Capitolo 27 - Quiete prima della tempesta

14.3K 399 278
                                    

Draco Malfoy osservava il profilo della luna in silenzio. La fronte era talmente vicina alla finestra, da sembrare che gli fosse appoggiato.
I toni argentei della regina della notte si riflettevano sul corpo suo nudo, rivelando una leggera pelle d'oca sul lato che era più prossimo al vetro.
Un altro giorno di addestramenti era trascorso e il conto alla rovescia proseguiva inesorabile, scandendo silenzioso le ore che li separavano dallo scontro finale. Diede uno sguardo all'orologio sopra la scrivania. Segnava le due e mezza di notte. L'orario esatto in cui tre giorni prima era stato evocato il maleficio, perciò mancavano quarantotto ore. Quarantotto ore e ci sarebbe stata la resa dei conti.
Sentì un disperato bisogno di fumare una sigaretta, così richiamò il pacchetto con un incantesimo non verbale. Ne prese una tra le labbra e l'accese. Chiuse gli occhi ed aspirò lentamente. Dopo pochi istanti buttò fuori il fumo e tornò a scrutare la luna, silenziosa testimone e compagna dei suoi turbamenti.
Come avrebbe desiderato condurre una vita normale. Dopotutto era per quella ragione che aveva accettato di passare dalla parte di Silente. E invece l'incubo di Voldemort continuava a persistere, alimentato dai seguaci sfuggiti alla galera. Gente disposta a tutto pur di mantenere vivo il fanatismo di un pazzo, che non era nemmeno degno del sangue Puro che scorreva nelle vene dei suoi fedeli.
Lo sguardo scivolò sul Marchio Nero, che infame continuava a fargli compagnia, poi voltò leggermente il capo ad osservare il letto a baldacchino. Tra le lenzuola rosso e oro dormiva lei. Hermione Granger. Il corpo nudo era abbandonato mollemente sul materasso, i capelli castani ricadevano dolci sulla schiena. Seguì con gli occhi il profilo del dorso, scendendo fino alla curva dolce dei fianchi e del sedere. Gli dava le spalle, ma questo non gli impedì di immaginare il suo viso rilassato nel sonno. Le labbra leggermente dischiuse e un'espressione tenera in volto.
A quel pensiero sentì una dolce stretta al cuore. Si portò una mano sul petto e percepì sotto le dita il suo battere tumultuoso. Tornò a guardarla e un sorriso timoroso si dipinse sulle sue labbra. Timoroso per ciò che finalmente aveva capito ed accettato.
"Per Salazar, anche una Serpe può innamorarsi sul serio.", pensò un attimo prima di scottarsi le dita. Soffocò un'esclamazione, mentre si rendeva conto che la sigaretta si era consumata da sola, arrivando a bruciargli le dita. La fece scomparire e si soffiò sulla pelle irritata.
- Draco, mi spieghi cosa stai facendo?
Lo Slytherin sobbalzò per lo stupore.
- Sei sveglia?
Hermione si voltò nel letto e lo fissò con i suoi occhi dorati.
- Lo sono da quando sei scivolato via dal mio abbraccio.
- Pensavo che stessi dormendo.
Sussurrò lui e le si avvicinò. Hermione distolse lo sguardo.
- Non riesco a dormire se tu non ci sei.
Confessò. E lei era la prima a domandarsi come fosse possibile. Dormivano insieme solo da tre giorni e a volte si chiedeva come avesse fatto prima a prendere sonno senza di lui. Il calore del corpo di Draco, stretto al suo, era una sensazione unica ed appagante. Le sembrava che tra le sue braccia non sarebbe potuto accaderle niente di male. Si sentiva al sicuro ed amata. Poi, quando arrivava il momento di separarsi, era come privarsi di una parte del suo corpo. Come privarsi del suo cuore.
Draco sorrise e si inginocchiò di fronte a lei.
- Non ero andato via. Ero a qualche metro da te.
E le accarezzò il volto con dolcezza. Lei socchiuse gli occhi a quel contatto.
- Non è la stessa cosa.
Il suo orgoglio Grifondoro le impediva di aggiungere altro, di confessargli il senso di abbandono che aveva provato, mentre le lenzuola diventavano fredde. Si lasciò cullare dalle tenere carezze della sua mano e quando non sentì più le sue dita sulla pelle, percepì un freddo vuoto allo stomaco. Aprì gli occhi di scatto ma un sorriso spontaneo le sbocciò in viso, mentre lo vedeva girare intorno al letto e stendersi al suo fianco. Hermione si voltò e si rifugiò tra le sue braccia.
- Per Merlino, sei ghiacciato.
Commentò la Grifondoro. Allungò una mano a prendere le lenzuola e coprì entrambi. Draco le fu grato, sentendo subito un piacevole calore diffondersi nelle vene. La scrutò con i suoi occhi argentei, immergendosi in quelli ambrati di lei.
- A cosa stai pensando?
Le sussurrò, avvicinando il suo volto.
- Mi chiedevo... niente, sono solo sciocchezze.
- Lascia che sia io a giudicarlo. Avanti, parla.
La invitò, immergendo la mano fra i suoi morbidi ricci.
- Se tutto questo finirà in bene e finalmente Bellatrix e Rodolphus verranno sconfitti, tu che cosa farai?-
Sussurrò, quasi timorosa di dar voce ai suoi interrogativi.
- Beh, immagino che ballerò sulle loro tombe!
Scherzò il biondo, con un sorriso in fondo alle iridi argentee.
- Sono seria, Draco. Quando tutto sarà finito, che cosa vorrai fare della tua vita?
Quante volte se l'era chiesto senza mai trovare una risposta. Che cosa fare della sua vita?
- Non lo so. Non voglio illudermi che mi attenda un futuro felice. Non so nemmeno se riuscirò a sopravvivere alla battaglia.-
E sospirò lentamente. Hermione gli accarezzò il profilo del viso e si sporse a baciarlo sulle labbra.
- Tu vivrai. Ne sono certa.
- Vorrei tanto avere la tua sicurezza.
Bisbigliò il Serpeverde, distogliendo lo sguardo dal suo.
- Ce l'hai ed è qui dentro.
E gli posò una mano all'altezza del cuore, sul petto caldo. Draco seguì con gli occhi le dita della giovane per poi tornare a guardarla in volto. E vide che aveva gli occhi lucidi e quando parlò, la voce tremava.
- Tu devi vivere, perché senza di te io... io...
Non riuscì a terminare la frase. Le parole le morirono in gola, formandole un groppo pesante, che non riusciva a mandare giù. Draco la fissava ammutolito, poi una lacrima fece capolino su quegli occhi dorati, subito seguita da un'altra e un'altra ancora.
Lui la strinse a se di riflesso, facendole poggiare la testa sull'incavo del collo. Hermione soffocò a stento un singhiozzo e si aggrappò alle sue spalle.
- Non piangere.
Le sussurrò, mentre il cuore era straziato da una sofferenza mai provata prima. Draco sapeva che sarebbe arrivato il giorno del confronto. Il giorno in cui avrebbe dovuto affrontare coloro che aveva tradito. Lo sapeva fin dall'inizio e non ne era mai stato spaventato. Aveva accettato fin da subito la possibilità di morire nello scontro. Faceva parte del rischio e considerata la vita che aveva trascorso fino al momento del tradimento, non se ne sentiva intimidito. Ma ora le cose erano diverse. Ora c'era lei.
E aveva paura.
Draco Lucius Malfoy aveva una fottuta paura. Non della morte in se, ma di ciò che avrebbe comportato non poterla più vedere. Non poterla più amare.
- Draco, promettimi che non perderai la speranza.
Sussurrò lei scostandosi dal suo petto.
- Hermione...
La ragazza lo fissò negli occhi e Draco annuì.
- Te lo prometto.
- E promettimi che non farai delle azioni avventate.
Il biondo alzò un sopracciglio e le dedicò un'occhiata altezzosa.
- Mezzosangue, io non sono lo Sfregiato. Ti dimentichi che io sono una Serpe e noi serpi non amiamo i gesti plateali. Prima di tutto, pensiamo a salvarci la pelle.-
- Lo so, ma anche una Serpe può fare delle cazzate. Soprattutto se la Serpe in questione pensa che una certa Grifondoro non sia in grado di difendersi da sola.-
Colpito e affondato. Dannata Mezzosangue, la sua perspicacia era fin troppo acuta.
- Ti ricordo che la Grifondoro in questione ha contribuito a mandare all'altro mondo Voldemort in persona ed è perfettamente in grado di affrontare questa situazione.-
Ogni traccia di pianto era scomparsa dal volto della giovane che lo fissava con serietà.
- Ok, messaggio ricevuto.
Rispose senza troppa convinzione. Hermione lo scrutò sospettosa. Non riusciva a capire quel suo sguardo sfuggente. Era quasi come se si stesse preparando a...
- Oh, no. Malfoy, non ci pensare neanche. Azzardati anche solo a rifilarmi qualche cazzata per escludermi dalla battaglia e questa notte di troverai a dormire in giardino contro quella dannata barriera!-
- Mezzosangue, tu non capisci, loro ti vogliono morta, sei troppo vulnerabile per combattere in prima fila!-
Ribatté il biondo con sguardo ostinato. Non poteva certo stare a guardare, mentre quei maledetti Mangiamorte l'attaccavano con il preciso intento di ucciderla.
- Draco, lo capisco benissimo invece! E non c'è niente che tu possa fare, perché non so se l'hai notato, ma qui dentro siamo tutti in pericolo!-
Il biondo fece per replicare ma non trovò le parole per ribattere. Aveva ragione. Non esistevano vie di fuga. Non restava che combattere.
- E va bene, hai vinto tu.
La ragazza gli rivolse un sorriso dolce e tornò ad abbracciarlo. Draco le accarezzò la schiena, prodigandosi in un gesto ripetitivo che riuscì a calmare anche se stesso.
Hermione si rilassò al tocco gentile, che sapeva tanto di coccole. Alzò il capo e incontrò le iridi argentee di lui, che la stavano osservando placidamente. Si sporse verso di lui e lo baciò. All'inizio fu un bacio delicato, senza malizia, giusto a fior di labbra, poi le carezze di Draco si fecero più intese e il fuoco della passione accese di nuovo i loro sensi.
Hermione dischiuse la bocca ad accogliere la lingua di lui e subito si persero in una danza che non si stancavano mai di ripetere. Draco le accarezzò il palato con la punta della lingue, mentre con le dita scivolava dal fianco per approdare sulle curve morbide del seno. Ne stuzzicò la punta, provocando un gemito sommesso ad Hermione, che in reazione inarcò la schiena, offrendosi di più a lui. Il biondo si staccò dalla sua bocca, per scendere a lambire la gola, il collo, il petto e giungere a quelle scure gemme, che già aveva risvegliato con le sue carezze.
- Draco...
Ansimò la giovane, gettando indietro la testa. Il biondo spinse avanti la gamba destra e la intrufolò tra quelle di lei. Hermione scivolò con le mani tra le lenzuola fino ad accarezzare la sua virilità pulsante e Draco si lasciò sfuggire un gemito basso. Con un rapido movimento si portò sopra di lei e quando la sua intimità si scontro con lui, Hermione fu attraversata da un brivido di piacere.
Le loro bocche si cercarono fameliche e si trovarono, unendosi in un bacio senza fine e senza inizio, mentre i loro corpi si muovevano sempre più accaldati. Poi Draco, stupendola, le afferrò saldamente i fianchi e con un colpo di reni, ribaltò le posizioni.
Hermione si trovò così a cavalcioni su di lui e per un attimo si sentì spaesata.
Draco la scrutò curioso e capì.
- Posizione nuova?
La giovane arrossì vistosamente.
- Beh, sì, non sono mai stata... ehm.. sopra..
- Vedrai, ti piacerà. Ora io sono in tuo potere. Tocca a te condurre il gioco.
Le sussurrò lui. Hermione si sentì intrigata e decise di lasciarsi trasportare dall'istinto. Si abbassò a catturargli le labbra in un bacio e Draco le rispose con intensità. Salì ad accarezzarle la schiena, facendo scivolare le dita lentamente, fino a procurarle un altro brivido involontario.
Hermione si strinse di più a lui e scivolò sul suo corpo finché la sua femminilità si trovò a stretto contatto con la sua virilità. A quel punto mosse il bacino e il giovane gemette. Allora si fece più audace e si mosse ancora, sensualmente. Lo vide chiudere gli occhi e sospirare. Sorrise compiaciuta e lo baciò di nuovo, per poi tornare alla tortura di quei movimenti, prendendo sempre più confidenza. Ma il gioco che aveva messo in piedi per stuzzicarlo e portarlo vicino al limite, le si ritorse contro. Al punto che si rese conto di essere incapace di aspettare oltre, ormai preda di un'eccitazione vibrante. E fu così che si sollevò quel tanto che bastò per accoglierlo dentro di sé, per poi sistemarsi ancora su di lui, all'amazzone. E un brivido di piacere bruciante la invase tutta, come una dolce coltellata.
- Ah...
Non era stata lei a gemere, bensì Draco, che era completamente soggiogato da lei.
La giovane allora iniziò a muoversi e non riuscì a trattene un gemito di puro piacere, quando lui le venne incontro con il bacino, producendole dietro alle palpebre scintille di fuoco.
L'amplesso si fece sempre più intenso. Si baciarono selvaggiamente più volte, per poi scostare le loro bocce e prodigarsi in carezze sinuose. Draco prese a massaggiarle i seni e lei si inarcò, lanciando la testa all'indietro. Quel movimento spasmodico, li portò entrambi sull'orlo del baratro e con un paio di spinte, si trovarono a precipitare in una voragine di puro piacere e di oblio dei sensi. Gridarono insieme, poi Hermione si accasciò sul corpo di lui, con il cuore ancora al galoppo.
Dopo pochi minuti scivolò al suo fianco e Draco l'abbraccio. Si addormentarono insieme con le teste vicine e a chiunque li avesse guardati da fuori, non sembravano altro che due ragazzi innamorati. Non un Purosangue e una Mezzosangue che tanto si erano odiati negli anni passati, ma due giovani che ormai avevano un solo cuore, che batteva tumultuoso sulle note del loro amore.

Il Ballo del Giglio Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora