Capitolo 3 - Il tema del ballo

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Erano le otto meno dieci di martedì sera e al settimo piano del castello, di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll", Draco Malfoy aspettava la Caposcuola di Grifondoro, fumandosi una sigaretta in tutta tranquillità. Era dell'idea che prima sarebbe iniziata quella buffonata e prima si sarebbe conclusa.
Era arrivato in anticipo per due semplici ragioni. La prima era che odiava essere in ritardo e la seconda, la più gustosa, era la soddisfazione di vedere la faccia della Mezzosangue mentre si rendeva conto che lui l'aveva anticipata.
Non fece in tempo a dare un altro tiro alla sigaretta che dal lato opposto comparve Hermione Granger. Sembrava quasi che si fosse sentita chiamare in causa.
- Malfoy quante volte devo ripeterti che non si fuma all'interno del Castello?
Si lamentò la giovane, arrivandogli di fronte con una cartella piena di fogli tra le braccia.
Draco si staccò dal muro, si avvicinò alla giovane e le soffiò una boccata di fumo in faccia.
- Rilassati Mezzosangue. Ci siamo solo io e te.
Le bisbigliò a un soffio dal viso. Poi fece scomparire la sigaretta con un incantesimo non verbale. Hermione arrossì per la vicinanza di poco prima ma si diede subito un contegno. Passò tre volte davanti al muro, pensando intensamente a una stanza dove poter lavorare al ballo e una porta apparve di fronte a loro.
Hermione la aprì ed entrarono entrambi. La stanza era calda e accogliente. Di fronte a loro, a ridosso del muro un fuoco allegro crepitava in un camino. Due comode poltrone erano sistemate lì accanto. Una rossa e oro e l'altra verde e argento.
Una parete era interamente occupata da una libreria piena di tomi di ogni forma e genere. Al centro della stanza vi era un tavolo circolare in mogano con quattro sedie che davano l'aria di essere comode.
- Non male Granger.
Commentò Malfoy, andando a stravaccarsi sulla poltrona in stile Serpeverde.
- La mia idea non era esattamente questa. Scommetto che c'è anche il tuo zampino.
Rispose la giovane, osservando perplessa un mobiletto da bar un po' snob. Il biondo alzò le spalle e andò a servirsi qualcosa da bere.
Hermione raggiunse la libreria e passò un dito sui dorsi dei libri che aveva di fronte. Fu poi incuriosita dalla presenza di un annuario molto vecchio. Lo prese tra le mani ed andò ad accomodarsi sulla poltrona rossa e oro.
- Quest'annuario è di una cinquantina di anni fa.
- Bah. Un pezzo da museo che potrebbe interessare solo a te.
Criticò il biondo, comparendole accanto con un calice di vino rosso.
Hermione lanciò un'occhiata di disapprovazione alla bevanda alcolica, poi tornò a fissare il libro e girò le prime pagine. La sua attenzione fu attratta da un titolo scritto a mano.
- "Il ballo Del Giglio". Si tratta dell'evento che dobbiamo organizzare noi.
- Bene, di chi sarebbe quest'annuario? Se fosse di uno dei poveri sfigati a cui e toccato organizzare, potrebbero esserci delle idee da copiare.-
- Ti ricordo Malfoy che cinquant'anni fa Silente era presente al Ballo. Non possiamo proporgli la stessa cosa, se ne accorgerebbe subito.-
Protestò la ragazza, poi tornò a decifrare la calligrafia molto arzigogolata e lesse:
"Caro Alexander,
grazie per avermi insegnato a sognare.
Grazie per essermi stato accanto nei momenti più bui.
Grazie per avermi aperto gli occhi sulle mie stupide convinzioni da Purosangue e di avermi mostrato un futuro diverso da quello che credevo.
Organizzare il ballo insieme è stata l'esperienza più bella della mia vita, perché abbiamo imparato ad amarci.
Ti amo mio stupido Mezzosangue.
Tua per sempre,
Diana"
- Com'è romantico.
Bisbigliò Hermione, arrossendo per l'emozione che si librava da quelle righe.
Draco emise un verso di disappunto, mentre dentro di sé sentì che qualcosa l'aveva scosso. Un campanello di allarme si accese nella sua mente e si ripromise di stare attento al fascino dei Mezzosangue. Quella cretina Purosangue si era persino abbassata ad innamorarsi di uno di loro. Lui non si sarebbe mai permesso di disonorare in tal modo il suo nome.
- Se il tuo programma per la serata prevedeva di sfogliare uno stupido annuario, avresti potuto avvertirmi, così mi sarei risparmiato di venire e sentire queste idiozie.-
Commentò acido il Serpeverde, bevendo un sorso di vino.
Hermione si riscosse dai suoi pensieri e chiuse di scatto il libro. Lo lasciò sulla poltrona e si mise a sedere attorno al tavolo.
- Va bene Malfoy. Siediti e vediamo di buttar giù qualcosa di intelligente.
- Non darmi ordini Mezzosangue.
Rispose l'altro, più per abitudine che per convinzione vera e propria. Si accomodò sulla sedia di fronte a lei e appoggiò il calice sul tavolo.
Hermione aprì la cartella e tirò fuori un cumulo di pergamene vuote. Glie ne passò un paio e gli porse una piuma per scrivere.
- Come prima cosa, penso sia il caso di decidere i membri della nostra squadra di lavoro. Avevi già in mente qualcuno della tua Casa?-
Draco sbuffò e si mise a pensare ai probabili candidati.
- Ok, visto che la faccenda sta richiedendo l'uso di tutta la tua massa cerebrale, inizio io. Ho deciso di scegliere Ginny, Ron, Harry, Luna Lovegood e Neville.-
E mentre lo diceva, segnava i nomi dei ragazzi su una pergamena.
- Perché la Lovegood? È una Corvonero.
- Nulla mi vieta di scegliere studenti di altre case. E poi lei è abbastanza strana da poter fare al caso nostro. Potrebbe venirsene fuori con delle idee niente male.-
- Fai come ti pare. Comunque per me scrivi Blaise, Daphne, Theodore Nott e Pansy.
- Pansy? E cosa te ne fai di lei? Sa solo starnazzare come un oca!
Protestò la Grifondoro, in disaccordo.
- Rinuncio alla Parkinson se tu rinunci alla Lovegood.
- Io non rinuncio a Luna!
- Perfetto. Perciò io mi tengo Pansy.
I due si fissarono in cagnesco per un attimo, con occhi dardeggianti di astio.
- Bene - borbottò Hermione tra i denti - da quando li mettiamo al lavoro? Da subito?
- Non mi sembra il caso. La soluzione migliore è farli iniziare quando avremo già buttato giù qualche idea! Non sarà comunque facile giungere ad un accordo fra noi due, figuriamoci se ci mettiamo undici teste.-
- Per una volta, sono d'accordo con te Malfoy.
- Mi sembra giusto. Un Malfoy ha sempre ragione.
Si vantò il biondo, tornando a concentrare la sua attenzione sul calice di vino. Si accorse di averlo già vuotato e con un incantesimo di appello, richiamò la bottiglia.
- Malfoy, non ti sembra di esagerare con tutto quel vino?
Domandò la Grifondoro puntigliosa. Di certo non aveva intenzione di lavorare con un alcolizzato. Non era trascorsa neanche mezz'ora e il Serpeverde era già al suo secondo bicchiere. Non osava chiedersi a quanti sarebbe arrivato entro la fine della serata.
- Non rompere Mezzosangue. E comunque questo vino e una bevanda raffinata che racchiude anni di tradizione Purosangue. Non va confuso con quelle porcherie che bevete voi Babbani.-
- Ah, sì certo. Immagino che il vino dei Purosangue, a differenza di quello Babbano sia fatto con il vostro sangue e non con della banale uva.-
Ironizzò Hermione, scuotendo la testa.
- Molto divertente Granger.
Sibilò Draco, lanciandole uno sguardo altezzoso.
- Tornando a cose serie, cerchiamo di decidere il tema del ballo!
- Bah, che ne so... l'inizio della primavera.
Buttò là il biondo. Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato.
- La primavera? E noi ci vestiamo da fiori e arbusti?
Malfoy ghignò. E lei capì che si trattava di quanto più vicino ad un sorrisetto divertito.
- Tu saresti perfetta travestita da platano picchiatore. Sei una rompiscatole pignola come quel maledetto albero e non ti sfugge una mosca. Peggio della McGranitt.-
- Ah sì? Tu invece faresti una gran figura come edera. Ogni tua parola è velenosa e infida come quel rampicante!-
Lo accusò Hermione. I due si fissarono punti sul vivo, poi la ragazza decise di passare oltre e riprese il discorso interrotto.
- Pensiamo ai valori che dobbiamo cercare di trasmettere.
- Il vecchio ha parlato di solidarietà, integrazione e altre simili stupidaggini.
Rispose Draco schifato al solo pensiero.
Hermione passò sopra al commento finale. Si sistemò un ricciolo ribelle dietro all'orecchio, con espressione assorta.
- Non sono altro che gli ideali stessi di Hogwarts ed è anche il significato del fiore.
Borbottò tra sé, scrivendo quelle parole sulla pergamena.
- Granger stai dicendo delle ovvietà. Mi aspettavo di più dalla migliore studentessa della scuola.-
- Se non ricordo male, Silente ha parlato di "due migliori studenti". Perciò se secondo te io non sono all'altezza, vedi di tirar fuori qualcosa di intelligente.-
Commentò piccata la ragazza.
- Io ho già contribuito e tu mi ha subito bocciato l'idea, perciò arrangiati.
Affermò con supponenza. Hermione per poco non gli scagliò contro un Cruciatus.
- Malfoy sei davvero insopportabile! Non fai altro che portarci a bisticciare.
- Sei tu che mi irriti Mezzosangue. Mi viene naturale risponderti a tono.
- Va bene. Basta. Tregua! Se andiamo avanti così, non ne verremo a capo neanche usando tutta la notte.-
Sentenziò Hermione decisa. Era ora di farsi venire delle buone idee.
Draco si alzò in piedi. Aprì l'unica grande finestra, lasciando entrare l'aria fresca della sera. Si accese una sigaretta e si appoggiò con la schiena al bordo. La Caposcuola di Grifondoro stava per ribattere, quando il biondo la zittì con un'occhiata ammonitrice.
- Mi aiuta a riflettere. Se devo spremermi le meningi per questa stronzata e meglio che inizi a tollerare le mie abitudini. Fattene una ragione.-
Il silenzio calò nella stanza. Hermione si rilassò contro lo schienale della sedia, massaggiandosi gli occhi stanchi.
Dopo poco si alzò anche lei in piedi e raggiunse la finestra, fermandosi ad una certa distanza da Draco. Gli lanciò uno sguardo di sottecchi e lo vide aspirare una boccata di fumo, per poi soffiarlo fuori dalla finestra. Stupita dall'atto, dovette riconoscere quel gesto di cavalleria. Sapendo quanto lei fosse cocciuta sulla faccenda sigarette, Malfoy aveva aperto la finestra per rispetto nei suoi confronti.
Hermione si affacciò, tenendo i gomiti premuti sul davanzale. Un aria pura e carica di profumi le solleticò il volto. Chiuse gli occhi, concentrandosi sugli odori della natura. L'erba tagliata da poco, la trementina degli abeti e tanti altri profumi.
- Se non ti piace l'inizio della primavera, allora perché non mettere insieme estate, autunno, inverno e primavera. In segno di unione tra le diversità. In fondo cosa c'è di più diverso delle stagioni?-
Disse Malfoy, interrompendo il silenzio. Si voltò verso Hermione e proseguì. Parlò senza quasi vederla, come se il suo fosse un discorso rivolto a nessuno in particolare.
- Si susseguono inesorabili dall'inizio del mondo e in alcune occasioni sembrano convivere nello stesso giorno, come a mostrare quanto in realtà appartengano alla medesima essenza. Non è forse quello che cercate di predicare voi Mezzosangue? -
Hermione rimase letteralmente a bocca aperta. Di tutto si aspettava, tranne quell'acuta osservazione da lui,ultimo erede dei Malfoy, Purosangue doc fino al midollo.
- Che succede Granger? Il tuo gatto ti ha mangiato la lingua?
La ragazza lo fulminò con lo sguardo. Certo che non si smentiva mai! Sempre quel maledetto viziaccio di provocarla.
- No, ero stupita. Non immaginavo che sotto quella paglia bionda ci fosse un cervello funzionante. -
- Paglia bionda? Meglio non parlare della stoppa che ti ritrovi tu!
E le indicò la criniera di riccioli che erano stretti in una coda alta. Hermione rinunciò a raccogliere la provocazione, preferendo raggiungere il tavolo e prendere appunti.
- Il tema del ballo sarà: il connubio delle Stagioni. Mi piace.
- Merito mio Granger.
Commentò il biondo, poi spense la sigaretta e la fece scomparire. Tornò a sedersi sulla poltrona verde e argento, mettendosi comodo.
- Non stressarmi per almeno dieci minuti. Devo riprendermi dallo sforzo mentale.
Hermione lo osservò passarsi una mano fra i crini biondi. Poi il ragazzo si rilassò contro l'imbottitura e chiuse gli occhi.
La Grifondoro si accomodò sulla poltrona libera e riprese fra le mani l'annuario. Lo sfogliò, lasciandosi conquistare dalle foto magiche in bianco e nero.
Le immagini ritraevano quattro classi di studenti, tutti premuti per entrare nella foto. Anche se non era possibile distinguere i colori delle Case, intuì a colpo d'occhio quali fossero gli appartenenti a Serpeverde. Espressioni altere e superbe, tratti aristocratici e neanche un accenno di sorriso. Scorse l'allora giovane professoressa McGranitt accanto ad un gruppo di studenti e capì che si trattava della Casa di Grifondoro. Poco più a destra il preside Silente, con qualche ruga in meno ma già anziano, nella sua veste da Mago Merlino.
Voltò pagina e un'istantanea catturò la sua attenzione. Era stata scattata in riva al Lago Nero, all'ombra di un albero. Nella foto un ragazzo con i capelli scuri, molto carino e dal sorriso dolce, abbracciava una ragazza bellissima, capelli appena un po' più chiari, forse castani, occhi insondabili e tratti nobili che rivelavano il suo lignaggio di Purosangue.
"Eccoli. Devono essere loro due. Alexander e Diana" pensò Hermione. La sua ipotesi fu confermata da una didascalia sotto la foto.
"Alexander Fitzroy MacKanzie, Grifondoro, settimo anno e Diana
Isabel Rowanley, Serpeverde, settimo anno. Sorpresi ad amoreggiare in privato dalla Gazzetta di Hogwarts."
Continuò a sfogliare l'annuario, alla ricerca di quella coppia che tanto aveva destato la sua curiosità. Li ritrovò insieme in Sala Grande, mentre impartivano istruzioni a un gruppo di ragazzi.
"Il Caposcuola MacKanzie e la Caposcuola Rowanley ai preparativi per il ballo del Giglio."
Poi arrivò alla fatidica sera del ballo. Diana era bellissima. Vestiva un abito da sera lungo fino ai piedi, i capelli acconciati sulla nuca e portava uno splendido diadema. Alle mani guanti di pizzo e una di queste era tenuta al braccio di Alexander. Dire che lui fosse una visione stupenda, era un eufemismo. Davvero affascinante nel suo completo da uomo, aveva un portamento magnifico e il sorriso dolce era solo per lei. Erano stati fotografati mentre facevano ingresso in Sala Grande.
Nella foto successiva, ballavano al centro della pista. La mano sinistra di lui appoggiata alla base della schiena di Diana. La mano destra di lei in quella di lui e si lasciavano trasportare dalle note della musica. Gli occhi espressivi parlavano d'amore.
"Il Re e la Regina del Ballo del Giglio nella tradizionale apertura delle danze."
Hermione sorrise alla foto, poi il suo sguardo, senza che se ne rendesse conto, cadde sul biondo Serpeverde di fronte a lei. Se ne stava ben adagiato sulla poltrona e ne dedusse che si fosse appisolato.
Le fiamme danzavano ipnotiche nel caminetto e si riflettevano sulla pelle diafana del giovane. Le ombre lambivano la fronte alta, le sopracciglia bionde e il naso ben disegnato, creando giochi di luce. La labbra sottili e provocanti erano rilassate, senza alcun ghigno a piegarle. Indossava una camicia azzurro chiaro che lo fasciava alla perfezione. Le spalle larghe e il fisico atletico. Spiò l'alzarsi e l'abbassarsi del petto al tempo con il respiro. Si chiese come facesse ad avere un corpo così ben proporzionato. Ora capiva perché più di mezza Hogwarts gli sbavava dietro senza ritegno. Era davvero molto affascinante ed ogni cosa in lui era un sabotaggio a danno dei freni inibitori. Era facile ammetterlo, soprattutto in quel momento che poteva osservarlo con calma, senza doversi preoccupare di rispondergli a tono. Proseguì la panoramica passando ai pantaloni scuri di buona fattura, senza soffermarsi troppo su zone imbarazzanti. Tornò rapida a guardare quelle bocca invitante e si accorse che aveva preso una forma diversa, atteggiata ad un ghigno.
- Granger, se continui a guardarmi così mi consumi!
Hermione divenne rossa per l'imbarazzo, sentendosi come un ladro colto con le mani nel sacco. Draco la osservò con interesse. Quando arrossiva diventava più attraente. Le guance le si tingevano di rosso e gli occhi ambrati sembravano più profondi ed espressivi.
La vide stringersi le labbra fra i denti, non sapendo come reagire e si sentì orgoglioso del suo commento. Per una volta Hermione Granger non aveva idea di cosa rispondere.
- Si è fatto tardi. È ora di rientrare in dormitorio. L'incontro è concluso.
Disse la Grifondoro, scattando in piedi come una molla. Mise a posto l'annuario, prese le sue pergamene e con un cenno salutò Malfoy. Ed in un attimo sparì dietro la porta.

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