I Guardiani e gli elementi

26-Sirene

Saliamo sulla barca.
Io mi metto sulla punta per vedere meglio, anche se con tutta questa nebbia non si riesce a vedere nulla.
Da tanta foschia c'è non si riesce più a vedere il cielo, a malapena vedo il mare.
Le ragazze sono dietro di me, Cassiopea e Brigida remano.
Più ci allontaniamo dalla riva più il mio battito cardiaco aumenta.

Ad un tratto si udisse una voce.
Una bellissima voce, soave, sta cantando una canzone persuasiva, ma però non so da dove arrivi.

"State pronte" sussurro.

È una frazione di secondo.
Vedo l'ombra di una coda nella nebbia e il fruscio dell'acqua subito dopo.
Non è un pesce.

La voce si avvicina sempre di più.
Poi la barca si sbilancia.

Una bellissima ragazza dagli occhi azzurri e i capelli corvini si è appoggiata alla barca, proprio davanti a me.
È lei che canta la canzone, o almeno cantava, perché non si sente più nulla, solo un grande silenzio unito ai nostri battiti e i respiri.

"Chi siete?"
Ci chiede ,quasi sussurrando, la sirena.
Mi guarda con gli occhi dolci e pungenti.
Nessuna di noi risponde.

Sento la mia mano bagnata, mi ha toccata.
Io mi ritraggo subito dalla sua presa.

"Non siete di molte parole vedo"
La sua voce cambia e diventa più dura, come il suo sguardo.
Ad un tratto, tante, tantissime sirene ci vengono incontro e si appoggiano alla barca.

Giro lo sguardo più e più volte per cercare di chiedere aiuto, inutilmente.
Non ho nemmeno il tempo di contare quante sirene ci sono che una di loro prende la mano di Nicole.

Divento dinamite
"Non osare" esclamo alla sirena che stringe la mano di Nicole.
Il suo sguardo è puntato verso di me, come quello di tutte le sirene.

È una frazione di secondo, Nicole viene inghiottita dall'acqua e tutte le sirene vanno sotto con lei.

Il panico mi avvolge
"Nicole!"
Urlo con tutte le mie forze, prima di buttarmi letteralmente in acqua per salvarla.
Vengo seguita da Cassiopea.
Insieme andiamo sempre più nel fondale, non so se avremo molto tempo.
Più in fondo si intravedono le code delle sirene e i versi di disperazione di Nicole.
Guardo Cassiopea, è troppo tardi.
Siamo troppo lontane.
L'ossigeno esaurisce e le sirene sono nettamente più veloci di noi.
Sarebbe un tentativo che rischierebbe di far morire sia me che Cassi.

Lei cerca in ogni modo di andare a fondo, ma io la prendo e la blocco, sarebbe troppo rischioso e non posso far morire anche lei, non lo sopporterei.
Cassiopea si agita e i suoi versi di disperazione si diffondono nell'oceano.
Mi vengono le lacrime agli occhi, anche io vorrei salvare Nicole ad ogni costo, capisco Cassiopea, ma non possiamo morire cercando di salvarla.
Che ne sarà degli altri?

Stringo Cassi con tutte le mie forze.
Lei si agita, scalpita, prendo anche qualche gomitata nello stomaco, ma non la lascerò andare.
Con tutte le forze che mi rimango, la porto in superficie.

Lei continua a dimenarsi e appena l'acqua non ricopre più il suo viso, inizia a urlare disperatamente.
Cerco di tenerla stretta a me, nonostante le sue grida e i suoi pianti.
Mi scende qualche lacrima, cerco il più possibile di non disperarmi e piangere, devo essere forte.

Sento un dolore al petto, forte, fortissimo, uno di quelli che nemmeno se mi avessero piantato un coltello nel cuore sarebbe stato così doloroso.

È in questi momenti che capisci che la vita non è dalla tua parte.

Sono confusa, arrabbiata, disperata, triste, vorrei urlare.
Ma non sono così.
Non ho mai dato a vedere nessuna di queste cose.

Fuori posso essere un fiore, quando dentro sono morta.

Tanto è il dolore al petto, che non sento più nulla, vedo quello che accade attorno a me a rallentatore, tutto offuscato, ho la nausea.
Le immagini e tutti i bei momenti passati con Nicole mi tornano in mente e il dolore si fa ancora più sentire.

Le urla di Cassiopea mentre pronuncia il suo nome non rendono più facile la cosa.

Basta
Basta
Basta.