Capitolo 24

3.9K 180 5
                                    

Salgo le scale e mi dirigo verso la camera di Alex, busso tre volte.
Sento la sua voce da dentro la stanza
A "Cosa vuoi"
J "Posso entrare? Voglio solo parlarti"
A "No. Va via"
J "Ti prego Al-"
A"VA VIA HO DETTO."
****

Amareggiata mi giro e vado verso la mia camera, ma perchè riesco sempre ad allontanare le persone che mi vogliono bene?
Mi sdraio sul letto e l'unica cosa che voglio è piangere, questi dovevano essere dei giorni di relax ma si stanno rivelando tutto il contrario. Le lacrime non ci mettono molto a uscire e poco dopo mi addormento con un forte mal di testa.
***

Mi sveglio sentendo un brutto colpo provenire dal corridoio, è tutto buio quindi presumo che sia già notte fonda. Prendo il telefono dal comodino, sono le 3:30 del mattino, mi alzo per andare a vedere cosa aveva causato quel forte rumore.
Esco dalla mia stanza con la torcia dell telefono accesa e mi guardo un po intorno notando che non c'è nessuno "Sarà stata solo la mia immaginazione allora" penso. Faccio per tornare in camera quando sento un altro colpo, ma stavolta lo riconosco, era quello della porta per andare in giardino che si chiudeva. Decido di andare a vedere, una volta scesa giù vado in giardino e vedo una figura seduta a bordo piscina. È Alex.
Mi avvicino a lei e senza dirle niente mi siedo alla sua destra, sento il suo sguardo sul mio ma continuo a guardare avanti, solo quando noto che si gira la guardo e vedo che nella mano sinistra ha una bottiglia di birra quasi vuota.
Finalmente decide di parlare.
A "Beh che ci fai qui? Vuoi ferirmi ancora?"
Dalla sua voce capisco che è ubriaca, sicuramente quella non dev'essere l'unica bottiglia che si è bevuta.
J "No, veramente non ne ho mai avuto l'intenzione"
A "Ah per quello ti sei fatta Luna?"
J "È stata lei ad iniziare e non la volevo respingere per non ferirla."
A "Quindi hai preferito lei a me, perché non facendo male a lei lo hai fatto a me"
Ha ragione. Ma in quel momento non respingere Luna sembrava la cosa più giusta da fare. Non volevo ferire Alex. Però voglio che lo capisca, che si renda conto di cosa provo per lei.
Alex si alza e fa per andarsene e io faccio lo stesso ma le afferro il braccio e la faccio girare verso di me, senza darle il tempo di riflettere su ciò che sta accadendo la bacio e lei ricambia. Dopo un po' ci stacchiamo per riprendere fiato ma restiamo talmente vicine che sento il suo respiro sulle mie labbra, poi lei si riavvicina e mi bacia con molta più foga, richiede l'accesso alle mie labbra con la lingua e non glielo nego. Mentre ci baciamo io porto le mie mani sui suoi capelli accarezzandoli e lei fa passare le sue lungo tutto il mio corpo, posso percepire dai suoi gesti che è carica di voglia, infatti lei mi solleva da terra facendomi cingere i suoi fianchi con le gambe e cercando di non cadere mi porta su un lettino della piscina vicino a noi. Mi fa sdraiare e si mette sopra di me, prima mi bacia mordendomi ogni tanto le labbra poi scende lungo il mio collo lasciando dei leggeri baci, una volta arrivata al mio punto sensibile inizia a succhiare con forza e io non riesco a trattenere i gemiti. Una volta finita la sua opera torna sulle mie labbra e con una mano mi accarezza un fianco, scende sulla coscia e poi va sul mio centro.
J "Hei aspetta"
Lei mi guarda con aria interrogativa
J "Non penso che dovremo farlo ora...praticamente domani non ricorderai niente di tutto ciò"
A "Mh"
Così un po rattristata si alza e se ne va barcollando, lasciandomi sdraiata sul lettino.
****

Mi sveglio e mi accorgo di essermi addormentata nel lettino, però ad avermi svegliata sono state delle gocce, prendo coscienza e noto i nuvoloni neri sopra ti me.
J "Cazzo!"
Mi alzo ancora assonnata e cerco di rientrare in casa senza cadere ma noto il mio telefono che qualche ora prima avevo lasciato vicino al bordo piscina, lo raccolgo e torno dentro.
Accendo lo schermo del telefono e guardo l'ora, sono solo le 6 del mattino. Guardo un po fuori dalla finestra e vedo un lampo che illumina quasi tutto il cielo, il potente tuono non tarda ad arrivare, ho sempre amato la pioggia e mi piace sentire i tuoni. Mi butto sul divano sperando di riuscire a dormire ancora un po', però poco dopo sento i passi di qualcuno che scende le scale e viene in salotto.
M "Ahh eccoti qua!" Dice vedendomi
J "Hei Marco"
M "Mhh non hai dormito molto vero? Si vede"
J "Esatto, tu come mai sei sveglio a quest'ora"
M "Mi ha svegliato il tuono e mi sono ricordato che devo chiudere la piscina"
Rifletto un attimo si ciò che ha detto pensando che il sonno mi stia giocando brutti scherzi.
J "Scusa, hai detto chiudere la piscina?"
M "Esatto"
Notando la mia faccia stranita aggiunge "Vieni ti faccio vedere"
Così mi alzo dal divano e vado da lui, noto che armeggia con un pannello di controllo attaccato al muro vicino alla porta per andare in giardino.
M "Guarda la piscina"
Faccio come mi dice e vedo un 'pavimento' grigio che sbuca fuori dal pavimento e scorre coprendo la piscina.
J "Wow che figo!"
M "Ahahah si lo so, dai ora torniamo a dormire"
Mi accompagna alla mia stanza e io mi butto a peso morto nel letto rilassandomi ascoltando i suoni di quel temporale che non avrebbe tardato ad arrivare.

Credo Di AmartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora