«Ma che ne ho fatto della mia vita?
Persa a dissolvere gli incubi altrui
e il mio incubo è sempre qui»
Tiziano Sclavi, Dylan Dog 24 - I conigli rosa uccidonoHermione stava pensando che quella giornata doveva essere un incubo. Per forza. Passasse pure Ron che si comportava da cafone, succedeva un giorno sì ed uno no. Ron che si comportava da cafone e la passeggiata sotto la pioggia era un po' meno tollerabile, ma pazienza.
Ron, la pioggia e l'ombrello rotto l'avrebbero fatta solo uscire un po' dai gangheri.
Se all'evidente mancanza di tatto del suo fidanzato e agli incidenti meteorologici si aggiungeva una figuraccia davanti alla Preside di Hogwarts - nonché sua ex insegnante preferita - e al Ministro Shacklebolt che la osservava scandalizzato di fianco alla scrivania di Harry, beh...doveva per forza essere un sogno, si disse Hermione. Uno di quei sogni da cui ti risvegli sudata e ansante, ma felice di esserne fuori. Sollevata.
Ma quando la voce dietro di lei parlò, la ragazza comprese che doveva per forza essere reale, perché nemmeno il suo subconscio, per quanto inguaribilmente contorto, avrebbe potuto combinare una tale quantità di disgrazie tutte in fila.
Hermione inspirò.
Resisti Granger.- Buongiorno Ministro, Preside McGranitt. Scusatemi - si giustificò con un tono di voce che doveva essere calmo e ragionevole. - C'è stato un equivoco, purtroppo. Non volevo interrompere la vostra riunione. Con il vostro permesso, tolgo il disturbo - disse facendo un passo indietro.
- No, miss Granger - la richiamò il Ministro - la prego. Visto che è qui, si sieda, voglio spiegarle tutto -.Ecco, appunto.
Hermione prese una sedia e vi si accomodò, sempre dando le spalle alla porta, tentando in tutti i modi di fare la disinvolta. Si stava quasi rilassando, quando un tocco lievissimo le sfiorò una spalla.
- Che fai Granger, non saluti? - domandò la voce beffarda.
Tira fuori le palle, Hermione.
E si voltò.
Draco Malfoy stava in piedi di fronte a lei. Alto, slanciato, portamento aristocratico, figura distinta. Capelli biondissimi, barba di un paio di giorni e un paio di occhi grigi che la fissavano implacabili dall'alto in basso.
Respira, Granger. Puoi farcela.
- Malfoy - disse con una voce che sperava essere priva di tremiti - che spiacevole sorpresa. Cos'hai combinato stavolta? -.
- Mh. Sempre la solita, Granger - lui scrollò le spalle e si sedette sulla sedia di fianco alla sua.Hermione si sorprese a fissarlo. Aveva un profilo nobile, con quella fronte spaziosa, il naso diritto e gli zigomi alti. Aveva anche l'aria snob e perennemente annoiata, ed un accenno di sarcasmo nell'espressione del volto, e sulle labbra carnose.
Se ne stava lì, con una camicia bianca addosso, le maniche arrotolate all'altezza dell'avambraccio, mezzo di lato, totalmente scomposto e riusciva lo stesso a sembrare un modello in posa.La ragazza lo odiò.
Lo stava ancora fissando in un misto tra odio e profonda invidia, quando Harry si schiarì rumorosamente la voce.
- Herm? - la chiamò - mi stavi ascoltando? - chiese infastidito.
- Ehm. Ah. Sì. Cioè... - balbettò la ragazza confusa. - No. Credo di non aver...hm...sentito bene. Scusa - disse arrossendo.Maledetto Malfoy. Mi caccio sempre nei guai per colpa sua.
Le sembrava quasi di essere tornata a scuola. C'era pure la McGranitt, che la guardava con cipiglio severo.
Oh accidenti.
Lanciò a Malfoy uno sguardo carico di livore. Con suo grande stupore, lui si limitò ad alzare un sopracciglio e a farle un gesto con la mano. Smettila, mezzosangue.
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La Bellezza Del Demonio
FanfictionLui le afferrò i polsi, in silenzio, senza smettere di fissarla. - Hermione... - disse finalmente, quando i singhiozzi di lei si furono diradati. Lei sollevò gli occhi di scatto, lasciandosi sfuggire un oh! di sorpresa. - Avrei potuto essere miglior...