«Tutte le verità sono in attesa
in tutte le cose».
Walt Whitman, Canto di me stesso
Blaise Zabini, in piedi di fronte alla libreria del suo studio, contemplava una foto, stropicciandola tra le dita. La fotografia risaliva all'epoca in cui lui era appena entrato al San Mungo come internista: aveva il suo camice da tirocinante e assieme a lui c'era Theodore Nott, che gli batteva amichevolmente sulla spalla. Sullo sfondo, in disparte, si intravedeva un ragazzo biondo seduto di spalle. Draco Malfoy.
All'epoca non erano esattamente amici, ricordò Blaise, con un sorriso. Lo erano diventati nel corso di quell'anno, proprio grazie a Theo, che aveva spedito Draco a farsi dare un'occhiata al braccio sinistro. Da quella volta, in qualche modo, Blaise era entrato nella vita di Malf - come lo chiamava Nott - e Draco aveva fatto lo stesso con lui e così avevano scoperto che in fondo, quasi si piacevano. Il quasi, a poco a poco, si era trasformato in qualcosa di più concreto, consolidando un'amicizia che era diventata sempre più solida.
E a cosa servono gli amici, si chiese Blaise riponendo la foto, se non ti danno una spintarella sulla strada giusta?
Qualche giorno prima, la Granger gli aveva confidato di essere incinta, esponendogli la propria volontà di tenere il bambino. La forza insita nelle sue parole lo aveva colpito, così la pacca sulla spalla che le aveva dato era stata decisamente sincera e non era servita solo a procurarsi uno dei riccioli ribelli della ragazza. Il capello naturalmente gli serviva per una pozione.
Una pozione che ora giaceva nella sua tasca sinistra.
Considerata la sua chiacchierata mattutina con Theodore, la sua decisione aveva un qualcosa di provvidenziale. Per una volta era stata provvidenziale anche la tendenza di Daphne ad essere patologicamente curiosa.
Sorridendo, Blaise si smaterializzò.
Apparve qualche secondo dopo in un salotto buio, saturo dell'odore di tabacco stantio e alcool etilico.
- Non ce l'hai una fidanzata, Blaise? -.
- La tua voce suona alquanto malferma amico mio - sentenziò, ironico. - Quanto hai bevuto? -.
- Mai abbastanza -.
- Rispondendo alla tua domanda - riprese il giovane, neutro, - non ho nessuna fidanzata. Questo perché non voglio ridurmi a bere Whiskey da quattro zellini in una stanza con tutte le finestre chiuse -.
- Divertente. Mi sto sbellicando - replicò Draco.
- Dovresti andare da lei, invece di marcire qui dentro -.
- Non serve, l'ho vista. Le ho anche parlato - rispose il suo interlocutore, versandosi un altro sorso.
- E allora perché sei qui a languire come l'eroina di un pessimo romanzo? - domandò il giovane, irriverente.
- Perché non me la racconta giusta, Blaise. Prima mi dice che non ha niente da dirmi. A sostegno di questo fatto, il suo maledetto patronus è una fottuta donnola - iniziò a raccontare Draco, fuori di sé. - Poi mi si getta tra le braccia, dicendomi che è tutto un equivoco. Non la capisco -.
- Perché sei un idiota - rispose Blaise, in tono ovvio.
- Ha usato la mia bacchetta -.
- E allora? - lo incoraggiò il medimago.
- Nessuno ci riesce. Lei sì - Draco sollevò gli occhi sul suo amico. - Perché? -.
- Si dice che sia la bacchetta a scegliere il mago. Forse la tua bacchetta ti assomiglia - ironizzò il giovane, - se è così, evidentemente lei è l'unica che sa prendere entrambi per il verso giusto -.
- Sì, certo. Tornando con Weasley -.
- È colpa sua. Di Weasley intendo, - Blaise sbuffò. - L'ha obliviata -.
- L'oblivion non funziona se non vuoi davvero dimenticare qualcosa - fu la risposta ringhiata di Draco.
- Infatti lei ricordava. Di notte, mentre sognava - continuò il medimago, paziente.
- Te le ha raccontate lei queste stronzate? -.
- È tutto vero. Dalla prima all'ultima parola -.
- Perché vieni a raccontarmelo? - Draco lo guardò storto e svuotò il bicchiere pieno a metà in un sorso.
- Perché dovresti essere con lei e non qui ad ubriacarti -.
- Dammi un motivo - lo sfidò il suo interlocutore, alzandosi nel mentre e dandogli le spalle per raggiungere la finestra. La aprì e inspirò profondamente.
- È incinta di tuo figlio - replicò Blaise tranquillo, armeggiando con un paio di bicchieri.
- E ha deciso di tenerlo? - domandò Draco, senza voltarsi, in tono funereo. - Nonostante sia mio? -.
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La Bellezza Del Demonio
Hayran KurguLui le afferrò i polsi, in silenzio, senza smettere di fissarla. - Hermione... - disse finalmente, quando i singhiozzi di lei si furono diradati. Lei sollevò gli occhi di scatto, lasciandosi sfuggire un oh! di sorpresa. - Avrei potuto essere miglior...