12. Verità Nascoste: parte prima

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Apocalisse di un mondo di carta.

«Per saggiare la realtà
dobbiamo farla camminare
sulla corda tesa».
Oscar Wilde

Camminavano l'uno accanto all'altra da qualche minuto, osservando un muto accordo di non toccarsi, non sfiorarsi neppure, per poter sopportare la lontananza forzata che sarebbe loro toccata una volta tornati nel mondo reale. L'incantesimo che lui aveva sussurrato li proteggeva dalla pioggia, mentre procedevano, con calma, verso la Scuola. A parte l'incessante ticchettio delle gocce d'acqua che cadevano dal cielo scuro, regnava il silenzio. Per questo, udendo i passi, lei si era subito fermata. Anche lui doveva averli sentiti, perché le fece rapidamente cenno di ripararsi dietro di lui e si voltò rapidamente nella direzione dalla quale provenivano, con la bacchetta sollevata.

- Falso allarme, mezzosangue - le sussurrò a denti stretti. - È solo il guardiacaccia. Si sente l'odore fin da qui -.
- Ci starà cercando da ore. Abbassa quell'affare - lo rimproverò lei. - O ti attaccherà all'istante -.
- Magnifica prospettiva, non trovi? Tra l'altro - sibilò truce - lui non ha la bacchetta, giusto? -.
- Malfoy, a parte il fatto che ti stai comportando da disgustoso bastardo, tu non hai mai notato l'ombrello di Hagrid, vero? -.
- Incorrerebbe in qualche infrazione se si sapesse, Granger - ghignò lui, divertito.
- Malfoy, smettila immediatamente! - gli intimò.
- Sei particolarmente attraente quando ti arrabbi - disse il giovane, allargando ancora di più il ghigno spavaldo che aveva sul volto. - Stavo solo scherzando, comunque. Non ti scaldare troppo -.
- Abbassala ti dico! Sei odioso, quando ti ci metti - lo rimbeccò Hermione, furiosa.

Lui lasciò penzolare il braccio lungo il fianco, mentre la figura imponente di Rubeus Hagrid faceva il suo ingresso nel loro campo visivo.

- Malfoy! Dov'è Hermione? Se ci hai fatto qualcosa ti uccido! - lo minacciò il mezzo gigante, agitando il pugno.
- Frena la lingua, bestia - disse lui, sprezzante. - È qui dietro, non la vedi? -.

Lei spuntò da dietro la spalla di Draco e corse incontro ad Hagrid, non prima di aver lanciato uno sguardo di disapprovazione al suo accompagnatore.

- Sto bene Hagrid, Draco - arrossì furiosamente, accorgendosi di come lo aveva chiamato - cioè, Malfoy mi ha praticamente salvata - spiegò.
- Lui salvare te? - Hagrid era incredulo.

Hermione non gli diede poi tutti i torti, ma annuì vigorosamente, sorridendo.

- Sì. Io salvare lei - disse Malfoy irritato. - Credi che non ne sia capace? -.
- Malfoy, smettila - gli disse lei.

Hagrid bofonchiò qualcosa di incomprensibile.

- Come, scusa? - domandarono i due giovani all'unisono, ma in tono completamente diverso. Interrogativo quello di lei, di sfida quello di lui.
- Harry sta facendo il giro sulla scopa per vedere se vi trova - ripeté il guardiacaccia.
- Harry? -.
- Potter? -.

Ancora all'unisono, stavolta entrambi con lo stesso tono. Apprensione.

- Da quanto sta perlustrando la zona? E perché è qui? - domandò Hermione, dissimulando il proprio imbarazzo.
- Boh. Un po'. Si è fermato prima, per dirmelo. La Preside l'ha avvertito che eri scomparsa con questo qui e lui ha dato di matto -.
- Questo qui ha un nome - ringhiò l'interessato.
- Va bene, Hagrid. Torna a casa tua, così non ti bagni - gli suggerì premurosa. - Se vedi Harry digli che ci vediamo a Scuola -.

Hagrid si allontanò, salutandola con la mano.

- Non dovresti trattare le persone a quel modo - disse la ragazza quando il guardiacaccia si fu allontanato.
- Questo qui non conosce altro modo - disse lui, freddo, strascicando le parole.
- Andiamo, Malfoy - Hermione scrollò le spalle. - È tardi. Voglio dormire -.

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