Capitolo 41

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Cammino veloce dietro il ragazzo che mi ha eroicamente salvato davanti alla sua famiglia, non avrei avuto facilmente il coraggio di uscirne da sola per paura di ferire o mettere in cattiva luce la famiglia Ruiz più di quanto non abbia già fatto.

"Ora capisci perchè sono più le volte che vado che quelle che vengo" annuisco ripensando alla faccia di Evanna quando aveva visto il figlio, una durezza si era impossessata del suo sguardo, cosa che non succedeva quando guardava Diana, la trattava come una principessina e lei di conseguenza si sentiva tale.

"Lo farei anche io al posto tuo, vorrei tanto farlo in realtà, ma sto scappando troppo" Andrew mi rivolge  un'occhiata senza però farmi domande di alcun tipo e gliene sono grata perchè in questo momento la mia mente instabile non riesce a collegare il filtro cervello-bocca.

"Andiamo a bere qualcosa?" ci penso sù ma immediatamente la mia testa dice di desiderare uno stacco da quelle vicende, susseguite troppo in fretta.
Tra i miei genitorni e Dean sembrava la vita si divertisse a vedermi crollare fino al momento in cui non mi sarei più rialzata.

"Ti seguo con la macchina" la luna era opaca e trovava difficile mostrare la sua luce oltre quelle nubi scure, mi rispecchiavo in quel pianeta così lontano che sembrava morire piano piano.

La mercedes che mi camminava avanti svoltò a destra e così feci io, il fatto che fosse un perfetto sconosciuto non mi fermò dal prendere la decisione di seguirlo, glielo dovevo dopo avergli fatto macchiare ancora di più la faccia di fronte i suoi genitori, come fosse un cane abbandonato che ritorna a casa ma l'accoglienza non cambia anzi, peggiora vedendoti ancora più sporco.

Accosta vicino ad un bar e faccio lo stesso, non è molto vicino al centro ma lo preferisco avendo messo qualche chilometro in più tra me e Dean.

"È spagnolo o sbaglio?"

"Ti piace il cibo spagnolo?" alzo le spalle

"Mai assaggiato" il ragazzo si gira a guardarmi con gli occhi spalancati

"Preparati ad avere un orgasmo culinario baby!" le sue parole mischiate con quel corpo di bacino mi fanno piegare letteralmente dalle risate

"Prendo sul serio il cibo quindi non mentirmi o puoi farti molto male" lo minaccio con un dito mentre soffoco ancora qualche risata.
Il locale poco affollato fà da bar e paninoteca, e i vari odori mi stuzzicano quell'appetito che avevo perso durante la festa

"Non sembrava lo prendessi sul serio poco fa" accenno un sorriso a quella constatazione

"C'era qualcuno che attirava la mia attenzione più del cibo, cosa estremamente sbagliata a mio parere"

"Me ne parlerai dopo qualche bicchierino" la porta del locale viene aperta e vari suoni che prima erano attutiti mi arrivano alle orecchie e vengo momentaneamente stordita, un palco allestito è pieno di danzatrici del ventre, sembra quasi un locale a luci rosse se non fosse per qualche famiglia che mangia panini tranquillamente.

"È molto.."

"Intrigante?" conclude lui per me, annuisco sorridendo e prendiamo posto ad un tavolo lontano dal rumore ma abbastanza vicino da permettermi di vedere quelle danze esotiche.
Un cameriere arriva al tavolo e io lascio libera parola al mio accompagnatore, dopo diversi minuti di silenzio accenna a parlare.

"Allora, Ruiz, vero?" aggrotto le sopracciglia non capendo la domanda sottintesa lasciandolo che si spieghi.

"Intendo la persona che ha rovinato il tuo appetito, era il ragazzo che era insieme a mia sorella, vero?" annuisco incapace di proferire oltre, il solo nome legato a ciò da cui ero scappata prima mi fanno precipitare letteralmente in un baratro oscuro e pieno di interrogativi.
Sposto l'attenzione sul cameriere che fa ritorno e l'odore che arriva dalle pietanze mi fa dimenticare le domande che mi frullano per la testa.

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