«Dell'amore ci accorgiamo spesso troppo tardi,
se un cuore ci è stato dato solo in prestito,
se ci è stato donato oppure se addirittura ci è stato sacrificato.»Arthur Schnitzler
La figura in cima alla torre si stagliava, netta, al bagliore dei lampi. Aveva le braccia allargate, come ad abbracciare la furia della tempesta che la circondava. Come se volesse carpirne il potere. Come se volesse farlo suo.
Stava lì, perfettamente immobile, noncurante della pioggia che gli bagnava i capelli, del vento che sferzava il suo volto pallido.
Rimarrei qui in eterno - pensò.
Il rombo feroce di un tuono echeggiò sopra di lui, cogliendolo quasi di sorpresa, costringendolo ad aprire gli occhi.
Il temporale si era fatto più vicino.
Stava per alzare lo sguardo al cielo, quando notò l'ombra di una sagoma femminile proiettata sul pavimento.
- Non vale attaccare alle spalle - sentenziò tranquillo, senza voltarsi.
- Che vuoi fare? - domandò la nuova arrivata, tentando di dominare il tremito insito nelle sue parole.
Lui sospirò, continuando a darle le spalle, e lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi, apparentemente intento ad osservare l'orizzonte plumbeo e la brughiera che si stendeva sotto di loro.
La ragazza, esitante, gli poggiò una mano sulla spalla. Lo sentì fremere leggermente a quel contatto.
- Ti prenderai una polmonite, se resti qui per troppo tempo. O verrai colpito da un fulmine. - sussurrò lei infine, con aperta disapprovazione.
- Da quando ti preoccupi così tanto per me, mezzosangue? - domandò lui, secco. - Non credi anche tu, come i tuoi amici, che il mondo sarebbe decisamente migliore senza di me?
Lei si portò al suo fianco, sospirando.
- Malfoy... - disse, quasi esitante - non essere sciocco... -
- Sciocco, io? Granger, ti sei scordata con chi stai parlando? - la interruppe lui con rabbia - Ti sembra che io sia come quei due sfigati che ti portavi appresso dalla mattina alla sera, quando andavamo a scuola? - aggiunse, voltandosi verso di lei e guardandola finalmente in viso, come per sfidarla a rispondere.
- No - replicò lei, con una sfumatura indefinita nella voce. - In realtà, Malfoy, penso che tu sia anche peggio - concluse lei, indignata, tenendo lo sguardo incollato a terra.
Lui l'afferrò per le spalle e la scosse.
- Guardami, mezzosangue - sibilò, perentorio.
Lei si lasciò sfuggire un gemito basso, quando le mani di lui la strinsero, ma scosse la testa, continuando a fissare ostinatamente il pavimento.
Un altro tuono rimbombò cupamente sulle loro teste. Hermione tremò, scossa dalla furia degli elementi quanto da quella di colui che le stava di fronte.
- Granger... - l'apostrofò lui, ammorbidendo il tono. - Per favore, guardami.
La ragazza sussultò. Malfoy aveva appena detto per favore? A lei? Le sembrò che la sua risolutezza l'abbandonasse.
Lui se ne accorse. La sua stretta si fece più morbida, quasi carezzevole. Le fece scivolare una mano sul fianco e con l'altra le scostò i fitti riccioli bruni dal viso, sfiorandole la guancia umida.
Umida?
- Granger...che fai...piangi? - chiese, beffardo.
Lei scosse la testa con rabbia, umiliata, sconfitta.
Il giovane le passò le dita sotto il mento, per costringerla a sollevare la testa e la sentì opporre una breve resistenza, seguita da un sospiro.
Rassegnazione?...no, quasi...sollievo.
Le sollevò il mento e questa volta lei lo lasciò fare, mostrandogli il viso arrossato, gli occhi nocciola lucidi e pieni di lacrime, le guance rigate di pianto, le labbra tremanti.
- Perché? - le domandò, guardandola attentamente negli occhi.
Lei sbatté le palpebre, facendo scivolare giù altre lacrime.
- Cosa? - sussurrò confusa.
- Perché piangi? -
Lei scosse la testa. Non lo so.
- Granger... - mormorò lui, appena udibile, asciugandole le lacrime con le dita - una brava Grifondoro non piange... -
- Non siamo più a scuola Malfoy - rispose lei in tono bellicoso. - Quindi smettila con i luoghi comuni. Andiamo di sotto - disse poi, risoluta, tentando di divincolarsi - non voglio diventare un pulcino bagnato -
Lui rise piano, senza allegria, afferrandola di nuovo per un braccio e attirandola ancora più vicina a sé.
- Non sono luoghi comuni, mezzosangue. Tu sei quella coraggiosa, ricordi? Ed io il vigliacco - sussurrò, sfiorandole quasi la fronte con le labbra mentre parlava. - Un vigliacco che vuole solo fuggire. E quale occasione migliore? Guarda, mezzosangue - le indicò con un cenno del capo l'ambiente circostante - potrei volare finalmente. Potrei essere libero - concluse, staccandosi da lei e voltandole di nuovo le spalle.
La ragazza sbarrò gli occhi.
- Malfoy, no! - esclamò, afferrandolo per un braccio. - Che diavolo ti salta in testa si può sapere? - proruppe ancora, esasperata, mentre si frapponeva tra lui e il muro di cinta, che gli arrivava all'altezza dell'anca.
- Voglio solo fare un favore a tutti, mezzosangue. Mi tolgo di torno - lui fece spallucce e distolse lo sguardo da lei - Spostati! - le intimò poi - tanto nessuno sentirà la mia mancanza -
- Stupido ragazzino viziato! - Hermione gli si scagliò contro, furibonda. - Pensi che nessuno soffrirebbe se tu te ne andassi? Che non importerebbe a nessuno? Sei un idiota! - urlò lei, piangendo apertamente, senza vergogna. - Scappare non serve a niente, Malfoy, a niente! - singhiozzò ancora tempestandogli il petto di pugni.
Lui le afferrò i polsi, in silenzio, senza smettere di fissarla.
- Hermione... - disse finalmente, quando i singhiozzi di lei si furono diradati.
Lei sollevò gli occhi di scatto, lasciandosi sfuggire un oh! di sorpresa.
- Avrei potuto essere migliore. Con te. - proseguì dolcemente lui.
Dolcemente? E...da quando la chiamava per nome?
Lo fissò, incapace di dire alcunché, troppo sorpresa, troppo scioccata.
- Mi dispiace - sospirò amaramente lui. - È tardi, ormai -
- Tardi...per cosa? - domandò lei con un filo di voce, ritrovando l'uso della parola.
- Per questo - rispose il giovane semplicemente, lasciando la presa su uno dei suoi polsi ed afferrandola solidamente per la nuca. - Per noi - concluse in un soffio, parlandole sulla bocca.
La ragazza percepì l'odore del suo respiro. Tabacco, caffè, scotch e qualcos'altro, in sottofondo. Inebriante e proibito. Malfoy. Arrossì violentemente e lo vide sorridere. Non di trionfo, ne di scherno. Sbatté le palpebre, pensando a qualcosa, da fare o da dire in quel momento.
- N-non... - cominciò incerta, mentre lui la guardava di sottecchi.
Lui scosse la testa. Non dire niente.
Le sfiorò leggermente le labbra con le proprie, sentendola sciogliersi tra le sue braccia, mentre la avvicinava inesorabilmente a se. Avvertì il suo respiro farsi irregolare ed accelerato, mentre approfondiva il bacio cercando la sua lingua, mentre le accarezzava i capelli bagnati di pioggia.
Hermione.
Si staccò a malincuore da lei, e si fermò a guardare le sue labbra tumide, i suoi occhi accesi.
Sei bellissima, mezzosangue.
Lei lo fissava, paralizzata, senza connettere. Senza riuscire a dire una parola.
Lui la oltrepassò, mentre lei si voltava per seguirlo con lo sguardo, e si accostò di nuovo ai merli della torre, stavolta di schiena, con gli occhi fissi su di lei.
- Addio, mezzosangue - disse lasciandosi andare all'indietro e scomparendo alla sua vista.La fanfic si svolge diversi anni dopo la fine della scuola. Tiene conto della maggior parte degli avvenimenti descritti nei romanzi di J.K.Rowling, eccezion fatta per l'epilogo che riferisce i fatti di diciannove anni dopo.
Il prologo si svolge in medias res. I capitoli successivi narreranno gli avvenimenti precedenti a quanto si può leggere in questo e, più tardi, narreranno il seguito della storia.
Il tentativo di mantenere i personaggi originali IC, ovviamente qui è andato parzialmente a farsi benedire, perché, appunto, mancano gli elementi per capire il perché e il percome delle azioni dei nostri protagonisti.
Lo so, sono un po' stronza a lasciare la storia così in sospeso, anche perché si capisce qualcosa che forse, e dico forse, non è.
Se a qualcuno va di recensire non fate complimenti, eh.
NOTE DELL'AUTRICE: il titolo della fanfic è una citazione di Dylan Dog n° 6, in omaggio al grande Tiziano Sclavi del quale mi pregio di essere un'estimatrice. Ci sono sparse qua e là diverse citazioni, di vari autori, che verranno tutte riportate nelle note.
Tutti i personaggi non appartenenti al Fandom Potteriano nominati nella fanficion (l'elfo domestico Puck, Virginie de Notre Dame, Sophie McNair, Jesse e Kimber Dawson, Isabel Raleigh e suo marito, Strauss, Crouch, Gamble e via discorrendo) sono miei personaggi originali dei quali io detengo tutti i diritti. Se vi ispirate ad uno di essi, vi prego almeno di creditarmi, previo avviso.
Se volete ritrovarmi come autrice su Facebook, la mia pagina è QUINOTA ANCORA PIÙ IMPORTANTE: questa storia non è mia e ci tengo veramente a ribadirlo. Tutte le note sottolineate sono quelle scritte dall'autrice in persona.
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La Bellezza Del Demonio
FanfictionLui le afferrò i polsi, in silenzio, senza smettere di fissarla. - Hermione... - disse finalmente, quando i singhiozzi di lei si furono diradati. Lei sollevò gli occhi di scatto, lasciandosi sfuggire un oh! di sorpresa. - Avrei potuto essere miglior...