«Scelgo i miei amici per la loro bellezza,
le mie conoscenze per la loro rispettabilità
e i miei nemici per la loro intelligenza»
Oscar WildeDue Mesi Prima
- Mmmm. Quella cosa sta suonando... - bofonchiò assonnato Ronald Weasley, sollevando la testa dal cuscino.
- E tu spegnila - rispose stizzita la ragazza, in piedi di fianco al letto.
- Mhhh - si lamentò lui - dov'è la mia bacchetta? -
- Ron Weasley, non pensarci nemmeno. È la quarta sveglia che compro, visto che tu le fai esplodere cercando di spegnerle con la magia - lo rimproverò Hermione con tono indignato. - È tecnologia babbana. Ergo, si spegne in maniera babbana - continuò lei, in tono acceso, accovacciandosi accanto a lui con la sveglia in mano.
Ron si girò dall'altra parte, infastidito dal frastuono emesso da quella diavoleria babbana che Hermione usa per svegliarsi - come l'aveva definita lui raccontando l'episodio al padre, noto appassionato di manufatti di non magici - e si coprì la testa col cuscino.
Hermione sbuffò, premendo il pulsante che spegneva la suoneria, e scosse la testa.
Non cambierà mai - si disse, in un misto di rassegnazione e divertimento. - È proprio come a scuola. Io lo rimprovero e lui mette il broncio.
Hermione si allungò verso di lui, sdraiandosi al suo fianco, nel poco spazio che rimaneva e lo abbracciò dolcemente.
- Umpf - grugnì lui, permaloso.
- Non arrabbiarti - sussurrò lei, teneramente. - È solo che devi abituarti a queste cose, se vogliamo vivere assieme -
- Non vedo perché - brontolò Ron - potresti benissimo usare una gallosveglia. Le usano tutti i maghi. Perché tu no? - proseguì voltandosi appena verso di lei.
La ragazza sbuffò, stizzita dalla testardaggine del suo fidanzato. Come faceva a non capirlo?
- Ron...lo so benissimo cos'è una gallosveglia, okay? Solo che ci tengo alle mie origini babbane. Mi piace avere in casa qualcosa che me le ricordi - disse dopo un po'. - E tu dovresti capirlo benissimo -
- Ancora questa storia? - domandò lui, visibilmente scocciato.Hermione scosse il capo.
Accidenti a te, Ron Weasley, perché non ti entra in quella maledetta testaccia?
Dalla fine della guerra, Hermione aveva sentito il bisogno di affermare la propria identità di nata babbana. Un po' per esorcizzare le paure di quel periodo buio appena trascorso, un po' perché finalmente non c'era più pericolo. Con i mangiamorte ad Azkaban e Voldemort finalmente sconfitto, i nati babbani erano al sicuro, liberi di andare in giro a testa alta con un cellulare in mano senza temere di venire schiantati o cruciati per questo.
Ecco, appunto, il cellulare. Stava suonando da un po', ma lei, presa com'era a spiegare a Ron le sue ragioni non ci aveva fatto caso.
Si alzò dal letto per andare a rispondere a sua madre.
- 'Mione? - la interpellò la voce della signora Granger.
- Sì, mamma? -
- Perché ci hai messo tanto a rispondere? - domandò la sua interlocutrice, evidentemente in ansia.
- Mmm. Mi stavo vestendo scusa - si giustificò lei.Ecco, un'altra conseguenza della guerra. Sua madre, pur ignorando i particolari delle sue avventure, una volta saputo quello che era successo alla sua adorata figlioletta mentre lei ed il marito erano in Australia, era diventata ossessivamente apprensiva. Ogni volta che lei non rispondeva subito alle sue telefonate minacciava di andare a casa sua, le faceva mille domande, la controllava. Hermione capiva e non si lamentava, ma in cuor suo sperava che la cosa prima o poi sarebbe scemata, lasciando il posto alle normali occupazioni della vita quotidiana. Purtroppo per lei, sua madre non accennava a mollare la presa.
In quel momento, per esempio, si lamentava del fatto che la figlia non volesse ancora sposarsi, che non volesse assicurarsi un futuro stabile.- Insomma, 'Mione, hai ventiquattro anni. Tu e quel caro ragazzo state insieme da così tanto, è normale che voglia vederti sistemata - insisteva la voce petulante al telefono.
Il caro ragazzo nell'altra stanza intanto emise un qualche tipo di lamento.
- Ehm, mamma. Ron mi sta chiamando, sarà meglio che vada a vedere che succede - disse lei cogliendo la palla al balzo.
- Almeno venite a cena da noi una sera - stava dicendo sua madre - non ti vediamo da così tanto! -
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La Bellezza Del Demonio
FanfictionLui le afferrò i polsi, in silenzio, senza smettere di fissarla. - Hermione... - disse finalmente, quando i singhiozzi di lei si furono diradati. Lei sollevò gli occhi di scatto, lasciandosi sfuggire un oh! di sorpresa. - Avrei potuto essere miglior...