Chapter 2

108 5 1
                                    

"Ma porca.." mi abbasso per recuperare il telefono caduto durante lo scontro

"Scusa scusa scusa, scusami tanto" dice la persona con cui mi sono scontrata, una ragazza suppongo dalla voce soave che sento

Accenno un semplice "tranquilla" e mi alzo guardandola negl'occhi, è una ragazza con i capelli ricci e i tratti del volto sono molto dolci, ha le mani davanti la bocca credo da quando il telefono è caduto

"Si è rotto?" dice con voce cauta, quasi abbia paura della risposta

Ispeziono il cellulare e provo ad accenderlo e spegnerlo, nulla di rotto tranne una piccola scheggiatura sul lato.

"no si è solo un pò scheggiato tranquilla" la ragazza mi fissa per qualche secondo quasi volesse accettarsi che fosse davvero tutto okay

"sei arrabbiata con me?" i suoi occhi si inumidiscono e resto paralizzata, non avrà intenzione di piangere vero? E poi arrabbiata con lei? Non ci conosciamo nemmeno. Decido di rispondere alla sua domanda anche se sono alquanto stranita

"ehm no..si è solo scheggiato e poi sono stata io poco attenta a guardare la strada quindi stai tranquilla davvero" il suo volto si apre in un sorriso e si lancia addosso a me per abbracciarmi, mentre io rimango immobile spaventata da quel gesto, credo abbia notato la mia freddezza perchè si stacca e guarda il pavimento iniziando a balbettare

"io..ehm..scusa non volevo"

La guardo cercando di trattenere una risata, è molto timida

"Hei hei non è nulla, comunque io vado, sono in ritardo" le accenno un saluto e mi dirigo dalla parte opposta quando risento la sua voce

"Aspetta! Come ti chiami?" sorrido prima di girarmi pensando che forse non è così timida se continua a parlarmi nonostante la mia freddezza

"o è solo dolce e vuole fare amicizia, cose che non esistono nel tuo vocabolario" puntualizza il mio cervello
"stà zitto"

Mi giro a guardare la ragazza che arrossisce impercettibilmente "Alyssa, tu?

"Mi chiamo Ania, sei nuova? Non ti ho mai visto da queste parti, non che conosca tutte le ragazze ovvio, ma da queste parti conosco tutti, cioe si, capito?" La guardo stranulata e alla fine rido facendola diventare rossa come un peperone

"Si sono nuova, oggi è il mio primo giorno qui"

"E quanti anni hai? Insomma..vai a scuola? Quello che sto cercando di dirti.."

La stoppo con le mani perchè ho fatto già ritardo e credo non smetterebbe di parlare se non la fermassi

"Dovrò frequentare l'ultimo anno alla city college of new york"

Le si spalancano gli occhi e inizia quasi a saltellare ma si ferma poco dopo notando il mio sopracciglio alzato e la faccia buffa che ho fatto cercando di trattenere le risate

"Anche io vado lì!"

"Oh bene, allora ci vedremo lì" le rispondo di rimando

"Davvero? Ci vedremo?" non capisco davvero come possa aumentare la sua emozione ma è quasi contagiosa

"Beh si credo di si, insomma sarebbe inevitabile non vederci dal momento che staremo nello stesso college.." sembra quasi rattristirsi alla mia risposta, credo l'abbia interpetrata come qualcosa di negativo quindi cerco di rimediare

"Magari il primo giorno di scuola ci incontreremo davanti al cancello così potrai aiutarmi, sai il mio senso dell'orientamento è pari a zero" ed ecco che risorride felice

"Sisi allora ci vediamo lì, ciao Aly"
mi blocco non sapendo se correggerla o meno, alla fine decido di far finta di nulla.

"Ciao Ania"

Continuo a camminare arrivando finalmente davanti la villa di mia madre, già, mia madre viene pagata profumatamente per le creazioni dei suoi abiti e non esitava a mostrarlo, ma in pochi sapevano che questa sua facciata di lusso viene iscenata per nascondere la povertà in cui ha e abbiamo vissuto. Busso al citofono e dopo alla porta ritrovandomi mia madre avanti in tutta la sua bellezza, per quanto le nostre divergenze siano profonde come un baratro non avrei mai potuto sottrarmi a quel pensiero. Mia madre era splendida con i suoi capelli dorati e il viso morbido senza rughe, sembrava quasi una mia coetanea, se il passato non fosse sempre stato lì pronto a mettermi nell'angolo per riempirmi di colpi sarei riuscita ad essere dolce con lei, ma la realtà è sempre pronta a farti del male.

"Mamma" dissi semplicemente

"Alyssa sei sempre così bella" noto che mi guarda con una strana espressione, quasi di rammarico e trattengo a stento un imprecazione sperando di aver sbagliato a vedere

"Si certo grazie, hai preparato la colazione? Sto morendo di fame" e ad affermare la veridicità delle mie parole il mio stomaco brontolò

"Ho preparato tutto quello che ti piace, sono così felice che tu sia qui bambina mia"

"Come se avessi scelta" sussurrai

Mi accompagnò in sala da pranzo dove vidi tre pietanze diverse, e sapevo che avrei mangiato tutto dato che il mio ultimo pasto decente era stato il giorno prima a pranzo.
In 15 minuti era tutto finito.

Porto i piatti in cucina e li metto nel lavabo.

"Hai finito tutto" dice guardando i piatti vuoti "Sei proprio una buona forchetta come tuo padre" a quell'affermazione un basso ringhio sale dal profondo della gola e mia madre dopo essersi accorta dell'errore mi guarda con gli occhi spalancati

"Scusa Aly io.."

"Non chiamarmi Aly, merda il mio nome è Alyssa! E io e mio padre non siamo uguali nemmeno sulla più piccola stronzata!" detto ciò mi precipitai fuori da quella casa cercando il parco più vicino che scoprii trovarsi a pochi metri da casa mia, mi siedo e porto una sigaretta alle labbra, rimurginando su quelle parole, so che la mia rabbia è infondata, cazzo sono la sua fotocopia in tutto e per tutto, mi tasto le tasche cercando un accendino ma quando capisco che non lo avrei trovato impreco di nuovo

"Merda anche questo no!" mi alzo decidendo di cercare qualcuno che fumasse in quel dannato parco..

Coso autrice

Ecco qui il secondo capitolo, spero vi piaccia, anche se non ho lettori *sad* come sempre se qualcosa non vi piace o altro..le critiche sono ben accette!
Sara

ResilienceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora