Capitolo 40

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"Tranquilla ritorna sempre" mi scuoto da uno stordimento che non mi ero accorto di aver avuto, sorrido ad Ania e cerco di recuperare qualche brandello di conversazioni delle ultime due ore.

"Il vestito viola ti sta d'incanto, ti valorizza maggiormente" dico ricordandomi la sua sfilata di poco prima

"Tu dici?" annuisco sorridendole, paghiamo i rispettivi abiti e ci dirigiamo verso un pub aperto a pranzo, poco prima di entrare Ania blocca i suoi passi sotto l'acqua gelida

"Sono una stupida!" inarco il sopracciglio non capendo il motivo di quel suo comportamento e la invito con un cenno del mento a spiegarmi cosa le prende.

"Sarà sicuramente da Zac..lo avrei dovuto chiamare" prende il telefono dal taschino anteriore dei jeans e inizia a digitare un numero portandoselo poi all'orecchio, non mi accorgo di aver trattenuto l'aria finchè non mi ricordo di respirare, il tempo passa insieme agli squilli e quando sento la voce di Zac arrivare leggera mi metto in ascolto.

"Amore, mio fratello è lì con te?"
"Ha dormito li?" non sento la risposta ma il cipiglio che assume Ania si sposta magicamente anche sul mio volto facendomi pensare a mille ipotesi sul suo essere sconcertata.

"Va bene, rimettiti a letto e mangia qualcosa di caldo, ti chiamo più tardi per sapere come stai, ti amo" non le lascio nemmeno il tempo di chiudere la chiamata che lascio sfogo alle mie preoccupazioni.

"Allora? È lì? È successo qualcosa?" si schiaccia l'attaccatura del naso tra le dita e scuote la testa

"È lì che dorme, Zac ha detto che è andato da lui in mattinata, alle 2 precisamente ed era ubriaco, sta dormendo da allora" sorprendendo me stessa annuisco soltanto, la rabbia che sovrasta il mio corpo è troppa per essere rilasciata e come delle forze uguali che fanno leva su un unico oggetto facendo così annullare la forza stessa, la mia rabbia si annulla.

"Andiamo a mangiare?" la freddezza della frase non mirava a ferire la ragazza che mi guardava preoccupata e cerco di aggiungere un sorriso al finale della frase, trovandomi a sembrare il personaggio di joker.
Ania si accontenta e mi sorride a sua volta addentrandosi oltre quella porta che rigettava odori gradevoli di cibo speziato.
Il telefono squillava sempre ad orari precisi, ormai avevo capito anche cosa fossero quegl'orari, quando andava o tornava da lavoro, dopo cenato e prima di andare a dormire, dire che Lily Parker stava provando a comunicare con la figlia era dire bene ma Alyssa sapeva che se sua madre avesse voluto realmente parlarle si sarebbe presentata davanti casa sua, cosa che in quei giorni non aveva ancora fatto e cosa che era apprezzata.

Il pomeriggio è un vero inferno, Ania sembra essersi trasformata in una cinquantenne in menopausa, ha avuto tre attacchi di pianto, uno perchè non riusciva a fare la linea dell'eyeliner come voleva lei, un'altra perchè pensava di aver macchiato il vestito e l'ultima perchè credeva che si fosse rotto il phon. Tutto questo mentre io ero stesa sul letto a fumare sigarette e cantare le canzoni che emetteva il computer appoggiato sulla scrivania in legno.

"Hai detto che con la musica ti saresti immessa nell'ottica di questa serata, ma sei ancora sul letto a fumare la..quinta sigaretta?" le faccio il segno del 7 per correggerla e lei sbuffa

"Mancano due ore, e poi mi hai obbligato a farmi truccare da te, quindi che pensieri ho io?"

"Almeno vatti a lavare!" batte il piede sul tappeto che riprendeva lo stile essenziale della mia camera da letto e alzo gli occhi al cielo

"L'ho fatto mentre piangevi per la tua linea che non seguiva l'altra" mette il broncio e sbuffo "queste patite per il trucco non le capirò mai" sussurro ma senza successo, perchè la sua risposta mi arriva forte e chiara

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