Capitolo 25 - Gocce di coraggio

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Hermione Granger aprì lentamente gli occhi e la prima cosa che mise a fuoco fu un tessuto bianco. Candido e leggermente spiegazzato che si alzava e si abbassava, in un ritmo regolare. Con la mente ancora annebbiata dal sonno, non riuscì a dare un senso a quel che vedeva. Poi sentì quell'odore. L'odore di lui, Draco Malfoy, e subito il cervello si destò dal suo torpore.
Si rese conto di aver dormito con il capo sulla sua spalla. Erano sdraiati sul divano e Draco dormiva a pancia in su, con lei appoggiata al suo petto.
Sotto il tessuto della camicia percepiva il battito del suo cuore e il calore che emanava la sua pelle diafana. E si sentì sciogliere da un misto di tenerezza e amore.
Mosse la mano destra, che era abbandonata sul torace di lui in una carezza leggera. Con delicatezza alzò la testa per poterlo osservare in volto.
Non era la prima volta che lo guardava dormire, ma alla vista di quel viso perfetto, il suo cuore perse un battito. Come poteva essere così bello?
La fronte alta e spaziosa, le sopracciglia bionde, le ciglia lunghe chiare in punta che si scurivano verso le palpebre, il naso ben dritto e aggraziato, né troppo grande, né troppo piccolo, le labbra sottili e invitanti, leggermente dischiuse. Era una visione. E una tentazione al contempo. Affascinante come un demone tentatore.
Quello stesso demone che le aveva rapito il cuore e l'anima.
Senza poterselo impedire, avvicinò la mano al suo volto. Con dita esitanti lo accarezzò e gli scostò una ciocca ribelle che ricadeva sulla fronte.
E come per magia le labbra perfette si mossero a disegnare un ghigno.
- Mezzosangue, draco dormiens numquam titillandus.
A quella frase Hermione sorrise. "Il drago che dorme non è mai da stuzzicare", il motto della scuola che era scritto sullo stemma.
E il drago in questione aprì gli occhi, rivelando due pozze di argento indomito. E prima che lui potesse agire, la giovane si sporse e lo baciò sulle labbra. Fu un bacio rapido, che non venne approfondito, ma fu sufficiente a far sbocciare un sorriso sulla bocca di lui.
- Non mi sottovalutare. Ormai ho imparato a trattare con i draghi irrequieti.
Gli sussurrò la giovane, guardandolo con i suoi occhi dorati.
Draco ghignò e mosse il braccio destro, che le cingeva la vita ancora dalla notte prima.
- Ahi... mi si è addormentato il braccio.
Hermione si alzò a sedere e sentì un qualcosa scivolarle dalle spalle. Con un gesto rapido riuscì ad afferrare la giacca nera di Draco, prima che finisse a terra. Se la drappeggiò di nuovo addosso, per ripararsi dal freddo.
Nel frattempo anche il biondo si era seduto e si stava massaggiando l'arto informicolato.
- Scusa, ci ho dormito sopra tutta la notte.
- Questo conferma la tua proverbiale testa dura!
Commentò Draco ed Hermione gli assestò un pugno sul petto. Ma fu come colpire un muro e il giovane ne approfittò per stringerla fra le braccia.
- Shh.. non vorrai svegliare Lenticchia e lo Sfregiato?
Le bisbigliò all'orecchio. Hermione lanciò un rapido sguardo alla stanza, da sopra la spalla. Dormivano ancora tutti, pacificamente abbandonati sui divani.
Tornò a guardare lo Slytherin che la stava osservando con uno sguardo divertito. Hermione annuì e appoggiò il capo sull'incavo del collo di lui. Il profumo della sua pelle le accarezzò le narici e senza pensarci, gli depose un bacio sulla gola.
- Mh.. cosa combini?
- Niente.
Bisbigliò sul suo collo, poi si scostò e tornò a fissarlo nei suoi occhi grigi. E percepì un mare di emozioni che le scaldarono il cuore.
Era innamorata.
Ormai non poteva più negarlo a se stessa. Era innamorata di Draco. Non del Mangiamorte. Non del figlio del temuto Lucius Malfoy. Non del Principe di Serpeverde. Solo Draco.
Il suo Draco.
E lui le depose una mano sul volto e ne seguì con le dita il profilo, prigioniero volontario dei suoi occhi dorati.
Quante cose erano cambiate in quei giorni. E quella era Hermione. La sua Mezzosangue.
E sentiva il cuore battere forte a quella consapevolezza.
Ma cos'era quel sentimento che gridava nel suo petto?
Cos'era quel sentirsi così bene in presenza di lei e stare male in sua assenza? Cos'era quel qualcosa che andava oltre il desiderio fisico? Perché da quando l'aveva avuta, aveva capito che avrebbe voluto solo lei.
Tanti interrogativi che riconducevano ad un'unica risposta. Una risposta disarmante, che era stato sul punto di rivelarle la sera precedente, prima che i coniugi MacKanzie lo interrompessero.
Hermione sarebbe rimasta ad osservare quelle pozze argentee per un tempo infinito, lasciandosi cullare dai nuovi sentimenti che vi leggevano dentro, ma sapeva che la situazione non lo permetteva.
Sciolse il suo abbraccio forte e si alzò in piedi, sistemandosi sulle spalle la giacca. Si chinò sul giovane e gli depose un bacio sulla fronte.
- Io vado a farmi una doccia.
Il biondo la trattenne per una mano, scrutandola negli occhi.
- Non andare adesso, resta con me.
- Devo. Oggi ci aspetta una lunga giornata e ho bisogno di rinfrescarmi.
Hermione gli sorrise dolcemente, vedendo un'espressione nuova sul volto di Draco. Sembrava quella di un bambino contrariato.
- Cos'è quella faccia? Dov'è finito l'altero Principe di Serpeverde?
- Sta ancora dormendo. Per ora davanti a te c'è solo Draco.
E la giovane si chinò d'impulso a baciarlo. Gli baciò le labbra e prima che Draco potesse stringerla in un abbraccio possessivo, si scostò e gli sorrise.
- Ci vediamo dopo.
Fuggì verso la porta, la aprì e scomparve dietro l'uscio.

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