Chapter 7

80 1 0
                                    

Alyssa's pov

Tornata a casa decido di mettere prima in ordine i miei acquisti e poi di iniziare il progetto che avevo in mente.
Avevo deciso di dipingere in camera, o meglio di lasciare un mio disegno per renderla veramente mia, non sapevo ancora cosa disegnare ma non me ne preoccupavo, sapevo che una volta aver poggiato il pennello o meglio la pistola a spruzzo che avevo comprato, la mano avrebbe avuto un contatto diretto con il mio cuore lasciando fuori il mio cervello.

Sono le 7 di sera quando ho finalmente posato tutto ciò che avevo acquistato poco prima, ora mi trovo in camera, il letto è stato accantonato da un lato mentre siedo a terra davanti la parete bianca, apro i barattoli e il mio lavoro inizia a prender vita, mi immergo totalmente in ciò che sto facendo rifinendo ogni minimo dettaglio.

Faccio un cambio tra pennello e pistola e quando sono quasi a metà sono quasi soddisfatta del mio lavoro, so cosa sto dipingendo, il mio cuore aveva deciso di riportarmi sul Rodano insieme a mio nonno in quella gita che facemmo ad Arles, solo una volta che arrivammo mi fece vedere il quadro che rappresentava la bellezza che stavamo osservando.

"Notte stellata sul Rodano" mi aveva detto contento

"è di Vincent van Gogh" aveva continuato poi

"Sai perchè siamo qui?" avevo scosso la testa in segno di no e lui mi aveva sorriso "è qui che io e la nonna ci siamo conosciuti"

Scuoto la testa per far scivolare via quelle parole e cerco di rimettermi a lavoro ma una suoneria mi interrompe, prendo il cellulare e leggo il nome di Ania.

"Dimmi dolcezza" rimango stupita dalle mie stesse parole, non ho mai avuto amiche, solo qualche conoscente a cui non avrei lasciato in mano nemmeno il mio cellulare, con Ania invece era diverso, era impossibile non darle dolcezza seppur io non fossi dolce.

"VUOI VENIRE A DORMIRE A CASA MIA?" urla e lo dice tutto d'un fiato, avendo capito com'è fatta immagino che abbia avuto vergogna. Mi metto a ridere ma non so cosa risponderle.

Opto per un semplice "Perchè?"

"Perchè i miei genitori sono partiti per un viaggio d'affari ieri, mio fratello ha deciso di passare la notte fuori con Zac e io non voglio rimanere sola" al pronunciare il nome Zac aveva leggermente cambiato la cadenza della voce ma non sapevo quale fosse il motivo.
Valuto mentalmente i motivi per cui dovrei accettare.
A. Dovrei dormire sul divano perchè la stanza puzza di pittura e non era molto comodo come ricordava il mio mal di collo.
B. Dean non ci sarebbe stato.
C. Ania aveva paura di rimanere sola come avevo già appurato il pomeriggio.

"Non so come arrivare a casa tua" dico sincera

"Sono le 22 passano ancora i pullman..dovrebbe essercene uno tra 10 minuti, lo so che ti chiedo molto se non vuoi, davvero, tranquilla. Non avrei nemmeno dovuto chiedertelo solo che la paura mi ha spinto a farlo"
la sua voce è quasi un sussurro

"Sai quante fermate devo fare prima di scendere?" dico mentre salgo le scale per recuperare uno zaino e riempirlo con il necessario per passare la notte

"Si, 7. Grazie Alys, grazie. Sei davvero un'amica"

"Preparami una buona cena per sdebitarti!" dico ridendo

"Sono un'ottima cuoca, vedrai!" chiudiamo insieme dopo esserci salutata, rimetto gli abiti di quel giorno e porto un cambio per il giorno seguente, spazzolino, pigiama, caricabatterie e chiavi.
Prima di uscire di casa indosso una felpa perchè il vento si era alzato e attendo il bus.

Dopo 10 minuti sono alla seconda sigaretta ma del bus non c'è traccia, una macchina cammina lentamente davanti a me e poi sento un clacson che mi fa letteralmente saltare sul posto.

"Una bella ragazza come te non dovrebbe stare qui al freddo da sola"

"Và via"

Si accendono le luci nell'abitacolo e riconosco il ragazzo che ha parlato

"Jos! Scusa non avevo riconosciuto la voce"

"No, scusami tu. Probabilmente ti avrò messa paura, che fai li?"

"Beh sai, mi diverto a stare al freddo" dico ironica e lui aggrotta la fronte

"Ero ironica, aspetto il bus" indico la fermata sopra la mia testa

"Ma oggi non passano"

"Oh fantastico" faccio l'ultimo tiro prima di buttare la cicca a terra.

"Vuoi un passaggio?" e apre la portiera come se avessi accettato

"Non so la strada, se non ti secca contare le fermate"

"Dai sali e non preoccuparti"
Accetto di buon grado il passaggio ringraziandolo e iniziamo a parlare, mi fa alcune domande su di me ma rimango sul vago, mi ha raccontato che lavora per pagarsi l'università, è al primo anno di una scuola di fotografia e ama molto ciò che sta imparando, arriviamo fino alla settima fermata e aspetta gentilmente che io chiami Ania per farla uscire fuori casa e mi lascia andare solo quando la vede.

"Posso avere il tuo numero?" tentenno ma lo dice senza nessuna malizia e questo mi fa rassicurare e gli lascio il numero con una raccomandazione.

"Non farti strane idee, mi sei solo simpatico" sbarra gli occhi ma fa un cenno con il capo sorridendo

"Tranquilla, sai che non ho cattive intenzioni, non mi avresti dato il tuo numero sennò" lo guardo incuriosito e lui alza le spalle, dopo un ultimo saluto raggiungo Ania.

"Raccontami tutto!" dice emozionata prendendomi per mano e trascinandomi dentro casa

"Ma ho fame!" la mia pancia brontola e sento un odore invitante

"Ti ho preparato dei mac and cheese, non ho avuto molto tempo scusami" avevo sentito poco e niente la sua risposta perchè mi ero fiondata sulla pasta finendola in poco tempo, quando guardo Ania il suo sguardo è sciocciato.

"Ne hai altra?" due piatti di pasta e venti grazie di Ania dopo, siamo in camera sua a guardare un film che abbiamo scelto insieme.

"Allora, che mi dici di Jos?" chiede la mia amica alzando e abbassando le sopracciglia

"Che è un nome abbastanza ridicolo" mi da una spinta e iniziamo a ridere

"Si è solo trovato a passare davanti casa mia perchè non passavano i bus, e mi ha dato un passaggio, poi mi ha chiesto il numero e gliel'ho dato" alzo le spalle come a dire è tutto

"Coooosa gli hai dato il numero?"

"Si ma non farti strane idee, mi è solo simpatico"

Dopo aver chiacchierato un pò iniziamo a guardare il film, Ania ha voluto che dormissi con lei nel suo letto ma sono più propensa ad andarmene sul divano appena si addormenta oppure fumare prima di addormentarmi. A metà film vado a mettermi il pigiama, composto da un pantaloncino corto di tuta e una canotta lunga e mi rimetto a letto, i miei piani precedenti vanno in frantumi perchè cado lentamente nel sonno senza accorgermene.

"Non la toccare!"
Sono piccola e la mia voce sembra un sussurro in quella stanza, ma so di aver gridato.
L'uomo si gira e mi sorride mentre mia madre cerca di attirarlo di nuovo verso sè.
"Lasciala stare papà" viene verso di me scrollandosi di dosso mia madre
"Picchia me!"
"Con piacere" dice
I suoi occhi sono rossi e offuscati dal suo demone, l'alcool.
Mi ha raggiunto ormai e non scappo nemmeno, una volta ci provai ma si arrabbiò solo di più e allora subisco cercando di non urlare ad ogni colpo che mi dà
"se picchia me la mamma stará bene" era questo il mio mantra

Mi sveglio di scatto e guardo verso la mia amica distesa accanto a me, sta dormendo, non si è accorta di nulla.
Decido di scendere per prendere un bicchiere d'acqua e noto che sono le 4 del mattino, sospiro e mi alzo scendendo le scale.

Spazio autrice
Ora sapete perchè Alyssa odia suo padre.

ResilienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora