19. Promesse

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«I'll never let you go
If you promise not to fade away»
Muse, Starlight.

Maggio volgeva oramai al termine e l'estate era alle porte, la mattina in cui Hermione, in compagnia di Draco, scese per l'ennesima volta dall'Hogwarts Express. Avevano passato i cinque giorni precedenti tra gli uffici del Ministero, per sistemare le faccende burocratiche, e l'appartamento di Hermione, ad analizzare il caso e formulare ipotesi più o meno fantasiose. C'era qualcosa di straordinario in quella prima prova di convivenza: superate le differenze ataviche, Hermione aveva scoperto che i loro ritmi combaciavano quasi perfettamente.

- Questa cosa di non poter usare la materializzazione è noiosa - commentò lui, di buonumore.
- L'hanno fatto per una maggiore sicurezza -.
- Già, peccato che i guai in quella scuola nascano spontaneamente, come funghi velenosi in un bosco pieno di folletti - osservò Draco, passandole un braccio attorno alle spalle.

La ragazza lo guardò, divertita.

- Cos'è, un proverbio da maghi che non conoscevo? -.
- Non saprei - lui fece una smorfia, - mia madre mi raccontava una vecchia leggenda da piccolo, in cui si narrava che i funghi velenosi fossero le case dei folletti. Non ridere, mezzosangue, ti vedo sai - disse, fulminandola con lo sguardo.
- Parlami di lei - lo esortò Hermione.
- Le piaceresti, credo - lui sorrise, cogliendola di sorpresa.
- Io? - la ragazza era incredula.

Draco annuì, facendole strada verso la carrozza trainata dai Thestral.

- Sei convinto di quello che affermi, Malfoy? - ribadì lei, scettica.
- Assolutamente. Spero avrai l'occasione di rendertene conto da te - rispose il giovane porgendole il braccio per aiutarla a salire sul carro.
- Sta... molto male? - domandò lei, con delicatezza.
- Sta come gli altri, mezzosangue. Li hai visti, gli studenti - replicò, asciutto, sedendosi al suo fianco.
- A proposito - soggiunse la ragazza, riflessiva. - Come pensi che siano arrivati a colpire dentro la scuola? -.
- Mezzosangue... - mormorò lui, dopo aver riflettuto un po'. - Hai mai avuto... quella sensazione curiosa di aver afferrato qualcosa senza sapere cos'è? -.
- Sì, credo -.
- Ecco, io quando penso a questa storia mi sento così. Riesamino tutti gli elementi alla ricerca del filo conduttore, ma quando credo di averlo individuato... svanisce - spiegò, corrucciato.
- Lo ritroveremo, non preoccuparti - lo incoraggiò Hermione.

Draco annuì e le rivolse un breve sorriso.

- Sicché - sospirò lui, cambiando argomento - ad attenderci c'è sicuramente la Piattola, assieme al suo eroico fidanzato -.
- Per la verità non stanno più insieme da un bel po'. Ginny mi ha scritto che avevano ricominciato a vedersi, ma... nulla di ufficiale -.
- Sì, ricordo che me ne avevi parlato - commentò lui, con una sfumatura eloquente nella voce.

Era stato quella notte, al Lago. Quella che aveva preceduto la loro prima notte. Hermione arrossì.

- Ti ho già parlato di quanto adoro il tuo modo di arrossire? - la stuzzicò, tornando di buonumore.
- Malfoy... - lo ammonì Hermione, senza acredine.
- Ti ha detto qualcosa tua madre? -.
- Scusa? -.
- Ho sentito che parlavi dentro a quel... come si chiama... - fece il gesto di portarsi qualcosa all'orecchio.
- Si chiama telefono cellulare. E comunque - continuò lei, avvampando ulteriormente, - non è che sia esattamente affar tuo -.
- Molto vero - assentì Draco, sfiorandole la fronte con le labbra, - ero solo curioso di sapere la sua reazione nel vedere me a casa tua -.
- Il mondo non gira intorno a te, Malferret - lo rimbeccò, risentita. - Per inciso, i miei genitori non sanno molto di te, a parte che a scuola eri odioso. E che quando ho saputo che dovevo lavorare con te per poco non mi prendeva un colpo -.
- Ah. Quindi quando ha detto "quello sarebbe Draco Malfoy" si riferiva a... -.

Hermione rise.

- ...per la verità, Draco, si riferiva alla tua... avvenenza. Credo di avere omesso di dirle, le rare volte in cui parlavo di te, che eri alto, biondo e... insomma... così. Non ha smesso per un attimo di dire "certo che è proprio un bel ragazzo, oh, che invidia farai a tua cugina Betty quando glielo presenterai!" -.
- La cugina Betty sarebbe... -.
- Sarebbe la figlia del fratello di mio padre. Ha sempre avuto manie di grandezza e io sono sempre stata la cuginetta sfortunata, secchiona e... -.
- E ovviamente non sa che tu sei una strega - la interruppe lui.
- No, anche se durante le ultime vacanze estive che ho passato con loro, pensavo che sarebbe finita come la zia di Harry. Gonfia come un pallone a svolazzare sulle strade di Londra - sbuffò Hermione, al ricordo della cara cugina.
- Cos'è questa storia della zia di Potter? - chiese lui, incuriosito.
- A tredici anni ha involontariamente gonfiato la sorella di suo zio. Quelli sì, che sono babbani da cui stare alla larga. Almeno - specificò, - lo zio e relativi congiunti. Mi dicono che il giovane Dursley ultimamente sta facendo progressi, e ogni tanto persino sua madre è gentile con Harry -.
- È un gran bel gesto - Draco sorrise, tagliente.
- È il minimo, dopo tutti quegli anni di soprusi - osservò lei.
- Essere gentili con Potter è molto difficile, mezzosangue, pertanto diamo a quelle care persone il merito di ciò che fanno -.
- Ahah, divertente - commentò, ironica.
- Per cui - soffiò lui, seducente, ritornando al discorso precedente, - pensi di presentarmi a tua cugina? -.
- Ammetto - disse lei, riluttante, - che probabilmente questo la manderebbe direttamente al Creatore e che probabilmente mi divertirei a guardare la sua faccia mentre le spiego la natura della nostra... -.
- ... Relazione? -.

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