21.

5.3K 250 20
                                    

« Ripetimi perché lo stiamo facendo.» borbotta Peggy contrariata.
Sta rassettando la sala, pulendo ogni singolo angolo della stanza mentre io sono in equilibrio precario, in piedi, sul bancone della cucina. C'è un mucchio di polvere sopra i pensili, immagino che nessuno degli inquilini precedenti, e sicuramente di quelli attuali, abbia mai pensato di pulire a fondo l'appartamento.

« Perché questa casa è uno schifo.» cantileno, prima di starnutire a causa della polvere.

« E ripetimi, perché mi sono lasciata convincere ad aiutarti?»

« Perché poco fa sei scivolata su un cartone di pizza vuoto.» rispondo prontamente.
In silenzio, Peggy smette di lamentarsi e riprende il suo lavoro, mentre io mi ritrovo a canticchiare il testo delle canzoni provenienti da Spotify. Oggi sono stranamente di buonumore: nonostante Daniel sia sparito da questa mattina, per la prima volta da giorni so per certo che non l'ha fatto per evitarmi e che non è arrabbiato con me.

Non appena la porta d'ingresso si apre, mi volto per vedere i due coinquilini che mancano all'appello fare il loro ingresso sorridendo come non mai. Il sorriso di Daniel svanisce nel momento in cui nota cosa sto facendo e, soprattutto, fin dove mi sia avventurata per pulire. Lo vedo sbiancare in volto ed affrettarsi a raggiungermi preoccupato. « Jas, scendi di lì.» mormora apprensivo.

Lo guardo dall'alto e scuoto la testa. « Fammi finire il mio lavoro.»

« Jas.» mi richiama, osservandomi ansioso. « Per favore, scendi giù.» ripete tendendo le mani verso di me.

« Va bene.» sospiro rassegnata, dopodiché mi abbasso e sento subito le sue mani stringermi i fianchi, per poi sollevarmi come se non pesassi niente e lasciarmi andare solo quando poso i piedi nudi per terra, al sicuro.
Daniel mi guarda dritto negli occhi, non accenna ad indietreggiare di un solo passo sebbene siamo piuttosto vicini e l'aria stia venendo a mancare ad entrambi.
Nel giro di qualche secondo posa entrambe le mani sulle mie guance e comincia ad accarezzarle con i pollici. Al suo tocco il mio corpo va in tilt in un istante, lo spolverino che tengo in mano cade rovinosamente al suolo. Nessuno dei due ci fa caso.
« Hai intenzione di cadere, sbattere la testa e perdere la memoria prima che le due settimane siano passate?» mormora, tentando di suonare divertito invece che nervoso.

« Giuro, non ci avevo nemmeno pensato.» sussurro scossa.

« Dovresti, Jas.» risponde lui improvvisamente serio. « Mancano dieci giorni, nove ore e venti minuti. Non rovinerai tutto per pulire la cucina.»

« Hai contato le ore?»

« Ho puntato una sveglia.» spiega Daniel, mentre io lo fisso sbalordita. « E quando la sentirai suonare.» sussurra posando la fronte contro la mia. « In quel momento non potrai più nasconderti, Jasmine.».
Deglutisco. Sento il mio cuore rimbombare ovunque all'interno del mio corpo, immagino sia per questo che non c'è più posto per l'ossigeno.

« Volete smetterla di amoreggiare?» sbotta Peggy, facendo sussultare entrambi.
Daniel serra la mascella e fa un respiro profondo prima di liberare le mie guance, per poi cingermi la vita con un braccio e voltarsi verso i nostri coinquilini, a cui fortunatamente ha dato le spalle per tutto il tempo.
« Allora?» continua Peggy, rivolta sia a Daniel che a Jordan. « Com'è andata?»

« Hanno accettato.» risponde Jordan con un sorriso luminoso in volto. A queste parole Peggy rimane di sasso per qualche secondo, prima di cominciare ad urlare e a saltare per la stanza. Abbraccia Jordan felice, mentre mormora qualcosa sottovoce.
Io alzo lo sguardo su Daniel, il quale sta sorridendo a sua volta osservando la scena.

« Che cosa significa?» domando a bassa voce, estremamente confusa: non sapevo che Peggy fosse in grado di esultare e, addirittura, di abbracciare qualcuno di sua spontanea volontà.

How to Love  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora