Capitolo 13 - Baci di natale

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La professoressa Minerva McGranitt osservò i suoi alunni del settimo anno con aria severa. Per quell'ultima lezione dell'anno di Trasfigurazione, aveva richiesto la presenza delle quattro Case. La stanza abituale era stata allargata di modo da contenere tutti quegli studenti. Fuori dall'alta finestra in stile gotico, il sole creava spettacolari giochi di luce, riflettendosi sulla neve adagiata un po' ovunque.
- Fra pochi minuti la lezione sarà finita ed inizieranno ufficialmente le vacanze di Natale. A tale proposito ci tengo a ricordarvi che continuerete ad essere studenti di Hogwarts anche fuori da queste mura, perciò vi invito a mantenere un comportamento consono all'educazione ricevuta a scuola. -
E li trapassò tutti con lo sguardo, facendo sentire ognuno di loro un potenziale colpevole di malefatte. Si sistemò gli occhiali sul naso e quando fu soddisfatta delle espressioni attente dei suoi studenti, rilassò il volto.
- Per il resto auguro un Buon Natale a voi e alle vostre famiglie. Utilizzate queste due settimane di vacanze per riposare senza però trascurare gli studi.-
E detto ciò li accomiatò. Gli studenti si alzarono in piedi in un gran brusio con il sottofondo tipico di sedie spostate.
Hermione Granger si avviò alla porta con Ron ed Harry al fianco. Il rosso di casa Weasley stava raccontando le ultime novità sul fratello Charlie, quando fu distratto dal passaggio di Malfoy e di Blaise, che gli avevano tagliato la strada senza troppe cerimonie.
- Ehi, Malfoy! Guarda dove cammini.
Esclamò Ron con disappunto. Il biondo Serpeverde si fermò e si volse verso il ragazzo.
- Weasel non ho tempo da perdere con uno straccione come te.
- Come osi!
Proruppe il rosso, scattando in avanti per la frustrazione. Ma una presa salda sul suo braccio lo trattenne dall'attaccar briga con Malfoy.
- Lascia perdere Ron. Andiamo.
Disse Harry Potter, imprimendo maggior forza alla mano. Ron lo fissò incredulo.
- Parli sul serio o sei sotto imperius?
- Harry ha ragione Ron, è meglio lasciar stare.
Aggiunse Hermione che gli era accanto. Ron passò lo sguardo tra i due amici allibito. Prima di poter dire qualcosa, la voce della McGranitt catturò la loro attenzione.
- Signor Malfoy e signorina Granger, ho bisogno di parlare con voi. Vi aspetto nel mio studio.-
I due Caposcuola si scambiarono un rapido sguardo interrogativo. L'espressione di Hermione sembrava quasi dire "Che cosa vuole ancora da noi?" e quella di Draco "Non chiederlo a me. Sei tu la cocca della Befana."
- Dobbiamo andare. Harry, Ron, ci vediamo dopo in Sala Comune.
Harry le rivolse un sorriso, annuendo con il capo mentre Ron continuava a fissare i Caposcuola con sguardo sconcertato. I due in questione scomparvero dietro la porta dell'aula e a quel punto Ron non seppe più trattenersi.
- Mi spieghi che cazzo sta succedendo?
- A cosa ti riferisci?
Gli chiese il moro, non capendo dove volesse andare a parare.
- Ovvio sto parlando di Malfoy!
Esclamò Ron, enfatizzando le parole con ampi gesti della mani. Harry gli restituì un'occhiata perplessa.
- Per quale diavolo di ragione tu ed Hermione avete iniziato a difenderlo?
- Io non sto difendendo nessuno. Ho pensato che fosse meglio non reagire alla provocazione perché c'era la McGranitt in aula.-
Rispose Harry e si mise in cammino verso l'uscita.
- Non me la racconti giusta! C'è dell'altro e tu me lo stai nascondendo.
- Ron stai diventando paranoico.
- Va bene. Non vuoi dirmelo. Cosa mi dici di Hermione? Non ti preoccupa che lei stia passando più tempo con quella Serpe Maledetta che con il suo ragazzo?-
Domandò Ron scandalizzato. Harry si fermò per guardare l'amico. Erano arrivati in corridoio e uno sciamare continuo di studenti lo stava attraversando per tutti le direzioni.
- Herm e Corner non stanno più insieme da due settimane Ron.
Per poco la mascella del rosso non toccò terra per lo stupore.
- Che cosa? Non me ne ero accorto! E tu come lo sai?
Harry stava per rispondergli che era abbastanza evidente, visto che Corner non si faceva più vedere al fianco di Hermione da una quindicina di giorni, ma fu distratto da una persona che stava arrivando dietro alle spalle di Ron.
- Salut! Cosa ci fate qui ragazzi?
Domandò una voce familiare dal leggero accento francese.
- Ciao Hélène. Hai finito le lezioni?
Chiese il moro, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Ron sbuffò. Ogni volta che la giovane MacKanzie era nei paraggi, il volto di Harry si illuminava per la gioia. Diventava un fantoccio tutto gentilezze e moine e al rosso mancava poco che venisse da vomitare per lo schifo. Per fortuna accanto ad Hélène comparve Ginny che riuscì a spezzare in parte l'aria da cretino innamorato che Harry aveva dipinto in volto.
- Ciao a tutti. Hermione non è con voi?
Harry scosse la testa in risposta a Ginny.
- È stata chiamata a colloquio dalla McGranitt insieme a Malfoy.
- Molto bene!
Rispose soddisfatta la rossa. Il fratello maggiore la fissò perplesso. Ginny si accorse della sua espressione smarrita e decise di illuminarlo.
- Vedi Ron, dato che le mie previsioni su lei e Michael si sono rivelate esatte, non posso che fare il tifo per Malfoy, sperando che quei due riescano a trovare un piano di intesa.-
- Impossibile Ginny. Lei e Malfoy sono come il giorno e la notte. Due mondi completamente diversi. Adesso li vedi vicini solo perché sono costretti a lavorare al Ballo, ma una volta finita questa storia, vedrai che riprenderanno ad insultarsi e a tenersi a distanza di sicurezza.-
Intervenne Harry, spiegando la sua tesi con convinzione.
- Non sono della tua stessa idea Harry. Questa cosa la dissi una volta proprio ad Hermione a adesso la ripeto anche a te: "Tu pensi che sia impossibile far incontrare il giorno e la notte e invece io ti dico che ti sbagli. Si incontrano tutti i giorni all'alba e al tramonto e anche se per pochi minuti, in quegli attimi sono una cosa sola."-
- È molto saggio. Davvero un'osservazione bella e romantica.
Disse Hélène, che era rimasta piacevolmente colpita dal discorso dell'amica.
Ron scosse la testa infastidito.
- Non capisco come possiate pensare che uno come Malfoy voglia far coppia con qualche ragazza. A lui interessa solo scoparsele tutte e quando verrà il momento si sposerà con una Purosangue della sua risma e avrà tanti figli Mangiamorte e razzisti come lui. Fine della storia. -
- Adesso stai esagerando Ron. Malfoy non è un Mangiamorte.
Sentire quelle parole uscire dalla bocca del suo migliore amico, fu come riceve uno schiaffo in pieno volto.
- Ecco! Lo stai facendo di nuovo! Hai preso le parti di Malfoy.
- Ho solo detto la verità. Se Silente non dubita di lui, perché dovremmo farlo noi? Ti sembra che abbia fatto qualcosa di male in questi mesi?-
Disse Harry, guardando l'amico dritto negli occhi.
- No. Ma questo non significa che sia degno di fiducia. Potrebbe colpirci alle spalle quando meno ce lo aspettiamo. Mi stupisco che proprio tu ti sia fatto convincere.-
Il Bambino Sopravissuto non gradì affatto quella risposta e serrò la mascella per il disappunto. L'aria tra i due ragazzi si fece un po' tesa e Ginny decise di intervenire per calmare gli animi.
- Ragazzi, chi se ne importa di Malfoy. Domani è la vigilia e a Natale dobbiamo essere tutti più buoni. Perciò Ron, da bravo fratello maggiore, vieni con me e aiutami a trasportare il mio baule.-
E prese a braccetto il rosso con determinazione. Ron sbuffò e con riluttanza abbandonò il sentiero di guerra. Si rivolse alla sorella e commentò.
- Perché voi donne non riuscite ad accontentarvi di un paio di cose, invece di portarvi dietro l'intero baule di vestiti?-
I due Weasley presero il corridoio alla loro destra e sparirono in mezzo a quell'andirivieni di studenti. Harry sospirò e scosse leggermente il capo.
- Hélène, che ne diresti di fare un paio di tiri a Quiddich?
La ragazza lo scrutò con i suoi occhi verdi acqua e gli sorrise in risposta.
- Non sapevo che fossi così masochista. Ti diverti tanto a farti battere?
Harry spalancò gli occhi indignato.
- Che cosa? Adesso ti faccio vedere io!
E Hélène rise divertita e si diede alla fuga, inseguita da un Harry Potter fintamente offeso.

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