Spazio autrice
Se abbassate la voce potete sentirla con la canzone in sottofondo..è solo una base per indirizzare le vostre menti nel giusto modo di lettura di questo capitolo.
Buona letturaSara
C
apitolo 24
Mi sentivo come quando le reti formano un groviglio tra loro e non c'è altra soluzione che buttarle, era come se un masso pesasse sulla mia schiena e ad ogni stranezza o problema si facesse più grande. Prima o poi mi avrebbe schiacciato.
Non sapevo il perchè Diana riusciva a tenerlo così in pugno, eppure Ania mi aveva detto che Dean non provava nulla per lei. Che si fosse sbagliata?
Ero stanca di arrovellarmi su tutti quei problemi, ero sempre stata una ragazza libera e indipendente e non avrei permesso a un ragazzo con evidenti problemi comportamentali di distruggere il mio muro. Era mio.
Mi immaginai Gollum abbracciare il muro e urlare a chiunque si stesse per avvicinare.Avevo deciso di andare a correre, a Londra lo facevo spesso e ne avevo bisogno anche ora. Era come se il bruciore ai piedi, il fiato corto, la stanchezza e il sudore mi ricordassero di essere viva, come se mi ridessero l'aria, il che era strano perchè la corsa toglieva il fiato.
Avevo gli abiti già pronti, legai i capelli in una coda alta, presi l'i-pod e dopo un breve riscaldamento iniziai a correre.
Decisi di correre fino a raggiungere Central Park, avevo permesso agli eventi di quella settimana di rubare il mio tempo, non avevo fatto nulla per ambientarmi realmente e avevo bisogno di conoscere il posto per sentirmi al sicuro.
Anche se non ero solita definire un luogo "casa mia", per me erano le persone a farmi sentire a casa, ma dovevo creare una sorta di contatto con ciò che mi circondava.La mia playlist aveva scelto di farmi ascoltare Cleopatra dei lumineers, non era adatta a una corsa ma la lasciai, mi piaceva troppo, mi rendeva triste ma consapevole.
Quante stronzate fà una donna per l'uomo che ama, non pensa alle conseguenze dei propri gesti.
Dovetti passare davanti casa di mia madre per andare a Central Park, ma la persona che vidi uscire da casa sua mi fece gelare il sangue nelle vene.
Accellerai sperando non mi vedessero, i miei piani erano saltati, non stavo seguendo più una strada.
I piedi non volevano smettere di correre, il mio cervello era entrato in panico, me ne ero accorta dalle mani intorpidite e dal giramento di testa.
Sentivo un mormorio e mi accorsi che ero io, le mie labbra ripetevano come un canto.
"Non qui, non lui, non può essere vero"Sapevo di essermi persa e cercai di comandare alle mie gambe di fermarsi, sentii un forte suono e mi ritrovai a pensare a quanto le mie gambe sembravano riprodurre il suono di un clacson.
Mi girai di scatto avendo capito l'antifona, ma non poteii fare più nulla. La macchina mi prese in pieno e venni scaraventata da qualche parte, dopo un pò il vuoto totale.Sembrai risvegliarmi qualche ora dopo, o almeno, il mio cervello sembrava essersi risvegliato.
Non vedevo nulla ma percepivo tutto, decisi di fare una breve analisi:
male alla testa, alle gambe, braccio sinistro e schiena.
Non sembravamo rotte, il dolore era presente ma non esageratamente. Avevo bisogno di alzarmi, di camminare e andarmene, avevo il terrore degli ospedali, da quando ci avevo visto morire mio nonno.
Ma i miei occhi non volevano aprirsi, nè il mio corpo muoversi. Sentivo delle voci ovattate, provenire probabilmente da dietro una porta, non riuscivo a capire ciò che dicevano ma capii a chi appartenevano.
Jos e Ania.
Qualcuno era entrato, la porta cigolava nel tentativo di richiudersi e qualcuno camminava svelto avvicinandosi a me, poco dopo ne sentii un altro."Allora, cos'ha la paziente?" erano medici allora.
"Ha diverse fratture, nulla di grave, abbiamo dovuto ingessarle il polso perchè durante la caduta, il corpo ha fatto peso sul polso, le costole hanno subito solo un colpo ma fortunatamente non c'è stata una rottura che ha danneggiato la sacca dei polmoni. Per quanto riguarda la testa, il colpo è stato forte, ha un trauma cranico e l'abbiamo indotta al coma farmacologico."

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Resilience
Ficção Adolescente"Resilienza" "Resilienza?" mormorai guardandolo "Si" mi guardò a sua volta "lo stai affrontando a testa alta ora, ci sei riuscita!" mi sorrise felice.. Quanto avrei voluto crederci, in realtà era solo l'ennesima bugia. Pezzo tratto dalla storia. Res...