Capitolo 39

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"Hai sentito anche tu questo rumore?" resto immobile per cercare di risentirlo e un'altro colpo arriva alle mie orecchie

"Si, stavolta l'ho sentito" si alza lentamente dal letto e si incammina verso le scale, mi alzo immediatamente seguendolo in silenzio e cercando di non emettere nessun tipo di suono

"Dovevi stare in camera" mi sussurra continuando a scendere

"Sono io quella brava con le armi" dico alludendo a quel giorno alla spiaggia quando avevo vinto più peluche di lui colpendo più lattine, cercando di alleggerire la situazione.
Un sorriso illumina il suo volto e scuote la testa, d'un tratto sentiamo delle voci e lui si ferma girandosi verso di me ridendo.

"Sono i miei genitori"

"Dean sei tu?" come prova di quello che ha detto sentiamo la voce della madre chiamarlo

"Si mamma" mi fa cenno di seguirlo e cerco di acconciarmi

"Oh caro mi hai fatto prendere un colpo" quando mi nota il sorriso le arriva agl'occhi e corre ad abbracciarmi

"Credevo non ti avrei visto mai più dolcezza, devi venire più spesso a casa nostra!" ricambio l'abbraccio

"Sarà fatto signora" uno sguardo di disappunto si fa spazio sul suo volto e mi preoccupo di aver detto qualcosa di poco cortese

"Ti ostini a chiamarmi signora? Che sconsiderata, come si può chiamare signora una ragazzina di 25 anni?" la risata proviene dal marito e tutti ci uniamo

"Si amore, 20 anni fa"

"Oh George, non mettermi in imbarazzo, una donna mente sempre sulla sua età. Comunque chiamami Elisabeth"

"Va bene, Elisabeth"

"Eravate soli in casa?" il mio volto si tinge di rosso e balbetto una scusa quando Dean viene in mio soccorso

"Si mamma, stavamo guardando un film"

"E Ania?"

"Sarà di ritorno a breve" dopo aver annuito Elisabeth si dirige sulle scale urlando un ultimo

"Continuate a guardare il film mentre io cucino, perché resti a mangiare qui vero Alyssa? Non accetto un no come risposta"

"Certo Elisabeth, ne sono onorata"

Il padre di Dean scuote la testa divertito, gli occhi che rispecchiano quelli del figlio puntati lì dove poco prima era sparita la figura di sua moglie

"È una bambina, letteralmente" annuisco in soggezione

"Sarò nel mio ufficio se mi volete" annuiamo all'unisolo e ritorniamo in camera.

"Non pensi dovrei aiutare tua madre a cucinare?" scuote la testa vigorosamente

"Non vuole nessuno vicino quando cucina, Ania ci prova in continuazione"

"Sono felice per te, avere una famiglia del genere è un privilegio di questi tempi" concentro il mio sguardo sulla televisione fingendo di non essere pienamente colta dall'argomento o di essere interessata al film ma mento in entrambe le circostanze.
La sua mano raggiunge la mia e la stringe piano non costringendomi però a guardarlo negl'occhi e per questo gliene sono grata.

"Risolveremo tutto al più presto, per te" annuisco usando la sua mano come una fonte da cui estrarre la forza necessaria a fare una cosa del genere o solo a pensarci, i minuti passano e il film continua venendo di volta in volta interrotto da commenti o imitazioni ingigantite in quanto pessimismo, la porta si apre interrompendo una risata.

"Sorellina, com'è andata?" Ania mette il broncio e incrocia le braccia al petto gettandosi sul letto

"Quel deficiente si è andato ad inginocchiare fuori in giardino, sotto la pioggia per far valere la sua posizione da pentito, nonostante lo avessi già perdonato insisteva nel dire che doveva farlo obbligatoriamente e ora ha la febbre" io e Dean ci guardammo in faccia prima di scoppiare a ridere, Ania espose il labbro inferiore in una faccia da cucciolo prima di seguire le nostre risate, restammo lì a parlare prima di essere chiamati per la cena e solo una volta accomodati prendemmo di nuovo parola.

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