Capitolo 13

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Prendiamo l'ascensore per arrivare in camera, non mi reggo nei panni per quanto sono felice. Edoardo lo nota e cerva di trattenere una risata, ma fallisce miseramente quando inizio a ballare a ritmo della simpatica musichetta dell'ascensore. Le porte si aprono e ci lasciano il tempo necessario per uscire. 

"Il nostro appartamento è il numero 198" mi informa capovolgendo il bigliettino.

"Ah, quindi quello lì in fondo" gli rispondo io compiendo una piccola corsetta per arrivare prima di lui.

"Esattamente proprio quello" fa lui alzando la voce per farsi sentire.

Arrivo per prima e non vedendoci più dall'euforia, sbaglio addirittura ad inserire la carta magnetica all'interno dell'apparecchiatura elettronica. Al secondo tentativo, riesco ad azzeccare il verso e la porta finalmente si apre. La spalanco in modo tale da permettere ad Edoardo di entrare con tutte le varie borse e, una volta entrata...un sola cosa riesce ad attirare la mia attenzione...il terrazzo. Poso la mia borsetta sul tavolo, non staccando gli occhi dalla porta vetrata della camera e mi avvicino come le falene fanno con la luce. Apro la finestra e piano piano esco, osservo tutto...il tavolino con due sedie, i lampioncini che lo illuminano e poi, il panorama mozzafiato...che ho sempre sognato di vedere da piccola, almeno una volta nella mia vita. Rimango fuori non so quanto tempo, persa nei miei numerosi pensieri, finché non sento due braccia circondarmi i fianchi per poi attirarmi a sé.

"Allora? Che ne dici...è come ti aspettavi?" mi sussurra all'orecchio.

"No, è molto più bello di quello che ho sempre immaginato..." gli confesso voltandomi verso di lui.

"Ah si?" mi domanda.

Annuisco abbracciandolo...e lui ricambia. Passiamo un po' di tempo così, abbracciati l'uno nell'altro a coccolarci davanti questo splendido panorama. Che dire, pare che tutti i miei sogni piano piano si stiano avverando...l'unica cosa che tempo è quella di perderli.

"Ora tesoro, vado un attimo di sotto...tu aspettami qui, va bene?" mi avvisa prima di rientrare dentro e uscire.

"Tranquillo" rispondo entrando.

Per trascorrere il tempo in assenza di Edoardo, decido di iniziare a riordinare la stanza. Prendo per prima cosa, le mie due borse...le poggio sopra il letto perfettamente in ordine e incomincio a svuotarle. Man mano che tiro fuori le cose dalla borsa, mi rendo conto che il tempo passa...così continuo a sistemare, a mettere ogni cosa al suo posto...partendo dai vestiti, alle cose per il bagno e...nel mentre mi dirigo in bagno per riporre lo spazzolino e il dentifricio nel rispettivo posto, sento bussare alla porta. Decido di poggiarli momentaneamente sul lavandino, in modo tale di andare ad aprire il più in fretta possibile.

"Chi è?" chiedo alzando un pò la voce, prima di aprire.

" Chi posso essere secondo te? "risponde al di là della porta Edoardo.

"Forse un ragazzo che non conosco?" rispondo e domando ridendo.

"Sono Edoardo! Nicole!!" dice sbuffando.

"Lo sapevo, ti ho riconosciuto dalla voce!" affermo aprendo la porta per farlo entrare.

"Io non ci credo!" esclama con aria divertita, incrociando le braccia al petto come fanno i bambini piccoli quando stanno per mettere il broncio.

"Ah...davvero?" chiedo mettendo anche io le braccia conserte.

"Cosa?" domanda adottando la tattica del finto tonto.

"Che non credi al fatto che io ti abbia riconosciuto dalla voce" continuo sorridendo a malapena.

"Ah, allora si...su questo proposito, non ti credo tanto!" ammette restando fermo nelle sue convinzioni.

" E va bene, questo mi rattrista molto ma...ti prendi proprio una bella punizione" sorrido diabolicamente.

"Oh no, ti prego la punizione no!" dice pregandomi con un sorriso stampato sulla faccia...che attore.

"Oh sii, la punizione sii" continuo io iniziando a spingerlo in camera da letto.

"Prima di fare qualsiasi altra cosa, posso sapere in cosa consiste la punizione mia signora?" mi prega fingendo.

Quel sorriso non abbandona mai il suo viso.

"Ma certo honey, incomincia a sdraiarti" lo invito io, guardandolo ancora in maniera del tutto pericolosa.

"O-ok" mi risponde iniziando leggermente a preoccuparsi.

Monto sopra il letto per mettermi alla sua altezza, lo squadro dalla testa fino al petto, notando che la meravigliosa polo blu gli si alza. Così decido di fargli il solletico dappertutto e lui inizia a ridere come un pazzo.

"Dai Nicole b-basta o-ok?" mi implora tra una risata e l'altra.

"No, non mi fermo..." gli rispondo continuando il mio lavoro diabolico.

"Va bene, va bene dai...scusa! Mi perdoni?" mi prega oramai con le lacrime agli occhi.

"Non lo so...fammi pensare!" dico continuando a torturarlo.

"Dai, non ce la faccio più...abbi pietà" mi prega ancora una volta...sfinito come non mai.

"E va bene!" lo lascio respirare.

Stavo per voltarmi e scendere dal letto quando in un batter d'occhio, mi tira a sé, bloccandomi le braccia.

"Così ti impari a sfidarmi" mi sussurra all'orecchio stringendomi ancora più forte a lui.

ValentinaViola5.






I LOVE YOU (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora