Chapter 17

57 4 1
                                        

"Davvero non è la mia ragazza" mi guarda negl'occhi ma io scosto lo sguardo.

"Dean non mi interessa, non so se mi sarebbe più dispiaciuto per te o per lei se fosse stata realmente la tua ragazza" il suo sguardo è interrogativo

"Perchè?"

"Beh lei ha..come dire, un bel caratterino.
Mentre tu hai diverse ragazze." sta per replicare quando una donna minuta entra in aula.
Con la sua entrata è calato il silenzio e capisco che lei è la professoressa.
Da come ho letto sul foglio degli orari consegnatomi quella mattina lei è la professoressa Stewart.
Ha un'aria molto saggia e professionale, ha i capelli tirati in uno chignon ordinato e un vestito largo a fiori.

Si siede dopo averci salutato e apre il registro, poi lo richiude dopo aver letto qualcosa e fa correre lo sguardo sull'aula. Inaspettatamente si ferma su di me e alza la mano in un saluto.

"Quest'anno avremo una nuova alunna" tutti gli occhi sono puntati su di me.

"Date il benvenuto alla signorina Evans" mormoro un grazie e cerco di farmi piccola per evitare di ricevere continue occhiate.

"Dovrei essere geloso, ti stanno mangiando con gli occhi" lo guardo alzando un sopracciglio.

"Perchè ti dovrebbe interessare, scusa?"

"Perchè sei mia" mi sorride.

"Nei tuoi sogni"

"Oh fidati, li sei più che mia, diciamo che siamo una cosa sola" mi fa un occhiolino e io fingo di sbattere la testa sul tavolo esasperata dalla sua battutina.
La professoressa ci avvisa che inizieremo con Shakespeare e non posso esserne più che felice.
Inizia a spiegarne la vita e resto affascinata dal suo modo di parlarti, riesce a far incantare tutti delle sue spiegazioni.
Tranne Diana, probabilmente, dato che è intenta a controllare le sue doppie punte.
La professoressa sembra accorgersene perchè le rivolge una domanda.

"Signorina Diana, lei sa dirmi qualcosa sulla scelta di Giulietta di uccidersi per il suo amore?" la ragazza colta in fallo sposta lo guardo dalla professoressa alla classe, poi scuote la testa e con un sorrisino risponde.

"Poteva darla a qualcun'altro invece di uccidersi" la classe ride alla sua battuta mentre io sbatto il pugno sul tavolo, infastidita della sua stupidaggine.

"Probabilmente non siamo tutte come te" mormoro, ma solo dopo che lo sguardo di tutti è puntato su di me capisco che non è stato solo un mormorio il mio.

È la professoressa a rivolgermi la parola. "Ha detto qualcosa signorina Evans?" annuisco, in fondo non ho nulla da perdere.

"Si prof, ho detto che non siamo tutte come Diana, probabilmente non ha mai conosciuto l'amore puro e vero, quello che come racconta questa tragedia, nasce da un'incontro di due sguardi. Non ha mai provato o voluto provare quell'amore che ti fa andare contro tutto e tutti, che ti fa rinnegare il tuo nome.
Quella passione che ti porta a preferire la morte più che una vita senza il tuo amato."
La campanella suona così da darmi la scusa di dileguarmi velocemente dall'aula.
Corro senza nemmeno saperne il motivo, ho solo bisogno di correre, ma quando mi rendo conto che non so nemmeno dove si trovi la prossima aula, rallento e chiedo informazioni a una ragazza.
La prossima lezione è quella di scienze, giunta davanti all'aula vedo un volto conosciuto, Zac.
Preseguo facendo finta di niente, non ci siamo mai parlati in fondo. Sto quasi per entrare quando mi sento chiamare.

"Alyssa! La famosa Alyssa" mi giro e mi appoggio alla parete.

"Ciao Zac" alzo la mano in un cenno e lui batte le mani

"Allora sono famoso anche io!" mi fa ridere, sembra un bimbo

"Eh si, direi, sono amica di Ania e tu il migliore amico del fratello"

ResilienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora