Michael Corner sospirò mestamente.
Guardò oltre la finestra della sua camera singola da Caposcuola.
Fuori il sole risplendeva, riflettendosi sul biancore che ricopriva ogni superficie. Diversi gruppi di scolari trascorrevano il loro tempo in cortile, giocando a palle di neve in quel sabato pomeriggio di inizio dicembre.
Era trascorsa una settimana dall'episodio della Stanza delle Necessità e in quel tempo aveva potuto osservare con più attenzione il comportamento di Hermione.
La sua ragazza aveva continuato a mostrarsi sorridente e gentile come suo solito, anche se non erano mancate occasioni in cui l'aveva sorpresa con lo sguardo perso nel vuoto, concentrata sui propri pensieri.
Un paio di giorni prima si erano trovati entrambi in biblioteca a studiare. Avevano l'abitudine da un mese a quella parte, di incontrarsi il giovedì pomeriggio per un tour de force di ripasso, in previsione dei M.A.G.O.
Per Michael era un modo piacevole di passare interminabili ore chino sui libri. La presenza di Hermione seduta di fronte a lui era confortante e la sua bravura lo spronava nei momenti in cui la voglia di ripassare lo abbandonava. Inoltre ogni occasione era buona per confrontarsi su dubbi o passaggi difficili.
Erano ormai giunti ad un punto cruciale sulle "Teorie Fondamentali della Smaterializzazione", quando Michael si era scontrato con un paragrafo insidioso. A quel punto aveva alzato il capo per consultarsi con Hermione ed era rimasto stupito nel vedere che lei non era concentrata sul suo libro. Gli occhi dorati che fissavano un punto lontano.
Il Corvonero aveva seguito il suo sguardo e lo aveva visto.
Draco Malfoy in persona che sedeva ad un tavolo in fondo alla biblioteca insieme a Nott. Di fianco alla Serpe una pila di volumi polverosi e dalla copertina rossa. Michael sapeva che quel colore si riferiva ai testi di Pozioni, la materia in cui Malfoy eccelleva senza rivali.
Tornò a volgere lo sguardo verso Hermione per essere sicuro di aver seguito la traiettoria giusta. Non si era sbagliato. Stava proprio osservando Malfoy e con molto interesse. I suoi occhi accarezzavano la figura della Serpe Maledetta con una tenerezza che mai gli aveva visto in volto. Poi Malfoy, forse guidato da sesto senso, aveva alzato il capo dai libri per puntare i suoi occhi di ghiaccio verso di lei. Lo aveva fatto a colpo sicuro, certo di non aver sbagliato persona. Per una frazione di secondo gli sguardi dei due si erano incrociati e Corner ne era rimasto sopraffatto. Quante cose non dette in quegli occhi così diversi ma che non riuscivano a stare lontani. Michael capì che si trattava di un qualcosa che andava al di là della ragione, contro cui non sarebbe mai riuscito a vincere.
- Non ha senso aspettare. Orami è giunto il momento.-
Disse ad alta voce, mentre distoglieva lo sguardo dalla finestra della camera. Ormai una consapevolezza disarmante si era fatta largo nel suo cuore, ma non era semplice accettarne le conseguenze.
Si infilò il maglione di lana e si passò una mano fra i capelli corti. Indossò il mantello ed uscì dalla stanza. Si diresse in Sala Comune, la attraversò, rivolgendo qualche cenno di saluto ai pochi presenti ed uscì in corridoio.
Prese le scale per raggiungere la Guferia. Doveva spedire un paio di lettere ai suoi genitori e visto che la stanza si trovava a pochi gradini dalla sua Sala Comune, vi si diresse subito.
Si strinse il mantello addosso, per coprirsi dalle folate di vento che fendevano l'aria. Salì gli ultimi scalini ed entrò nella stanza circolare. I trespoli dei gufi erano per metà vuoti. Si trattava di una cosa normale dato che mancava poco a Natale. La corrispondenza si infittiva, tra vacanze da programmare e inviti da recapitare. Così i poveri gufi passavano la maggior parte del tempo facendo la spola fra Hogwarts e le case degli studenti.
Proprio alla sua destra, intenta a legare un messaggio alla zampa di Edvige, vide Hermione Granger, l'oggetto dei suoi pensieri.
- Hermione.
La ragazza sobbalzò spaventata, facendo agitare di riflesso la civetta di Potter. Hermione individuò il ragazzo di fronte all'ingresso.
- Michael, sei tu! Mi ha spaventata. Ero concentrata nei miei pensieri.
- Già, è una cosa che ti capita spesso ultimamente.
Disse il moro, rivolgendo i suoi occhi azzurri verso di lei.
Hermione lo guardò insospettita.
- C'è qualcosa che non va?
- Se ti riferisci alla mia presenza qui, ero giusto venuto per spedire delle lettere a casa. Quest'anno trascorrerò il Natale in Cornovaglia dai miei parenti. -
Rispose, mentre raggiungeva il suo gufo. Gli diede da mangiare un po' di mangime e gli consegnò i due messaggi.
Hermione si sistemò il cappello di lana sulle orecchie. Su quella torre faceva un freddo pecora e se fosse rimasta lì ancora per molto avrebbe rischiato di assiderarsi. Indossò i guanti di pile che le aveva regalato suo padre lo scorso Natale. Davvero una grande invenzione Babbana. E pensare che quel tessuto veniva dalle bottiglie di plastica.
- È molto bella la Cornovaglia.
- Sì, infatti. E soprattutto non fa così freddo come in Scozia.
Disse il ragazzo un po' rigido. Hermione sorrise brevemente. C'era qualcosa di diverso in lui. Lo percepiva dal suo sguardo e un brutto presentimento si fece spazio nella sua mente.
- Se hai finto qui, forse è il caso di scendere di sotto. Sto morendo di freddo.
- Concordo in pieno.
Rispose la Grifondoro e insieme scesero i gradini della torre.
Tornati al caldo delle mura di Hogwarts, i due ragazzi si diressero verso il basso, parlando di argomenti sterili. Senza rendersene conto si trovarono a passeggiare lungo il porticato. L'aria era più riparata e il sole ogni tanto faceva capolino, allungando i suoi raggi sulle pietre del muro.
Michael ad un certo punto si fermò ed Hermione fece lo stesso. Si voltò verso di lei, in modo da averla di fronte e prese un gran respiro.
- Hermione dobbiamo parlare di una cosa importante.
La Grifondoro sentì una sgradevole sensazione di freddo lungo la schiena.
- Va bene, ti ascolto.
- Si tratta di noi. In questi giorni ti ho osservato molto e ho capito che io non sono la persona adatta per te. -
- Ma...
Michael alzò una mano per frenare la sua protesta.
- No, lasciami parlare. Quello che sto dicendo è molto importante e preferirei dirtelo finché ne ho ancora il coraggio.-
La Grifondoro annuì e rimase in ascolto.
- Quando ci siamo messi insieme, ero davvero felice. Sembravi la ragazza ideale per me: bella, intelligente e di piacevole compagnia. Ti ho sempre ammirato. Tu sei coraggiosa, intraprendente e con un gran cuore. Tieni alla famiglia e ai tuoi amici come nessun altro al mondo. E tutto questo senza badare a quelli che potrebbero essere i giudizi degli altri. Poi all'inizio ogni cosa era perfetta. O quasi. Ti mostravi sorridente e allegra, ma c'era sempre un'ombra pronta a velare i tuoi occhi. In principio pensavo che questo fosse dovuto a quello che hai passato, sia in guerra che nelle piccole battaglie personali. Ma poi mi sono reso conto che non era la vera ragione. Anche nei momenti di tenerezza tra noi due, non ti sei mai lasciata andare. Era come se qualcosa ti impedisse di vivere a pieno quei momenti con me. Io nella mia natura di maschio ho tentato più volte di portare la nostra relazione a livelli più fisici e le prime volte che mi hai respinto, devo ammettere che ci sono rimasto male. All'inizio tentavo di capire, pensando che tu avessi bisogni di tempo e di sentirti più a tuo agio. E la cosa sconcertante è che dopo un po' ho smesso di insistere, di tentare, senza provare particolare dispiacere. E più passavano i giorni e più tu eri sulle nuvole e distante. Poi ho capito. A te piace Draco Malfoy e non te ne faccio una colpa. -
Hermione spalancò gli occhi stupita.
- No, a me non piace Malfoy, te l'assicuro, siamo solo...
Il moro le rivolse un sorriso triste e scosse la testa.
- Hermione a te piace e lo sappiamo bene entrambi. È una cosa che non si può scegliere a comando. È stata dura da accettare però non si può negare l'evidenza. Ho visto come vi guardate. Tra di voi c'è quell'alchimia che a noi manca. -
I due ragazzi rimasero a guardarsi per qualche attimo, senza proferire parola. Hermione era triste, dispiaciuta e non sapeva cosa dire. Nella sua mente il discorso di Michael si era rivelato brutalmente veritiero e quella consapevolezza le faceva male. Ma in fondo sapeva che lui aveva ragione. Entrambi troppo razionali. Sentì salirle agli occhi un lieve pizzicore, ma il suo orgoglio Grifondoro le impedì di lasciarsi sopraffare.
Michael si accorse della lotta interiore di lei.
- Ti prego non piangere.
- Non voglio piangere.
- Quello che c'è stato tra noi è nato dalla nostra mente razionale e non può che finire nello stesso modo. Forse ci siamo avvicinati con il desiderio di avere qualcuno di simile accanto. Ma questa non è una relazione. Se aspettassimo a lasciarci, finiremmo per farci male entrambi, probabilmente rinunciando a vivere un amore vero, con i suoi lati dolci e amari. Io ti voglio bene. Te ne vorrò sempre e spero che valga lo stesso anche per te. Ma non posso fare altro. -
Michael finì il suo discorso, tirando un sospiro impercettibile. Si sentì improvvisamente svuotato. Aveva detto tutto ciò che pensava ed ora stava a lei parlare.
Hermione era rigida, immobile come una statua. In fondo al cuore sapeva che c'era qualcosa che non andava. Ma pensava che fosse solo colpa sua. Non immaginava che anche lui non si sentisse più sicuro del loro rapporto. E quella confessione era stata un po' come una stilettata al cuore.
Il Corvonero la osservava nella speranza di una sua reazione, così da poter far marcia indietro e rivalutare le cose. Ma fu probabilmente quel silenzio a fargli realizzare di aver agito nel modo giusto.
- Credo tu abbia ragione. Noi siamo troppo simili. Così simili da non riuscire a completarci. E come cercare di avvicinare due poli positivi di una calamita. Anche io ti voglio bene e vorrei tanto poter rimanere tua amica. -
Michael sorrise triste.
- Certo che rimarremo amici, ma devi darmi del tempo. Per quanto questa sia una scelta razionale, non significa che non sia dolorosa. -
- Lo capisco. Vale anche per me.
E abbassò lo sguardo, senza aggiungere altro.
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Il Ballo del Giglio
Fanfiction"Draco Malfoy diede un tiro alla sigaretta e sorrise amaro. Che destino beffardo. Non riusciva ancora a credere che la sua vita fosse cambiata in maniera così drastica." Ed è così, le vite dei protagonisti sono cambiate. Lord Voldemort è stato scon...