Capitolo 28 - Battaglia a Hogworts

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L'alta figura del capo degli Auror Thomas O'Connell si stagliava solitaria di fronte ai Cancelli di Hogwarts. Il buio della notte regnava sovrano, interrotto soltanto in prossimità dell'ingresso della scuola, dove fiaccole magiche segnavano il sentiero di ghiaia.
Ma lì fuori ogni cosa era illuminata fiocamente dalla luce della luna, che osservava silenziosa le sorti di quella funesta serata.
O'Connell dava le spalle ai cancelli. Gli occhi azzurri stretti nello sforzo di scrutare il più lontano possibile in quella semi oscurità. C'era un silenzio che dava quasi una sensazione di immobilità, se non fosse stato per l'annunciarsi a tratti di versi animali.
Dell'accampamento non c'era più traccia. L'aveva fatto smontare quel pomeriggio stesso e si era premurato di non lasciare nessun segno che avrebbe potuto insospettire il nemico. I suoi uomini avevano dissimulato la loro presenza con grande abilità e ora erano appostati fra la boscaglia, in attesa di ordini.
L'Auror avvistò un movimento al limite del suo campo visivo e agile come un felino, si nascose dietro una grossa quercia. Tenne la bacchetta spianata, pronto ad usarla in caso di necessità. La figura si avvicinò circospetta, senza produrre alcun rumore, e il capo degli Auror sentì la tensione sciogliersi per il sollievo.
- Conway
Lo chiamò e il suo fidato sottoposto lo raggiunse, sgusciando nell'oscurità.
- Signore.
Sussurrò il giovane quando gli fu accanto.
- Ebbene sono arrivati?
Conway annuì poi si accinse a descrivere cosa aveva appena visto dalla sua posizione di vedetta. In un primo momento aveva adocchiato un'indistinta macchia all'orizzonte, che pareva muoversi silenziosa, come una goccia di rugiada su un piano inclinato. Quando la distanza si era ridotta sensibilmente, Conway li aveva riconosciuti: i Lestrange e il loro esercito di Mangiamorte. I due coniugi erano in testa, con i volti spavaldamente scoperti, ad aprire il lungo corteo di uomini incappucciati e di creature oscure, tra cui i licantropi appartenuti al branco del defunto Greybrack e alcuni vampiri mercenari.
O'Connell fece una smorfia di disprezzo.
- È proprio nello stile di quel pazzo fanatico. Lestrange sta portando il suo schieramento in battaglia, sfoggiandolo con enorme presunzione. Quell'uomo è troppo sicuro di se e della sua intelligenza, ma si dimentica che questo gli è costato caro già una volta.-
Conway non disse nulla. Ormai erano due anni che ricopriva il ruolo di sottoposto del Capo degli Auror, e aveva imparato a capire quando fosse il momento di parlare e quando invece un rispettoso silenzio fosse la risposta migliore. E quella era decisamente una situazione simile.
- Conway, va da Brennan e digli di avvicinarsi, poi prendi la tua posizione e tieniti pronto.
- Sì, signore.
E il giovane scivolò nel buio, silenzioso e discreto come fosse parte integrante del paesaggio. Non si mosse nemmeno una foglia al suo passaggio, come se la natura gli avesse concesso di accarezzare i suoi profili, senza destare la sua attenzione. O'Connell pensò che proprio quella sua abilità aveva permesso al giovane di occupare un posto d'onore al suo fianco.
L'uomo attese alcuni minuti e avvertì la presenza di Clark Brennan alle sue spalle. Poi cadde una patina di immobilità sulla boscaglia e rimasero tutti appostati in silenzio.
Infine li udirono sopraggiungere. All'inizio fu come una leggera vibrazione nell'aria, che si propagò fra le fronde degli alberi per accucciarsi al suolo e farlo tremolare. Poi udirono un parlottio indistinto di voci e di versi e finalmente la testa del corteo comparve di fronte al loro campo visivo. Rodolphus e Bellatrix Lestrange procedevano con passo sicuro, le bocche storte in ghigni di follia e alle loro spalle marciava un enorme spiegamento di forze. Nonostante Conway gli avesse dato una valutazione sommaria sul loro numero, O'Connell non poté impedirsi di rimanere stupito. Erano davvero tanti e le ombre della notte giocavano in loro favore, espandendo la lunghezza del loro corteo.
Rodolphus sollevò un braccio in aria e il suo esercito si fermò, poi prese per mano sua moglie e insieme raggiunsero i Cancelli di Hogwarts.
Il Capo degli Auror sollevò la bacchetta, sentendo le dita prudergli dalla voglia di agire da cecchino qual era stato da giovane. Aveva Lestrange a tiro di bacchetta e sarebbe bastato un colpo preciso e pulito. Un anatema che uccide sussurrato sulle labbra e di quel pazzo non sarebbe rimasto nulla. Si sentiva diviso tra la necessità di porre fine a quella spregevole vita e la consapevolezza di dover tenere un comportamento consono alla sua carica, facendolo prigioniero e garantendogli un giusto processo.
"Ma quale giusto processo. Quest'uomo merita di morire e me ne assumerò la responsabilità davanti ai miei superiori", sentenziò nella sua mente. Tornò a mirare Rodolphus alla testa, mentre questi protendeva le braccia verso la barriera insieme alla moglie. Ma una mano gli abbassò la bacchetta con un gesto deciso.
- Signore, non lo faccia.
Sussurrò Brennan all'orecchio di O'Connell. Il giovane vannaro, alla vista dei Lestrange con le mani alzate, si era avvicinato al Capo degli Auror e aveva agito, impedendogli la mossa fatale.
- Dannazione Brennan, è la nostra occasione per farlo fuori.
- Signore, le garantisco che se lo ucciderà adesso, condannerà a morte tutti le persone all'interno del Castello. I Lestrange sono gli Evocatori e se verranno uccisi fuori dalla barriera, il maleficio imploderà e nessuno sopravvivrà alla sua potenza devastante. -
O'Connell sentì una gran frustrazione addosso.
- Meldizione, Brennan, è cosa ti aspetti che faccia allora?
- Lasciamoli entrare. Per sconfiggere questo sortilegio, i due Evocatori devono essere uccisi dentro alla cupola di energia. -
Seppur con qualche riserva, il Capo degli Auror acconsentì. Così videro i Lestrange evocare di nuovo la magia di quell'incantesimo e la barriera si aprì di fronte ai Cancelli, rivelando un passaggio, che fu sorretto dalle mani protese della coppia.
L'esercito di Mangiamorte sfilò attraverso il passaggio, violando il perimetro di Hogwarts. Quando anche l'ultimo l'ebbe superato, fu la volta di Rodolphus e Bellatrix di passare. A quel punto O'Connell e Brennan uscirono allo scoperto e corsero verso quella fenditura, ma quando gli furono di fronte, la barriera aveva già recuperato la sua consistenza impenetrabile. Brennan proruppe in un grido di rabbia, molto simile al ruggito di un animale, mentre O'Connell finì catapultato all'indietro, dopo aver tentato di forzare la barriera.
Il resto degli Auror uscì dai nascondigli, per raggiungerli sul piazzale.
Conway si avvicinò al Capo degli Auror e parlò.
- E adesso che faremo signore?
O'Connell si alzò da terra, sbattendosi la polvere dal mantello. Lanciò uno sguardo al maestoso Castello di fronte, sentendosi ingiustamente vinto davanti a quel maleficio.
- Ora, Conway, dobbiamo confidare nella forza di chi sta lì dentro.
Proferì quasi in un sussurro. E come in risposta, videro diversi lampi di luce partire dalla terrazza sopra l'ingresso. La battaglia era iniziata.

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