Magia

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Basta un' ora per stravolgere una vita.

Quella notte li avrebbe cambiati per sempre.
Nadim era fuggito via insieme al fratello. Non poteva credere a quello che aveva fatto. Aveva agito per proteggere Michael e non si pentiva di averlo salvato, ma sapeva che il ricordo della luce che abbandonava gli occhi di quell'uomo senza cuore lo avrebbe perseguitato per sempre. La polizia lo avrebbe trovato e condannato, forse anche i suoi amici ne avrebbero risentito.
Si era chiuso in bagno e a nulla erano servite le parole di Samir. Non voleva più uscire da lì, bramava solo l'illusione di sparire per un po' dagli sguardi della gente.

Michael invece aveva deciso di portare Ashley a casa sua. Non poteva fare tutto da solo, aveva bisogno dell'aiuto di sua madre e dei suoi fratelli.
Gli sembrava di vivere in un sogno. Asveva preso Ashley tra le braccia e l'aveva portata via da lì, di corsa. Alla luce della luna realizzò quanto la ragazza fosse effettivamente distrutta. Giaceva tra le sue braccia quasi esanime, totalmente abbandonata.

"Coraggio Ashley. Ce la farai, mi prenderò cura di te e supereremo anche questa tutti insieme"
Lei non gli rispondeva, era troppo debole. Si limitava a guardarlo come un bambino guarda la neve per la prima volta.
Arrivarono a casa. Erano le sei del mattino, Michael aveva mantenuto eroicamente la promessa fatta alla sorella. Senza preoccuparsi di fare piano entrò in casa.
La mamma cuciva serenamente un nuovo maglione per Marlon, canticchiando una canzoncina tra sé e sé. Mentre si dondolava al ritmo della musica viaggiava con la mente tra le strade dell'Alabama, dove aveva passato la sua infanzia. Tante cose erano cambiate da allora.
Katherine gridò dalla paura: non si aspettava di vedere la porta aprirsi.
"Michael!!! Oh signore...e lei...chi é?"
Il colorito scuro di Michael appariva in qualche modo pallido.
"Mamma...é ferita"
Katherine non perse tempo. Fece adagiare la ragazza sul divano e senza fare troppe domande si accinse ad accudirla.
"Lei é Ashley. Devo raccontarti tutto quello che é accaduto questa notte e devo parlarti di lei. Non posso più tenerlo dentro"
Ashley cercò di dire qualcosa ma Katherine le accarezzò i capelli e le disse di non sforzarsi.
Michael le raccontò ogni cosa per filo e per segno, dal loro primo incontro fino a quel preciso istante. Tutto, tranne dell'assassinio.
"E quell'uomo che farà quando se ne accorgerà?". Katherine era scandalizzata. Avrebbe volentieri tirato uno schiaffo a quel figlio tanto incosciente quanto eroico.
"Non se ne accorgerà mamma. Di questo non ti posso parlare"
"Devi dirmi tutto"
"Quello che ho detto é la verità, manca solo un tassello che non posso svelarti. Fidati di me mamma. Devi solo aiutarmi a farla stare bene".
Katherine sospirò: le aveva passate tutte nella sua vita, solo questa le mancava.
"Deve soffrire molto questa piccina. Ha molte ferite sparse qua e là che devono procurarle tanto dolore. Bisogna disinfettarla e pulirla dal sangue. Preparale un bagno"
Michael fece quanto gli aveva chiesto. Il resto della famiglia dormiva ancora, inconsapevole di quello che era accaduto mentre si trovavano nel mondo dei sogni.
L'acqua iniziò a scorrere nella vasca. Michael si preoccupò che fosse della giusta temperatura. Sparse del sapone effervescente in modo da creare una grossa nube di schiuma bianca sul pelo dell'acqua.
"Cara...riesci a camminare?" chiese Katherine. Ashley si sentiva mortificata mentre scuoteva la testa.
"Faccio io ora mamma. Voglio occuparmene da solo"
Katherine era visibilmente contrariata. Era una mamma chioccia infondo, e come tale non approvava il fatto che suo figlio facesse un bagno a una ragazza, peraltro molto carina.
Tuttavia non poté che assentire.
"Va bene. Sveglio tuo padre e i tuoi fratelli e gli parleró della situazione. Tu pensa a lei senza preoccuparti di Joseph".
Adorava sua madre. Sapeva sempre come agire e soprattutto come farlo bene.
Prese Ashley in braccio e si diresse verso il bagno, chiudendo la porta alle sue spalle.
"Bene. Ora...ehm...aiutami a toglierti questi vestiti".
Ashley respirava a fatica e senza alcuna resistenza si fece sfilare il vestito. Non si sentiva affatto imbarazzata, non con Michael. Aveva bisogno di lui.
Era sul pavimento del bagno, con solo un vecchio completino intimo addosso, scolorito dai troppi lavaggi.
Michael non era rimasto indifferente a quella visione, affatto. Si rimproverò per aver pensato a lei in modo poco casto in un momento di debolezza per lei. Fece di tutto per scacciare quel pensiero inopportuno.
"Ora dovresti toglierti tutto"
"Si. Chiudi gli occhi e girati" gli rispose, debolmente.
Michael sorrise divertito e si voltò.
Ci volle un po' prima che Ashlesy riuscisse a liberarsi da quegli indumenti: ogni movimento le costava fatica e dolore.
"Ho finito. Non....non riesco a entrare nella vasca".
Sempre senza aprire gli occhi, Michael la prese in braccio per immergerla nell'acqua. Le mani sfioravano la sua pelle nuda e non poter aprire gli occhi per vederla gli sembrò una tortura peggiore di quella che gli dei greci avevano inflitto all'eroe Prometeo: forse avrebbe davvero preferito che un falco gli divorasse il fegato, piuttosto che non poter godere del corpo di Ashley. Ma trattenne ogni suo istinto e si comportò come un fratello per lei, niente di più.
Aprì gli occhi solo quando la schiuma l'aveva ricoperta.
Si sedette sul bordo della vasca. Rimasero in silenzio per un po'.
Michael giocherellava con l'acqua, tracciando dei disegni immaginari.
Gli girava la testa dalla stanchezza e dalla tensione accumulata.
"Mi dispiace..." mugolò Ashley.
"Hey, ma che dici. Non devi dispiacerti di nulla. Saresti morta se fossi rimasta lì un minuto di più"
Michael prese una spugnetta e dolcemente cominciò a lavarle il viso, senza smettere di sorridere.

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