25.

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Il mio cuore non ne vuole sapere di rallentare, al contrario, accelera la sua corsa ogni secondo che passa. Quello di Daniel sembra avere lo stesso problema, lo sento chiaramente mentre poso la testa sul suo petto e mi godo il calore fornito dalle sue braccia: una è intorno alla mia vita, la mano ben salda sul fianco, mentre l'altra si preoccupa di accarezzarmi la spalla sinistra in un movimento delicato ed apparentemente casuale, che ha lo stesso effetto rilassante di una una ninna nanna.
« Stai bene?» chiede, improvvisamente preoccupato. Alzo leggermente la testa dal suo petto e lo guardo negli occhi confusa. « Hai la pelle d'oca.» spiega.

Sposto lo sguardo sulle mie braccia, rendendomi conto del fatto che ha ragione: ho i brividi, ma non è per il freddo. « Sto bene.» sussurro, prima di tornare nella mia posizione originaria. Fuori è quasi l'alba, le luci del crepuscolo lentamente illuminano la stanza di Daniel. « Ho una domanda.» esordisco, presa da un dubbio improvviso.

« Tutto quello che vuoi, Jas.» risponde lui, dal suo tono di voce so che sta sorridendo.

« Perché la sveglia ha suonato in piena notte? Pensavo che le due settimane fossero partite da quel giorno in auditorium.».

Daniel sospira prima di darmi una spiegazione. « È l'ora in cui ci siamo baciati per la prima volta. Ed è anche molto vicina all'ora in cui l'abbiamo fatto, per la prima volta.».

Rimango immobile, sorpresa. « Come fai a ricordartelo?»

« Perché quando sei scappata, dopo il bacio, sono tornato in camera e non sono riuscito a chiudere occhio per tutta la notte: erano le due e cinquanta.».

Un sorriso luminoso mi illumina il volto, a malapena incapace di contenere tanta felicità, alzo nuovamente la testa e lascio un bacio sulle labbra di Daniel. Ho in mente un contatto veloce e delicato, ma lui non è d'accordo: la presa delle sue braccia intorno alla mia vita si stringe, e in poco tempo mi ritrovo sdraiata a pancia in su, mentre le mani di Daniel mi accarezzano la schiena e lui troneggia su di me. Mi ritrovo a muovere il bacino verso il suo mentre sento il suo respiro farsi pesante e i suoi occhi, fissi nei miei, diventare ancora più scuri. Tuttavia, un pensiero improvviso mi colpisce in pieno facendomi arrossire a dismisura. « Peggy e Jordan devono essersi svegliati a causa del suono.» ragiono presa dal panico. « E se si sono svegliati vuol dire che hanno sentito tutto.» mi lamento, prima di nascondere il viso contro la spalla di Daniel.

Lui ride sommessamente. « Sono usciti, Jas, non preoccuparti.» mi rassicura divertito, al che lo guardo confusa. « Avevano paura che anche stanotte non sarebbero riusciti a riposare se avessi continuato a bussare alla tua porta, quindi sono andati a dormire da un amico.» spiega. Annuisco non poco sollevata, tuttavia, mentre io sembro essermi tranquillizzata, Daniel si innervosisce. « Sono stati loro a raccontarti di Megan, non è vero?»

« Sì.» rispondo, timorosa del fatto che il suo nome possa portare ad un altro litigio. « Ma li ho costretti io, ero solo curiosa.»

« Hanno fatto bene.» replica continuando a guardarmi negli occhi. « Però Jordan e Peggy non conoscono tutta la storia.» afferma poi.

« C'è dell'altro?» domando con un fil di voce.

« Qualcosa che potrebbe riguardare anche te.» replica, arrestando le carezze sulla mia pelle. Corrugo la fronte, ma rimango in silenzio in attesa di una spiegazione. « La casa discografica con cui Megan ha fatto il provino non l'ha scoperta per strada o sentendola cantare nei locali: è stato Evan a procurarle un passepartout.»

« Evan?» sbotto sorpresa.

« E' uno dei motivi per cui lo odio, l'altro è per il fatto che è un coglione.»

« Daniel.» lo ammonisco alzando gli occhi al cielo.

Lui trattiene una risata, subito dopo si fa serio, mi lascia un bacio veloce sulle labbra e continua il racconto. « A quanto ne so, Megan si è avvicinata a lui per ottenere ciò che voleva. Non ho idea di quello che gli abbia detto su di me, alcune fonti sostengono che abbia sparso la voce che io l'avessi tradita con buona parte del dipartimento di musica.»

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