mi prese per mano e mi invitò a stendermi su un divanetto nascosto poco piú in là, posizionandosi sopra di me. Avevo iniziato a sbottonarmi il vestito con mani tremanti, ma lui me le prese tra le sue e continuò ciò che avevo iniziato.
Gesti dolci e vellutati fecero scivolare via il vestitino, insieme al reggiseno.
Mi guardava sfacciatamente, come mai nessuno mi avrebbe mai piú guardata in futuro: come se fossi la donna piú desiderabile al mondo, come se non volesse altro che me per essere felice.
Fece aderire il suo petto contro il mio seno, sorridendo nell'incavo del mio collo, che ricoprì di piccoli baci ravvicinati e appena sfiorati. I brividi mi percorrevano la pelle, dai piedi alla testa. Non potevo trattenere un respiro affannoso, soprattutto quando percepii le sue labbra solleticarmi la pancia e compiere dei disegni immaginari attorno all'ombelico e risalire verso l'alto con piú passione.
Io mi sentivo totalmente pietrificata dal suo fascino e non facevo altro che godermi quelle nuove sensazioni.
"Dove lo vuoi?" mi disse a un tratto.
Ero così incantata, da non capire il senso della domanda.
"Il succhiotto, intendo" mi spiegò, ridendo.
"Dove solo tu e io sappiamo dov'é" gli risposi.
Sorrise maliziosamente, mordendosi il labbro inferiore.
Iniziò a giocherellare con i miei slip, una lenta e dolce tortura che non faceva altro che aumentare il desiderio che avevo di farlo mio.
Inarcai la schiena per permettergli di getrare via anche quell'ultimo fastidioso piccolo indumento.
Sussultai nel vederlo chinarsi proprio sull'inguine, dove passò del tempo a creare la traccia del suo passaggio.
"Pensi che sia un posto abbastanza segreto?" mi sussurrò, dopo aver terminato.
Solo allora mi accorsi di non aver ancora nemmeno sfiorato il suo splendido corpo. Non avevo avuto il coraggio, come se avessi davanti una di quelle famose opere d'arte che possono essere solo rimirate, ma non toccate.
Gli sfiorai il petto con la punta delle dita, facendolo irrigidire.
Mi prese ancora una volta la mano, spingendola verso la sua intimità.
Mi diede il coraggio di proseguire da sola dopo avermi spiegato come dovevo fare, con la dolcezza e la tenerezza che solo un ragazzo innamorato può dedicare alla sua ragazza.
Passammo molto tempo a regalarci l'un l'altro emozioni mai provate.
"Te la senti adesso?" mi chiese.
Annuii. Avevo paura di provare troppo dolore, non potevo negarlo.
Sfiorò con un dito il mio punto piú sensibile, per accertarsi che mi fossi completamente abbandonata a lui, poi si posizionò tra le mie gambe rassicurandomi.
"Rilassati e respira, non stare così contratta"
Aprii gli occhi che tenevo serrati insieme alle labbra e cominciai a respirare velocemente.
"Andrò pianissimo. Non ti farei mai del male Ashley".
Dio, lo amavo troppo.
Non avevo la forza di dirgli nulla.
A un tratto alzò la testa. Sembrava preoccupato, lo era sempre quando aggrottava le sopracciglia in quel modo.
"Cosa c'é?"
"Maledizione, ho dimenticato il..."
Lo bloccai con un gesto della mano e la infilai dentro la tasca del vestito che giaceva sul pavimento.
"Me lo sono ritrovata in tasca" dissi.
Michael rise felice: "Grazie mille Nadim" disse tra sé e sé.
Coi denti aprì la bustina del preservativo.
Mi accarezzò la guancia e poggiò la sua fronte contro la mia, entrando dentro di me lentamente ma con decisione.
Il piacere prese subito il posto del dolore.
Fu tutto perfetto, tutto liscio come l'olio. Tutto così dolce e magico.
"Tutto bene?" mi chiedeva di tanto in tanto.
Si Michael. Va tutto bene.

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