Capitolo 21

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Il giorno dopo passa normalmente, scuola, mensa e torno a casa.
Il rapporto tra me e Dean oggi era normale, l'inquietudine è ancora presente ma ho fatto finta di non pensarci in vista della festa di questa sera.
Tra poco Ania verrà a casa mia per prepararci insieme, continua a dirmi che l'abito che ho scelto per questa sera mi sta d'incanto e farò letteralmente cadere ai miei piedi qualcuno.
Non che mi interessi, in realtà.

Ania si presenta dopo poco e sembra aver portato con sè una valigia piena di trucchi.

"Tu mi fai paura" guardo terrorizzata la valigia e mi preparo mentalmente alla lunga tortura.
Passiamo esattamente 2 ore a prepararci. La mia amica dopo aver provato diverse combinazioni mi ha adocchiato come "la prima ragazza a cui non sta bene il trucco"
Dopo aver indossato l'abito mi concede finalmente di guardarmi allo specchio.

"Stai benissimo!"

Il trucco era leggero, un pò di mascara, ombretto sfumato e del rossetto rosso rendevano ancora più piene le mie labbra.
L'abito bianco era corto e in pizzo, aveva un corpetto a cuore e le maniche erano lunghe.
Decido di indossare degli stivaletti color camoscio ai piedi.

Sento il telefono di Ania suonare e poco dopo sulla sua faccia si forma un cipiglio, le sento dire "e noi ora come facciamo?"
Credo stia parlando con Dean, e quando chiude per poco non getta il cellulare fuori dalla finestra.

"Che succede?" le chiedo affiancandola.

"Dean ha avuto un problema e non può venirci a prendere" la mia mente non va a comprendere il nostro problema, ma il problema che ha avuto Dean.

"Fai fare a me" afferro il cellulare per comporre il numero di un taxi.

"Arriverà tra 10 minuti, inutile preoccupazione!" la mia amica scuote la testa.

"Non è per questo, è che immagino quale sia il suo problema" drizzo le orecchie e mi scosto i capelli lisci.

"Cioè?" cerco di diminuire il mio interesse nel domandarlo anche se sto fremendo.

"Oggi ha ricevuto una chiamata, eravamo in camera a vedere un film e ho sentito che era Diana, mi ha chiesto di uscire ma ho origliato" si fa rossa in volto.

"Credo che abbia avuto un problema, si sono dati appuntamento per questa sera"

"Ci tiene molto a lei?" alza le spalle e nega con il capo.

"Non credo, solo che non lascia le persone in difficoltà" annuisco e mi affaccio sentendo un clacson.

"Scendiamo, il taxi èarrivato"

Appena entrati diamo l'indirizzo e veniamo accompagnati alla lussuosa villa di Zac.

"Ma i genitori sanno di queste feste?"

"No ma non sono mai a casa, non l'hanno mai scoperto" Il giardino brulica di gente già ubriaca e come la scorsa volta ho la stessa sensazione di disagio.
La musica sembra far muovere i muri e raggiungiamo lo stesso bar allestito della scorsa volta. Il cameriere è diverso, i suoi occhi sono scuri come i capelli e sembra davvero messo bene sotto quella camicia bianca. Il suo sguardo ci segue fin quando ci sediamo ed è davanti a noi in un attimo.

"Cosa vi porto, bellezze?"

"Due long island ice tea, per piacere" mi sorride e ricambio, se vuole giocare, giochiamo.

"Prego signorine" posa il bicchiere davanti ai nostri occhi e bevo un lungo sorso.

"Scusa?" il cameriere si gira a guardarmi e io gli faccio segno con il dito di avvicinarsi.

"So che probabilmente il padrone di casa ti ha chiesto di diminuire le dosi per non sprecare molto alcool, ma potresti gentilmente metterci il Cointreau?" il ragazzo apre leggermente gli occhi prima di abbandonarsi ad una risata forte.
Si gira a prendere la bottiglia e aggiunge ciò che ho richiesto ai nostri cocktail.

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